PdL Senato: “Riforme. Malan: In Aula entro il 20 maggio. C’è intesa tra i Partiti”

Riduzione del numero dei parlamentari, rafforzamento dell’Esecutivo, superamento del bicameralismo perfetto, riforma della legge elettorale. Temi di grande attualità politica vedono impegnati in questi giorni i senatori della commissione Affari Costituzionali del Senato. “Stiamo lavorando molto bene”. Il senatore Lucio Malan, relatore del disegno di legge di riforma elettorale, è ottimista e soddisfatto del lavoro svolto finora dalla Prima commissione.

Senatore Malan, qual’è lo stato dei lavori sulle riforme costituzionali?

“C’è sicuramente un impegno da parte della commissione Affari Costituzionali a licenziare presto il provvedimento di riforma in modo da portarlo in Aula entro il 20 maggio. In questi giorni si sta svolgendo la discussione generale sul nuovo testo presentato dal relatore Carlo Vizzini, che si concluderà martedì prossimo, dopodiché si passerà al voto. La commissione sta lavorando intensamente e sono certo che l’impegno sarà mantenuto”.

C’è collaborazione tra le diverse forze politiche o stanno emergendo tensioni nel corso del dibattito?

“Tra i Partiti che sostengono la Maggioranza e la Lega c’è un assenso di massima sull’impianto. Durante la discussione generale sono emerse delle perplessità di ordine tecnico sul nuovo articolo 72 della Costituzione”.

Di cosa si tratta?

“L’articolo 72 introduce un deciso superamento del bicameralismo perfetto, riducendo di molto il ruolo del Senato. E’ un articolo poco chiaro. L’interrogativo sostanziale si pone per il fatto che, se la maggior parte dei disegni di legge verrà esaminata alla Camera, così come è previsto, si potrebbe creare un problema di intasamento a Montecitorio. Ai deputati, infatti, sarebbe riservata la discussione di tutti i provvedimenti tranne quelli sulle materie concorrenti del tutto marginali. Mentre in Senato i disegni di legge arriverebbero sempre per una seconda lettura rapida. Il rischio è che, così, si ottenga un risultato contrario alle aspettative”.

Quindi in linea generale il clima è di collaborazione?

“Certo. A parte la questione sull’articolo 72 che è assolutamente risolvibile, c’è una buona convergenza tra tutti i Partiti. Confermo quindi il mio ottimismo sull’impegno preso. D’altra parte, la Prima commissione ha sempre svolto con senso di responsabilità il suo lavoro, facendo in modo di portare in Aula con un relatore e nei tempi previsti anche provvedimenti molto complessi”.

Un altro argomento di primo piano è la riforma della legge elettorale…

“Sicuramente. Dopo le riforme costituzionali, che non sono marginali, è indispensabile anche una nuova legge elettorale. L’esigenza di modificarla è stata espressa da tutti i partiti, a cominciare dal PdL che ha sottolineato la necessità di una maggiore identificabilità del candidato da parte degli elettori.

Sulla legge oggi in vigore però sono state dette molte falsità come, per esempio, che l’Italia è l’unico Paese al mondo con un sistema di questo genere. Non è assolutamente vero. Ci sono Paesi di antica tradizione democratica che hanno addirittura una lunga lista nazionale. Siamo impegnati a riformare il sistema, anche se, in questo caso, il lavoro rispetto a quello sulle riforme costituzionali è molto più complesso. Sulla modifica della legge elettorale, infatti, i dettagli che vanno ancora chiariti sono spesso ancora più importanti della struttura d’insieme. Troveremo la soluzione migliore e sono convinto che si arriverà al risultato molto presto”.

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