“Era prevedibile che la proposta di Adolfo Urso suscitasse polemiche e opposizioni più o meno aspre. Nessuno però sembra sapere che è tutt’ora in vigore una legge dello Stato che consente quanto proposto dal sottosegretario al Commercio Estero, e con vincoli anche inferiori.
È una legge che le Chiese evangeliche d’Italia e altre confessioni religiose chiedono da decenni di abolire, in quanto si fonda sulle premesse che il cattolicesimo è religione di Stato e le altre fedi hanno l’imbarazzante definizione di ‘culti ammessi’. Con la Costituzione e il nuovo Concordato non c’è più il concetto di religione di Stato, ma nulla è stato fatto sulle altre confessioni nonostante sia il primo Governo Prodi, sia il secondo Governo Berlusconi (oltre a vari parlamentari tra i quali io stesso) abbiano presentato ddl in tal senso – bloccati proprio da chi temeva che certe minoranze avrebbero potuto avvantaggiarsene.
Si tratta del Regio Decreto 28 febbraio 1930, n. 289 recante ‘Norme per l’attuazione della L. 24 giugno 1929, n. 1159, sui culti ammessi nello Stato’. All’articolo 23, secondo comma, si legge: ‘Quando il numero degli scolari lo giustifichi e quando per fondati motivi non possa esservi adibito il tempio, i padri di famiglia professanti un culto diverso dalla religione dello Stato possono ottenere che sia messo a loro disposizione qualche locale scolastico per l’insegnamento religioso dei loro figli: la domanda è diretta al provveditore agli studi il quale, udito il consiglio scolastico, può provvedere direttamente in senso favorevole. In caso diverso e sempre quando creda, ne riferisce al Ministero dell’Educazione nazionale, che decide di concerto con quello della Giustizia e degli Affari di culto. Nel provvedimento di concessione dei locali si devono determinare i giorni e le ore nei quali l’insegnamento deve essere impartito e le opportune cautele’.
All’epoca, solo i valdesi e gli ebrei potevano avere una concentrazione di scolari sufficiente ad usufruirne. Quando io frequentavo le elementari, la Chiesa Valdese si avvaleva di questa facoltà. Negli anni ’70, la Chiesa Valdese rinunciò in nome della laicità della scuola pubblica e coerentemente con la richiesta di cambiare la legge, e credo che gli ebrei abbiano fatto lo stesso.
Chi insiste nel non volere una legge sulla libertà religiosa in Italia deve sapere che mantiene in vigore questa norma che, indubbiamente, andrebbe aggiornata. I vincoli indicati da Urso potrebbero essere un utile indicazione”.