Decreto capienze, Malan (Fdi): contenuto disomogeneo, superata disparità per bus turistici, restano perplessità su trattamento dati personali da parte delle PA

Signor Presidente, abbiamo oggi all’esame l’ennesimo decreto-legge – ne abbiamo praticamente uno al giorno – ma eccezionalmente il Governo – dobbiamo renderne merito – non ha posto la fiducia, ma ha posto in essere altre cose che deprechiamo. Finché lo facciamo noi, ci può essere chi dice che Fratelli d’Italia è l’unico partito di opposizione, ma l’ha detto anche il Presidente della Repubblica con una lettera ai Presidenti di Camera e Senato, che è il modo con cui la Costituzione prevede che il Presidente possa interloquire con il Parlamento, ricordando sia il dettato costituzionale direttamente sia sentenze della Corte costituzionale che impongono che il contenuto di un decreto-legge sia omogeneo.

Nel decreto-legge abbiamo una parte che riguarda le capienze dei vari impianti sportivi e di spettacolo, di autobus e nel settore trasporti. L’adeguamento prevede un incremento della capienza che viene consentita a seguito dell’emergenza covid. Questa parte, tra l’altro, come spirito di riapertura finalmente, la condividiamo. Poi, però, incredibilmente, in virtù dell’omogeneità, addirittura la Corte Costituzionale ha abrogato dopo anni una norma sulla droga contenuta in un decreto che riguardava le Olimpiadi invernali di Torino del 2006. Non è una cosa da poco. È già successo che una norma è stata abrogata con tutte le conseguenze del caso.

Accanto alla parte del provvedimento da cui deriva il nome con cui il decreto è conosciuto, ovvero decreto capienze, c’è un articolo che riguarda i centri di accoglienza per profughi – non si capisce cosa c’entri con la prima parte – e c’è un altro articolo a tutela della minoranza slovena, che può essere condivisibile, ma non ha nulla a che fare con i centri di accoglienza, che evidentemente non sono per la minoranza slovena, né tantomeno con la parte del provvedimento che riguarda le capienze degli impianti.

Addirittura, è stata aggiunta una parte ancora diversa, l’articolo 9, che riguarda le garanzie della privatezza dei dati personali, la cosiddetta privacy.

Fatta questa premessa, il Governo ha messo in atto un intervento che va precisamente e letteralmente contro quanto è stato ribadito – perché era già cosa ben nota – dal Presidente della Repubblica nel modo più solenne, e cioè con una lettera ai Presidenti di Camera e Senato.

Quanto al contenuto, ebbene, abbiamo assistito a quello che deve fare il Senato, e il Parlamento in generale, perché finalmente si è potuto votare gli emendamenti. Peraltro, per l’esame dell’articolato non è servito neanche molto tempo, e, seppure così fosse stato, direi che, siccome il lavoro del Parlamento è quello di esaminare i provvedimenti punto per punto, e non con un voto che copre materie del tutto disomogenee, il Senato avrebbe comunque fatto il proprio lavoro.

Grazie ai voti che abbiamo espresso questa mattina su alcuni emendamenti, che hanno visto il centrodestra unito, nonostante le differenze – sappiamo bene che Fratelli d’Italia sta all’opposizione mentre gli altri soggetti politici sostengono il Governo – potendo votare finalmente nella sostanza, sono state migliorate alcune misure. Si è finalmente fatto giustizia sui bus turistici, che hanno la possibilità di avere la capienza che hanno gli altri autobus, peraltro fornendo maggiori garanzie. Il testo su cui il Governo si è intestardito ad attenersi prevedeva, invece, una ingiustificata disparità di trattamento.

Siamo intervenuti su un articolo – tra quelli che nulla hanno a che fare con il resto del provvedimento – con, per come era scritto, poteva essere condivisibile, ma giustamente è stato trovato un punto debole. Mi riferisco all’articolo che prevede l’ampliamento di 3000 posti del sistema di accoglienza in ragione dell’emergenza dei profughi dell’Afghanistan.

