Quali i rischi e i costi dell’endocardite in Italia?

Interrogazione al Ministro della Salute
Premesso che:

l’endocardite è una malattia gravissima, sempre mortale se non curata, e mortale all’incirca in un caso su quattro se curata; tra i sopravvissuti vi è una notevole quantità di casi di invalidità permanente, dovuti a insufficienza cardiaca, danni cerebrali a seguito di emboli settici o inconvenienti durante gli interventi chirurgici, e altre cause;

l’endocardite è inoltre molto insidiosa perché può dare conseguenze gravi o mortali improvvisamente, prima che siano percepiti sintomi significativi, e la diagnosi è assai difficile; accade sicuramente che persone muoiano per endocardite e il decesso sia attribuito ad altre cause come emboli, ictus o infarti cardiaci;

stime ritengono che in Italia vi siano circa duemila casi di endocardite all’anno, con alta mortalità di persone spesso giovani e nel pieno della loro attività lavorativa; in ogni caso, le cure sono molto costose, con lunghi ricoveri ospedalieri e l’uso di una grande quantità di esami diagnostici e medicinali, spesso comportano danni collaterali permanenti all’apparato digerente, al nervo uditivo e di vario tipo, danni che a loro volta comportano altre cure e altri costi;

è altresì frequente che il malato, a seguito di endocardite, debba essere sottoposto a sostituzione di valvole cardiache, intervento che, se deve essere svolto con l’endocardite ancora in atto ha altissima mortalità, e in seguito una mortalità fra il 3 e il 5 per cento, con un numero significativo di danni permanenti, anche gravemente invalidanti;

i costi delle cure suddette sono ingenti e si può stimare che gravino per centinaia di milioni di euro sul sistema sanitario nazionale;

la letteratura medica indica tra le cause principali dell’endocardite batterica gli interventi di chirurgia odontoiatrica e, in particolare, l’implantologia ossea;

l’interrogante conosce casi in cui tali interventi vengono eseguiti senza informare il paziente del rischio di endocardite cui va incontro e senza richiedere una visita cardiologica preventiva volta ad accertare eventuali anomalie alle valvole cardiache, e principalmente la bicuspidia di quella aortica, che aumentano significativamente i rischi, tanto che i protocolli medici prevedono una profilassi antibiotica specifica;

per sapere:

se esistono dati ufficiali sul numero di casi di endocardite batterica, sulla mortalità e sui danni permanenti, e sui conseguenti costi che gravano sull’erario;

se esistano direttive per cui, in caso di morte improvvisa – o che comunque potrebbe essere determinata da endocardite batterica – di persone che si sono da poco sottoposte a interventi di implantologia odontoiatrica, si proceda ad accertamenti volti a comprendere se l’evento sia stato dovuto a tale malattia;

se il ministro ritiene di assumere iniziative volte a una maggiore informazione sui rischi connessi a determinate terapie odontoiatriche e sull’importanza di accurati controlli cardiologici prima di sottoporvisi.

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