IntelligoNews: Malan (FI): “Unioni civili in discussione al Senato. Vi svelo alcuni dettagli e pericoli”

“Se il testo sulle unioni civili passasse così com’è, ci sarebbero le adozioni per le coppie gay e l’educazione gender nelle scuole”. Dura l’analisi di Lucio Malan, senatore di FI e componente della Commissione Giustizia al Senato, che oggi ha proseguito le audizioni degli esperti sul testo Cirinnà. A Intelligonews svela alcuni dettagli…

Lei è stato protagonista di un doppio ‘botta e risposta’ durante l’audizione degli esperti sul testo per le unioni civili. Cosa è successo?

«Gli esperti auditi sono chiamati a esporre il loro pensiero e noi senatori possiamo fare domande. In questo contesto, in una prima affermazione, un magistrato ha detto che la legge non può discriminare sul sesso ma la società non è pronta. Per questo avrebbe firmato la sentenza con cui si affida una bambina a una coppia di donne. Al che, io ho replicato».

Dicendo cosa?

«Al magistrato ho detto: Lei ha esposto con molta passione il suo punto di vista e ha detto che la società non è pronta, poi ha corretto in ‘parte della società non è pronta’; in ogni caso, Le chiedo: secondo Lei, che amministra la Giustizia in nome del Popolo e ai sensi della Costituzione, in democrazia è la società in quanto Popolo sovrano che deve decidere le leggi oppure chi amministra la Giustizia deve decidere come deve essere la società? A questa domanda specifica non ho ricevuto risposta; il magistrato ha però affermato che bisogna garantire diritti a tutti e che occorreva dare una spallata, per questo ha scritto la sentenza. Il punto vero, secondo me, è che chi decide quali sono i diritti che ciascuno ha sono le leggi. Non si può dire ‘tutti i diritti a tutti’: io non ho diritto alla pensione di vecchiaia perché non sono vecchio. Ma c’è un altro aspetto…».

Quale?

«E’ la spettacolare dimostrazione che, in Italia, c’è chi ritiene superata la democrazia, e che la sovranità non deve appartenere al Popolo – come dice l’articolo 1 della Costituzione – ma ai togati che si giustificano dicendo che la società non è pronta: ritenendo dunque di essere migliori della società, avendo vinto un concorso».

Nel corso dell’audizione, Lei ha replicato anche al professor Lucidi. Su cosa e perché?

«In un primo momento, il professor Lucidi ci ha detto che c’era unanimità negli studi psicologici nell’escludere un danno per i bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso. Il senatore Lo Giudice gli ha chiesto come, allora, aveva potuto ieri il professor Gandolfini, rappresentante di Scienza e Vita, affermare il contrario. Lucidi ha riposto che gli studi psicologici che hanno detto che c’è un pericolo nell’affidare i bambini a coppie dello stesso sesso sono minoritari rispetto a quelli che sostengono la posizione opposta. A questo punto ho osservato che, evidentemente, non c’era unanimità, semmai una prevalenza. Al di là dell’episodio specifico, rilevo che – in questo campo e non solo – sono molto comuni le affermazioni assolute e definitive che poi si scoprono molto meno assolute e definitive. Abbiamo anche sentito giuristi sostenere che la sentenza della Corte Costituzionale imporrebbe di riconoscere alle coppie gay gli stessi diritti delle coppie sposate, cosa che palesemente non è. Per qualcuno ogni cosa vale per far passare le proprio opinioni, peraltro ampiamente minoritarie nel Paese».

Adesso cosa succede?

«Domani proseguiremo le audizioni ma il punto importante, emerso unanimemente dagli esperti convocati e da tutti i giuristi ascoltati, è che l’approvazione del testo Cirinnà sulle unioni civili, così com’è, porterebbe inevitabilmente alle adozioni senza limitazione alcuna anche per le coppie omosessuali, a causa di interventi di tribunali e della Corte Costituzionale. E’ bene dunque che gli italiani – il 70 per cento dei quali risulta contrario alle adozioni per coppie dello stesso sesso – sappiano che, se passa questo testo, contrabbandato politicamente per un semplice riconoscimento di taluni diritti a coppie che oggi ne sono prive, si avranno le adozioni per le coppie dello stesso sesso; con la conseguenza che, nelle scuole, sarà introdotta – direi imposta – l’educazione gender. E ai bambini verrà insegnato che possono nascere indifferentemente da un uomo e una donna, oppure da due donne o da due uomini, e che i legami omosessuali sono esattamente uguali e naturali quanto gli altri – anche per quanto riguarda la procreazione. Già oggi avviene in parte, domani sarà la regola che vale anche nelle scuole private».

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