Con una fiducia dopo l’altra, l’Esecutivo non eletto zittisce il Parlamento eletto perché bisogna fare in fretta, presto e male

Un arretrato clamoroso di interrogazioni lasciate senza risposta, mentre il Governo si fa (letteralmente) gli “affaracci” suoi

Intervento in Aula sul decreto-legge riguardante la Scuola e la Ricerca

Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole alla proposta di non passare all’esame degli articoli, anche perché vorremmo evitare la 58º fiducia di questa legislatura, sempre che riusciamo a tenere il conto. Non è accettabile che questo sia diventato il metodo ordinario per approvare i disegni di legge. Il ministro Boschi, che è qui con noi, è reduce dall’aver fatto l’identica cosa alla Camera dei deputati, ponendo la fiducia su un provvedimento che non è stato possibile votare in Senato neanche una volta. Si è potuto votare la fiducia e basta: non un voto in Commissione, non un voto in Assemblea. Sulla scuola si è potuto fare qualcosa di più, però ci risiamo: siamo ancora in una situazione in cui non si possono approfondire i problemi. Strano che poi le leggi non funzionino!

Oggi affrontiamo il problema delle scuole. Quest’anno le scuole avranno forse la carta igienica, ma chi parla con il personale, le famiglie e gli studenti sa che le scuole versano in una situazione di grave carenza. Eppure si sono trovati i soldi per finanziare con 60.000 euro ogni posto di lavoro guadagnato con il Jobs Act, per poi scoprire che molti di questi posti di lavoro sono fasulli. Che strano! Il problema era stato posto durante la discussione parlamentare del provvedimento ma naturalmente, anche in quel caso, è stata posta la fiducia; perché bisogna fare in fretta, presto e male e – soprattutto – senza consentire al Parlamento di esprimersi. Ricordo che il Parlamento, sia pure con la legge elettorale che conosciamo, è eletto dai cittadini mentre il Governo no. La nostra Costituzione prevede questo, ma non sarebbe stato male se fosse passato attraverso un vaglio preventivo. Anche in questo caso, bisogna fare le cose senza discutere e, in particolare, non devono discutere e disturbare i parlamentari della Maggioranza, obbligati a votare i provvedimenti attraverso il meccanismo della fiducia. Questo meccanismo non ci va bene. Non ci va bene che il Governo continui così.

Signora Ministro, approfitto della sua presenza per dire una cosa. Non so come mai non indossi più la spillina arcobaleno che aveva alla Camera dei deputati. Forse qui ha la spillina della scuola. Il Governo dovrebbe rispondere almeno alle interrogazioni. Infatti, visto che i parlamentari non possono discutere dei disegni di legge e votarli, bisognerebbe che il Governo rispondesse almeno alle interrogazioni. Tre settimane fa, quest’Assemblea ha votato all’unanimità una mozione che impegna il Governo a rispondere alle interrogazioni su cui ha un arretrato clamoroso, di gran lunga peggiore di quello di tutti i Governi precedenti. Non abbiamo nessuna traccia. Mi dispiace far riferimento a una mia interrogazione ma la conosco meglio di quelle presentate dagli altri. Oggi i giornali riportano la notizia di un affare da 500 milioni di euro che dovrebbero essere incassati dallo Stato e che, invece, vengono regalati a una società privata. Mi riferisco all’autostrada Brescia-Padova, che può garantire a una banca un guadagno di 600 milioni di euro. Che sarebbero, però, dello Stato. Su questo tema ho presentato mesi fa interrogazioni e ne ho sollecitato la risposta. Presidente Grasso: mi rivolgo proprio a Lei, visto che il Governo non risponde alle interrogazioni. Sono addirittura arrivato al punto di chiedere l’accesso ai documenti ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241: il termine previsto di trenta giorni scade tra quattro giorni e, fino adesso, non vi è stata alcuna risposta.

Il Governo non vuole rispondere perché vuole fare gli affaracci suoi senza rendere conto a nessuno. Ecco perché votare a favore della proposta di non passare all’esame degli articoli è un’ottima cosa.

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