AUTOSTRADE. MALAN (FI): SCANDALOSI AUMENTI PEDAGGI

“Puntuali come le malattie di stagione, nonostante l’inflazione allo 0,1% secondo l’ISTAT, sono arrivati col Capodanno gli aumenti delle tariffe autostradali a rimpinguare i lautissimi guadagni dei concessionari, i quali – nella quasi totalità dei casi – non hanno mai vinto una gara.

Stride particolarmente l’aumento dell’8% sulla Bre.be.mi, flop causato da una colpevole sovrastima del traffico che, con questi rincari, si ridurrà ulteriormente. Particolarmente falcidiato il Piemonte, con l’aumento del 4,6% sulla Torino-Milano, del 2,5% sulla Torino-Savona e altri salassi sulle altre tratte. Ma, al di là delle percentuali, il vero botto lo fa il colosso Autostrade per l’Italia che, dopo aver avuto un margine operativo lordo di quasi 2 miliardi nel 2015 e nel 2016, ottiene un aumento dello 0,64% – oltre sei volte l’inflazione – che permetterà di pretendere dagli automobilisti 20 milioni in più nel 2017. Ma arriviamo a veri e propri paradossi: l’1,6% di aumento sulla Brescia-Padova, nonostante si sappia che da anni il concessionario ha incassato oltre 100 milioni più di quanto previsto dai piani finanziari. Anziché restituire agli automobilisti l’eccesso rispetto ai parametri previsti, si dà il via libera a un ulteriore salasso.

Paradossale anche la situazione della piemontese Ativa, che si vede concedere un aumento dell’1% nonostante la concessione sia scaduta da mesi – mentre il pedaggio dovrebbe servire solo a coprire la manutenzione e non l’investimento iniziale, dunque dovrebbe almeno dimezzarsi. Il concessionario continuerà, invece, a gestire la struttura senza averne più titolo, e gli si dà anche un ulteriore mancia a carico degli utenti. Analoga situazione sulla Torino-Piacenza, dove – nonostante già oggi ci sia un margine operativo pari alla metà degli incassi, e nonostante i clamorosi e colpevoli ritardi del Governo nell’indire una gara per il rinnovo della concessione ormai in scadenza determineranno certamente una proroga di fatto della concessione che scade a giugno – si concede un ulteriore aumento delle già salate tariffe. Infine, una bella mancia anche alla Venezia-Trieste, di proprietà della Regione presieduta da Debora Serracchiani. La concessione doveva essere messa a gara ma, proprio un anno fa, il Governo ha deciso di regalarla per trent’anni a una municipalizzata nuova di zecca, identica al precedente concessionario. Guarda caso, la municipalizzata e dominata da personaggi del PD”.

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