Abbiamo più volte esortato il Governo a fare il possibile non per fare un’accoglienza generalizzata di tutti gli afghani che vogliono andarsene dal proprio Paese, ma certamente per coloro che sono personalmente e specificamente perseguitati, coloro che hanno collaborato con la missione militare italiana in quel Paese asiatico. Ebbene, l’emendamento precisava che quei 3.000 posti in più fossero riservati ai profughi afgani; sembrava una precisazione che dovesse essere accolta da tutti, mentre, sorprendentemente, la parte sinistra della maggioranza di Governo ha detto no, confermando il testo originario. In altre parole, hanno ammesso che, con il pretesto dei profughi afghani, avrebbero voluto aumentare di 3.000 posti il sistema di accoglienza per poi metterci tutt’altra gente che non i profughi afghani.

Grazie al Senato, che ha fatto il suo lavoro leggendo ed esaminando il provvedimento sul serio, si sono modificate queste storture.

Vengo al contenuto più generale del provvedimento. La prima parte, sia pure con un adeguamento sotto alcuni aspetti – permangono, tuttavia, disparità spesso ingiustificate, che solo in parte sono state corrette – ribadisce l’uso del green pass, soggetto, come tutte le norme che riguardano l’emergenza Covid, a continui andirivieni, modificazioni: si sale, si scende, ci si sposta, si modifica la norma. Questo non dà fiducia ai cittadini, i quali, ormai da quasi due anni, stanno subendo norme molto pesanti dal punto di vista umano, economico, lavorativo, ragion per cui avrebbero bisogno di certezza delle norme almeno per due-tre settimane, possibilmente per uno o due mesi.

Se il Governo è sicuro delle norme che ha imposto e della loro efficacia – e dovrebbe esserne sicuro, dato che le limitazioni sono pesanti – non deve cambiarle ogni due settimane, perché altrimenti i cittadini traggono la conclusione che le norme sono irrazionali e inefficaci, cosa che è vera solo in parte: in parte sono irrazionali, in parte inefficaci. È chiaro, tuttavia, che se l’Esecutivo continua a cambiare idea ogni momento, questo crea sfiducia nei cittadini.

Allo stesso modo, ha creato sfiducia nei cittadini il fatto che il ministro della salute, l’onorevole Speranza, abbia mentito proprio in quest’Aula davanti all’Assemblea del Senato, in una seduta molto importante in cui si esaminava la sfiducia nei suoi confronti. Ha mentito spudoratamente, come è emerso nelle scorse settimane, a proposito del suo intervento presso l’Organizzazione mondiale della sanità affinché questa nascondesse una pubblicazione dalla quale emergevano le sue gravi responsabilità per non aver né predisposto né messo in atto un piano pandemico adeguato ai tempi, con i risultati che abbiamo visto. Probabilmente si sarebbero potute evitare migliaia e migliaia di morti se l’Italia avesse avuto un piano pandemico degno di tal nome e se fosse stato messo in atto per tempo, anziché vietare le autopsie e fare una serie di altre cose inspiegabili che hanno avuto degli effetti molto gravi.

Un’altra parte del provvedimento che tengo a sottolineare e che ha destato forte perplessità riguarda l’articolo 9, a cui ho fatto cenno prima, a proposito del trattamento dei dati personali. Ebbene, oggi il trattamento dei dati personali può avvenire in base a disposizioni di legge e da parte di un certo numero limitato di pubbliche amministrazioni. Con queste modifiche non ci saranno praticamente più limiti a tutte le pubbliche amministrazioni – addirittura vengono inclusi gestori di servizi pubblici locali – che potranno quindi accedere e trattare i dati personali delle persone, senza che queste ne vengano informate (se non dalla pubblicazione di questa legge), in base alla determinazione di tali gestori che il trattamento dei dati personali, cioè mettere le mani sui dati personali anche sanitari di ciascuno di noi, possa essere utile a esercitare le funzioni che vengono loro assegnate.

Ebbene, noi pensiamo che, proprio in questi tempi in cui la tecnologia entra pesantemente nella vita di ciascuno, sia importante tutelare la privatezza e la riservatezza dei dati personali, come tutti i diritti dei cittadini. La tecnologia va usata per il bene dei cittadini e non per controllarli secondo il concetto di uno Stato occhiuto, padrone dei cittadini e che vuole tenerli sotto controllo in ogni momento. Noi siamo perché i cittadini siano tutelati nella loro libertà nell’ambito delle regole che vanno rispettate da tutti. (Applausi).

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