IntelligoNews: “Malan (FI): Ci attende default? Patrimoniale? Renzi risponda al Paese”

Nelle parole di Lucio Malan c’è tutto lo stato dell’arte renziano tra Senato 2.0 e conti economici da far quadrare. In mezzo, il patto del Nazareno 2 tra segreti e ufficialità: il senatore forzista ne parla a Intelligonews.

Patto del Nazareno 2. Nei palazzi della politica c’è chi parla di un accordo scritto tra Renzi e Berlusconi che prevederebbe, ad esempio, la blindatura di 120 eletti per FI e altrettanti per il PD e un’intesa in chiave anti-Prodi al Colle nel dopo-Napolitano. Fuori la verità.

«A me non risulta. Entrambi i protagonisti hanno detto che non ci sono accordi segreti e i termini dell’intesa sono ormai di dominio pubblico. Se ci sono altre cose…».

Quindi non esclude che ci siano punti non detti.

«Io non credo. Di accordi più o meno noti, in passato ce ne sono già stati e sono avvenuti nel PD: basti pensare al famoso accordo dei 101 per stoppare la candidatura di Prodi al Quirinale. Difficile pensare che in quella occasione centouno persone si siano casualmente trovate d’accordo nel non votare l’ex premier. Noi, che eravamo contrari, lo abbiamo confermato col voto; quindi non c’è bisogno di alcun accordo per non votare Prodi: ha già fatto tutto il PD».

Antonio Polito, nell’editoriale di oggi, sostiene che l’accordo tra Renzi e Berlusconi si regge da un lato sul sostegno che il leader di FI ha garantito al Premier sul versante delle riforme con numeri certi in Parlamento; dall’altro, sul fatto che Renzi terrebbe in gioco Berlusconi sia sul versante dell’agibilità politica, sia come leader unico del centrodestra. Le cose stanno così?

«Punto primo: noi non sosteniamo il Governo Renzi, ma abbiamo un accordo – al quale stiamo tenendo fede, come nostra abitudine – su riforme e legge elettorale. E questo per senso di responsabilità, ben sapendo che il Governo, da solo, non avrebbe la forza per fare né l’una né l’altra riforma – come abbiamo visto nelle delicate votazioni sull’impianto del nuovo Senato. Punto secondo: la leadership del centrodestra è determinata dagli elettori, e non dalla benevolenza del leader della parte avversa».

Come legge le prove tecniche di centrodestra tra Salvini, Fitto, De Girolamo e Meloni alla festa leghista di Cervia?

«Tutte le forze del centrodestra hanno il dovere, di fronte ai rispettivi elettori, di cercare un accordo forte sui contenuti che unisca tutti coloro che non vogliono farsi governare da questa Sinistra – del tutto inadeguata a risolvere i problemi del Paese, come il Governo Renzi sta dimostrando. Quindi ben vengano gli incontri, e speriamo di farli con tutti: incontri operativi sulle cose concrete da fare. Se, nel frattempo, si crea un clima positivo e anche di amicizia tra le componenti della coalizione, ben venga».

Senato 2.0: via l’indennità ma resta l’immunità. Non è una contraddizione in termini?

«Non è una contraddizione perché, intanto, i nuovi senatori non avranno più l’indennità da senatore ma quella da consigliere regionale o da Sindaco – e aggiungo giustamente perché, se facciamo le cose per persone che non vengono retribuite, nel nuovo Senato ci vanno solo i ricchi o quelli che hanno già programmato di rubare. La gente normale come me non lavora gratis perché altrimenti non campa. Quanto all’immunità, visto che si è deciso di fare questo Senato – e io ne avrei fatto volentieri a meno – con il potere di cambiare la Costituzione anche nelle parti relative ai diritti della persone e per l’elezione del Presidente della Repubblica, è normale che i nuovi senatori abbiano le stesse prerogative dei deputati, i quali, in più, votano anche le leggi ordinarie e di bilancio ma non è per il loro voto sulle leggi che hanno l’immunità».

Il ministro Madia ancora nel mirino delle critiche. C’è chi parla di figuraccia sul capitolo pensionamenti, vedi ‘quota 96’. Che idea si è fatto?

«Purtroppo, ormai è una consuetudine. Lo schema è: il Governo presenta provvedimenti senza copertura, i tecnici lo rilevano, Renzi li attacca (anziché sui contenti, sul piano personale, come ha fatto coi funzionari del Senato), alla fine emerge che avevano ragione i tecnici e dunque l’Esecutivo deve correre ai ripari. Non si tratta solo di maleducazione, perché tutto ciò crea un grave danno ai conti del Paese che, infatti, non sono mai stati in cattivo stato come adesso. Di questo sarà bene che ci si occupi in modo serio e al più presto, perché è molto più urgente capire come il Governo intende coprire gli almeno 25-30 miliardi di buco che non il numero dei nuovi senatori o se hanno o meno l’immunità. Cosa ci attende? Un default, la patrimoniale o qualche altra trovata? Renzi risponda al Paese».

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