Gara per l’autostrada A21: una competizione asimmetrica?

Interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Premesso che:

in attuazione al comma 4 dell’articolo 5 del decreto 12 settembre 2014, n. 133, detto Sblocca Italia, il 10 novembre 2014 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha trasmesso una lettera di invito agli operatori economici pre-qualificati nella procedura di gara per l’affidamento della concessione dell’autostrada A21;

la partecipazione alla gara è una grossa operazione imprenditoriale e finanziaria poiché implica, secondo quanto comunicato alla Stampa il giorno 11 novembre dal ministro Maurizio Lupi, investimenti per 683 milioni di euro; lo stesso testo della convenzione prevede l’obbligo per il soggetto aggiudicatario della concessione di corrispondere in unica soluzione, al concessionario uscente il valore di subentro nella misura massima di 260 milioni di euro, garantito con polizza fideiussoria;

i tempi entro i quali i partecipanti devono completare il lavoro e presentare la documentazione al Ministero sono strettissimi, poiché il termine è il 5 febbraio 2015, appena 87 giorni dopo l’invio della lettera, periodo che include le festività natalizie e di inizio anno;

il soggetto aggiudicatario dovrà versare i 260 milioni del valore di subentro entro sessanta giorni dall’aggiudicazione, che potrebbe avvenire nei giorni immediatamente successivi al 5 febbraio, pena la perdita della cauzione stabilita in 13 milioni e 600 mila euro;

in questi 87 giorni, di cui solo 56 lavorativi, i soggetti invitati dovrebbero dunque analizzare lo schema di convenzione dal punto di vista industriale; successivamente, ove ci fosse un interesse di carattere generale, ottenere la disponibilità della somma da parte delle banche, le quali dovrebbero a loro volta studiare l’intera questione, valutare – nel rispetto delle stringenti norme degli accordi di Basilea – il rischio operativo, il rischio di credito e il rischio di mercato, trovare accordi fra diversi istituti di credito, verosimilmente indispensabili data l’entità dell’operazione e, successivamente ancora, rendere operativamente disponibile la somma, la cui precisa entità non è neppure certa poiché i 260 milioni sono indicati come “misura massima”;

pare evidente che si tratta di tempi incompatibili con la realtà, che impediranno la partecipazione ai soggetti interessati o, nella migliore delle ipotesi, la limiteranno fortemente, peggiorando le condizioni che saranno proposte;

nel caso la gara andasse deserta, si rafforzerebbe notevolmente l’ipotesi della proroga dell’attuale concessione, la quale – come tutte le altre in atto – non è stata attribuita tramite gara,

 si chiede di sapere:

come è stato determinato il valore di subentro di 260 milioni di euro per l’autostrada A21 Piacenza-Cremona-Brescia, che è ben tredici volte superiore al margine operativo lordo registrato complessivamente dal concessionario nel 2012, ultimo anno sul quale si hanno dati, peraltro non solo su questa tratta, anche considerando che le tariffe dei pedaggi sono aumentate di ben l’11,6% negli ultimi due anni;

come è stato determinato il valore di subentro di 410 milioni per la A3 Napoli-Pompei-Salerno;

quali interventi hanno determinato tali alti valori di subentro e se essi sono stati concordati con codesto Ministero;

che cosa ha determinato la scelta di imporre tempi così brevi per la presentazione delle offerte, quando invece le procedure di pre-qualifica si sono protratte molto più a lungo del necessario, essendo iniziate nel 2012;

qual è il tempo solitamente assegnato per queste procedure;

se non ritenga che ci troviamo di fatto di fronte a una competizione asimmetrica, dove un soggetto, l’attuale concessionario, che è tale senza aver vinto una gara, che già dall’ottobre 2011 gestisce la tratta a convenzione scaduta, che non ha alcuna scadenza da rispettare, né adempimento da effettuare, può ottenere la concessione anche per i prossimi anni, purché i tempi imposti agli altri siano tali da impedire loro la partecipazione alla gara, tenendo presente che uno dei maggiori ostacoli per questi ultimi consiste proprio nel pagargli un’altissima somma;

se non ritenga di prorogare con urgenza il termine per la presentazione della proposte, in modo da consentire una competizione autentica e in quanto tale idonea a determinare i maggiori benefici per l’interesse nazionale, anche in termini di migliori tariffe di pedaggio, le quali incidono sui costi delle aziende e dunque sulla loro competitività.

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