Con la certezza di avere, dal 4 dicembre, la Corte Costituzionale alle proprie dipendenze, il Governo continua a violarne la sentenza sulle pensioni

Il Governo sostiene di non avere i soldi da restituire ai pensionati, ma trova 20 miliardi per il fallimentare Jobs Act, 5-6 per l’accoglienza dei migranti che va ogni giorno a prendere in Libia e 1 miliardo per dare il bonus bebè anche a extracomunitari

Presentazione in Aula della Mozione di Forza Italia che impegna il Governo ad applicare la sentenza n. 70 del 2015 e restituire tutto il dovuto, a favorire la “flessibilità in uscita” senza penalizzare i lavoratori, ad aumentare le pensioni per i soggetti disagiati e a ridurre le tasse

Signora Presidente, chi non rispetta una sentenza di un giudice è sicuramente soggetto a gravi sanzioni, quantomeno l’esecuzione forzata di quanto stabilito dal giudice. Quale giudice più alto della Corte Costituzionale? Ebbene, nel nostro Paese, la Corte costituzionale, con una sua sentenza, ha stabilito a suo tempo che era incostituzionale la norma approvata nel 2011 in virtù della quale le pensioni sopra i 1.443 euro mensili lordi non dovessero essere rivalutate. La Corte Costituzionale, giudicata incostituzionale questa norma, ha dunque ordinato di restituire il dovuto a tutti i pensionati che erano stati colpiti da questo blocco. L’attuale Governo è intervenuto con un decreto-legge con il quale ha restituito all’incirca un ottavo – forse anche meno – di quanto la Corte Costituzionale ha stabilito.

Come definiamo uno che non applica le sentenze di un giudice? Tutto tranne che un tutore della legalità, eppure la parola «legalità» la sentiamo spesso da esponenti di questo Governo. Ciònonostante, quando si è trattato di venire ai fatti, questa non è stata attuata perché, secondo loro, non ci sono i soldi. A mio parere, non ci sono perché così si decide, perché per altre cose si sono trovati. Mi riferisco ai 20 miliardi per il Jobs Act, che hanno prodotto un grosso beneficio agli imprenditori, che hanno assunto più o meno chi assumevano prima (solo che, anziché pagarli, loro sono ora in buona parte a carico del contribuente) oppure ai 5-6 miliardi che sono stati trovati – come dice il Governo stesso – per l’accoglienza degli immigrati, prelevati fin nelle vicinanze delle spiagge libiche pur di averne di più. Si sono trovati i soldi per dare un miliardo agli extracomunitari ai quali è stato esteso il bonus bebè. Insomma: per le cose che si vogliono, i soldi si trovano; mentre, per i pensionati, non si sono trovati.

Contro questo decreto sono stati presentati vari ricorsi da parte di persone che sono state colpite dal suddetto decreto e che non hanno ricevuto quanto la Corte Costituzionale aveva stabilito. Mi sembra abbastanza probabile che la Corte Costituzionale intervenga ma non si sa, perché la Corte Costituzionale, nel frattempo, ha un po’ cambiato fisionomia, per cui potrebbe anche prendere delle decisioni un po’ diverse. Ci sono tanti pensionati che si aspettano giustizia, ed è vero che la giustizia l’hanno già avuta perché la Corte Costituzionale si è già pronunciata sulla base di ricorsi che sono sicuramente costati tempo, fatica e denaro: evidentemente, preparare i ricorsi e portarli avanti nelle varie istanze fin davanti alla Corte Costituzionale ha i suoi costi; ma, di fronte a questi costi, il Governo è inadempiente.

Allora, che dire a questo punto? Noi facciamo ciò che una forza politica di Opposizione può fare, quindi presentiamo una mozione che chiede al Governo di applicare pienamente la sentenza n. 70 del 2015, la quale stabilisce che gli adeguamenti al costo della vita devono essere corrisposti nella misura che ha stabilito la Corte Costituzionale e non in quella che, a capocchia, ha deciso il Governo.

In secondo luogo, chiediamo che vengano previste dalle forme di flessibilità in uscita senza penalizzare i lavoratori attraverso la riduzione del trattamento pensionistico e attraverso i mutui e i prestiti di cui si devono far carico gli aspiranti pensionati: perché questi ultimi non è che vogliono andare in pensione giusto perché hanno fretta di andare a pescare anziché andare il lavoro, ma perché magari hanno perso il lavoro e non sono in grado di trovarne un altro, anche per questioni di età.

Inoltre, chiediamo un aumento delle pensioni per i soggetti disagiati e di ridurre il livello di tassazione dei trattamenti pensionistici. Ridurli in che modo? Tanto per cominciare, ce ne sarebbe uno molto semplice che sarebbe anch’esso un rimedio a una palese incostituzionalità di un altro provvedimento, e cioè cessare la discriminazione per cui, tra due persone a parità di reddito, il dipendente – naturalmente, se ha determinati requisiti – prende i famosi 80 euro, mentre il pensionato no – cosa palesemente incostituzionale. Solo che, anche in questo caso, non si è riusciti ancora ad andare davanti alla Corte Costituzionale con un ricorso in proposito, anche perché i costi sono certi ma i benefici incerti visto che il Governo non applica le sentenze niente meno che della Corte costituzionale.

Dunque, questo è lo spirito della richiesta che avanziamo in modo molto preciso con la nostra mozione.

C’è un’altra cosa che non dipende da noi: l’esito del referendum. Mi sembra chiaro che un pensionato che voglia mettere una croce sugli arretrati che gli spettano ha una via molto breve: votare sì al referendum, così avremo la blindatura in breve tempo anche della Corte Costituzionale, che dipenderà dal Governo: così non ci saranno più sentenze che danno fastidio al Governo e quest’ultimo potrà tenersi illegalmente i soldi che la Corte Costituzionale ha detto che bisognava dare ai pensionati. Con una Corte costituzionale al servizio del Governo, queste cose possono succedere. Invece, se non passa il referendum, avremo ancora una Corte costituzionale indipendente; con tutti i suoi limiti, naturalmente, ma indipendente. Credo che questa sia una tutela per tutti: oggi è una tutela per i pensionati, domani potrà essere una tutela per chiunque altro.

In altre parole, avere delle istituzioni sane che funzionano bene serve anche nelle questioni molto pratiche come, ad esempio, quanto spetta di pensione; e quanto spetta non secondo i calcoli del pensionato ma secondo quanto ha stabilito niente meno che la Corte Costituzionale. Vorrei vedere, se altri Governi avessero violato in modo così aperto una sentenza della Corte Costituzionale, cosa sarebbe successo: il putiferio, l’illegalità, la democrazia calpestata, i giudici della Corte Costituzionale calpestati. L’ha fatto il Governo Renzi e, a quanto pare, questo non crea grossi problemi alla grande Stampa che sostiene il Governo e non crea grossi problemi alle forze politiche di Governo. Crea, però, un grosso problema ai pensionati, che si vedono derubare del frutto del loro lavoro.

Testo integrale della Mozione

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