NUOVO CODICE APPALTI. MALAN (FI): NEL DECRETO NUOVO TRUCCO PER EVITARE GARE CONCESSIONI AUTOSTRADALI

Ora l’ATIVA potrà evitare la gare, che – guarda caso – il Governo non ha ancora indetto?

“Ancora un mistero nel modo di legiferare del Governo, questa volta nel decreto legislativo contenente il Codice degli appalti. Le commissioni Trasporti di Camera e Senato avevano entrambe chiesto, nei loro pareri, di inserire una frase che avrebbe escluso l’uso del project financing per il rinnovo delle concessioni.

Il giorno stesso del Consiglio del ministri, il 20 aprile, il sito infoparlamento.it pubblicava un testo del decreto, verosimilmente quello entrato in Consiglio, che includeva quella frase alla fine del comma 1 dell’articolo 183, ma poi – sorpresa! – una manina la toglie e il Governo vara la norma che non la contiene. Qual è la differenza? La differenza è che i concessionari autostradali o di altre strutture o servizi dello Stato potranno ora evitare le gare, usando strumentalmente e impropriamente il project financing grazie al quale hanno il diritto di prelazione. In pratica, se qualcuno proporrà di fare lo stesso lavoro a un prezzo inferiore, il promotore – cioè il concessionario uscente, già avvantaggiato dall’essere tale – avrà la facoltà di accettare il ribasso proposto e aggiudicarsi comunque il lavoro. La conseguenza è che nessun altro affronta le ingenti spese per elaborare una offerta, perché, anche se sarà migliore di quella del promotore, questo potrà farla propria vanificando tutto il lavoro.

Tanto per fare un esempio, tutt’altro che casuale, la società Ativa, Gruppo Gavio, come ha annunciato alla commissione Lavori pubblici del Senato il 9 marzo, ha proposto un project financing per poter continuare a gestire la propria rete autostradale (tangenziale di Torino, autostrade per Pinerolo e per Ivrea) senza affrontare in pratica la concorrenza. Guarda caso, l’attuale concessione scade il 31 agosto prossimo e, nonostante sia noto che per una gara occorrono in media due anni, il Governo non ha ancora indetto la gara. Ipotizzando un rinnovo della concessione di 20 anni, stiamo parlando di un affare da 2,7 miliardi di ricavi di cui 1,4 di margine operativo lordo. Con la frase, poi eliminata dal Governo, su questo affare ci sarebbe stata concorrenza, con possibili ingenti benefici in termini o di riduzione dei pedaggi o di qualche vantaggio per lo Stato. E si tratta di una singola concessione: lo stesso gioco potrà essere fatto su tutte le altre. Non per nulla deputati e senatori, anche del PD, avevano chiesto di inserire quella frase. Purtroppo, il Governo si è dimostrato assai meno preoccupato del bene pubblico. Una cosa inaccettabile: il nuovo Codice degli appalti è buono, ma è inutile se, poi, quelli più importanti non vengono neppure fatti perché il Governo cerca in tutti i modi di evitarli”.

 

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