Con un decreto discusso con i beneficiari ancora prima di vararlo, il Governo proroga concessioni autostradali senza gara

Soltanto per il Gruppo principale beneficiario, si parla di 9,6 miliardi di euro di incremento del margine operativo lordo

Interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Premesso che:

i commi 1 e 2 dell’articolo 5 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, i cui termini sono stati prorogati dall’articolo 8 del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, consente tuttora ai titolari di concessioni autostradali di chiedere al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti modifiche del rapporto concessorio in essere, finalizzate a procedure di aggiornamento o revisione anche mediante l’unificazione di tratte interconnesse, contigue ovvero tra loro complementari, ai fini della loro gestione unitaria;

il comunicato pubblicato dal sito internet del Governo fin dal 29 agosto 2014, analogo a quello pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e l’intervista del Presidente del Consiglio dei Ministri, concessa il 3 settembre a “Il Sole 24 ore”, chiarivano che tale disposizione consentiva di prorogare la scadenza delle concessioni eguagliandola a quella più lontana nel tempo fra quelle delle tratte connesse;

tutte le concessioni in vigore non derivano da procedure competitive e la normativa consentirebbe di prolungare anche per decenni la presente situazione;

il gruppo di esperti di “lavoce.info” ha stimato che, per il solo Gruppo principale beneficiario del suddetto articolo 5, ci sarebbe un incremento del margine operativo lordo di ben 9,644 miliardi di euro, somma che proverrebbe dai pedaggi pagati dagli automobilisti e dalle imprese ovvero da un minore vantaggio per lo Stato;

su tale disposizione, palesemente contraria alle normative europee, si sono espresse negativamente l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e, per bocca del suo Presidente, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, e altri organismi;

per quanto risulta all’interrogante, dai giornali si desume con chiarezza che, dall’inizio di agosto al 13 settembre, tali disposizioni sono state discusse con i beneficiari, quantomeno al fine di sondarne la disponibilità a nuovi investimenti (stimati, nel comunicato di Palazzo Chigi, in 12 miliardi e 200 milioni di euro) il tutto prima di varare il provvedimento con lo strumento del decreto-legge, in virtù della sua presunta straordinaria necessità e urgenza, a quanto pare compatibile con l’attesa di un mese e mezzo dall’annuncio del provvedimento alla sua effettiva emanazione,

si chiede di sapere:

chi abbia curato i contatti con i beneficiari del decreto e in che modo tali contatti abbiano influenzato la stesura del provvedimento;

se coloro che hanno curato i suddetti contatti siano stati coinvolti nelle indagini e negli arresti dei giorni scorsi;

se il Governo non ritenga opportuno attivarsi, per quanto di competenza, al fine di abrogare le disposizioni del provvedimento e applicare le norme europee, dando il via alle procedure competitive per il rinnovo delle concessioni scadute o in scadenza, allo scopo di garantire i massimi vantaggi agli utenti privati, alle imprese e al miglioramento della rete autostradale.

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