ASTI-CUNEO. MALAN (FI): PRESENTATO ESPOSTO, INDAGINI IN CORSO

“Ho presentato il mese scorso un esposto sulla incredibile vicenda dell’autostrada Asti-Cuneo alle Procure competenti, all’Autorità Nazionale Anti Corruzione e alla Corte dei Conti, e oggi so che le indagini di stanno muovendo.

Un’infrastruttura già costata al Contribuente oltre un miliardo e mezzo, senza contare il pagamento del pedaggio, ma che – a 26 anni dal primo affidamento dei lavori – è ben lontana dall’essere realizzata, con grave danno per il territorio.

Oggi si parla del raddoppio dei costi e del clamoroso ritardo nei lavori come se fosse una calamità naturale, mentre dietro c’è una serie di scelte ben precise di cui qualcuno porta la responsabilità. Il centro della vicenda è che – dopo varie vicende negli anni ’90, tutt’altro che cristalline e duramente stigmatizzate dal Consiglio di Stato – la società ATI vinse la gara del 2003 per la costruzione dell’autostrada, sulla base del suo impegno a completare l’opera entro cinque anni e mezzo, al costo di 988 milioni, accettando le condizioni poste nel bando di gara e rilanciando sulle cifre. Ma negli anni sono state cambiate le carte in tavola e ATI ha versato un quarto di quanto inizialmente stabilito, anni dopo la scadenza prevista ha realizzato solo pochissimi lavori e ora pretende dallo Stato ulteriori risorse per costi raddoppiati.

È evidente che ATI non ha trascurato nulla per la propria convenienza, traendone enormi vantaggi – primo fra tutti, la proroga di 10 anni della concessione sulla Torino-Piacenza, che procura margini d’esercizio di oltre 100 milioni all’anno. Dall’altra parte, il suo socio pubblico ANAS e – sopra l’ANAS – il Ministero Infrastrutture e Trasporti non hanno tutelato l’interesse dello Stato, creando enorme danno al Piemonte e all’Italia. Spetta ai magistrati stabilire le responsabilità e gli eventuali reati.

Oggi il socio privato lamenta lo scarso traffico scarso. In realtà, i passaggi sono inferiori solo del 28% a quanto previsto dall’ANAS, ma si tratta di un dato molto positivo perché la previsione era a opera completata, mentre oggi è spezzata in tre tronconi e manca del tratto più importante. In secondo luogo, è stata proprio ATI a rilanciare liberamente sulle stime di traffico proposte in sede di gara dall’ANAS. E la crisi economica non c’entra nulla, visto che si riscontra un costante aumento delle percorrenze.

Queste richieste irragionevoli sono spalleggiate dal Ministro Delrio, che parla di ‘overdesign’, cioè di opera sovradimensionata e ipotizza – vista la difficoltà dell’ennesimo regalo al Gruppo Gavio di prorogare la concessione della Torino-Piacenza, operazione già tentata nel 2014 dal Governo – un percorso senza galleria o con la galleria a carreggiata unica, cioè non più un’autostrada, senza dire una parola sulle clamorose inadempienze della società privata.

Spero che la Magistratura possa difendere l’interesse pubblico, visto che chi ha la veste per farlo sembra più impegnato a difendere l’interesse di un privato”.

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