“A risultato acquisito nelle elezioni degli Stati Uniti d’America, emerge con particolare evidenza l’inadeguatezza della classe dirigente renzista, che ha scambiato le elezioni di un grande Paese sovrano per una contesa paesana, un derby o una passerella dove farsi vedere per impressionare gli ingenui e catturarne il voto. E che, a tali fini, ha scambiato le proprie altissime cariche nella Repubblica Italiana per quelle di piccoli vassalli di un Partito di un altro Paese, collezionando grossolane figuracce.
Non ha fatto onore né a Obama né a Renzi lo scambio di favori con il segretario del PD, che tenta di portare voti alla Signora Clinton in cambio del sostegno del Presidente Usa a una riforma che non conosce e che priverebbe l’Italia di quei ‘checks e balances’ – pietra angolare della Costituzione del 1787 – tutt’ora in vigore, con tanto di Senato potentissimo e bicameralismo perfetto. E, evidentemente, non ha giovato alla candidata democratica. E che dire di Federica Mogherini, che – non sola ma accompagnata da un’altissima carica istituzionale italiana – partecipa come claque alla Convention di investitura partitica di Hillary Clinton? O della ministra che, presso l’Ambasciata americana – che tra poco sarà guidata da una persona nominata da Donald Trump – fa inutili dichiarazioni di voto per la sua avversaria? Per non parlare della deputata del Partito di Governo che paragona il Presidente della più potente democrazia del mondo a un terremoto quando i terremoti veri hanno tragicamente colpito l’Italia…
Con un Governo adeguato, la nuova politica di Washington indicata dal Presidente Trump fin dal suo primo discorso da eletto potrebbe essere una opportunità dell’Italia che, invece, parte sottozzero per lo sgangherato comportamento dell’attuale Esecutivo, i cui esponenti poi snobbano la presunta rozzezza del vincitore delle elezioni. Di certo, non troveremo mai Donald Trump a manifestazioni di Partiti di altri Paesi”.