Il Ministero, inoltre, firma il passaggio della concessione a una società interamente pubblica (affidamento in house) nonostante la presenza di numerosi soci privati: com’è possibile?
Interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Premesso che:
la concessione dei 210,2 chilometri dell’autostrada Autovie Venete S.p.a. scadrà il 31 marzo 2017; tale concessione ha registrato per il 2015 ricavi per 190,6 milioni, di cui 93,1 di margine operativo lordo;
dalla relazione ministeriale risulta che nel 2015, ultimo anno i cui dati sono disponibili, sulla rete Autovie Venete vi sarebbe stato un aumento dei transiti/chilometro del 2 per cento; dal 2010 al 2016 i pedaggi sono aumentati complessivamente del 57,1 a fronte di un’inflazione del 6,6 per cento;
in vista della scadenza della concessione, si sarebbe dovuto procedere almeno dal marzo 2015 a indire una gara per il rinnovo della medesima, invece il 14 gennaio 2016 il Ministro interrogato ha firmato protocolli di intesa per il passaggio della concessione a una società interamente pubblica, rinunciando ai benefici che potevano derivare dalla concorrenza fra diversi soggetti; in presenza di un margine operativo lordo che raggiunge il 48,8 per cento dei ricavi, pari a quasi quattro centesimi di euro per ogni chilometro percorso, era facilmente prevedibile un ribasso dei pedaggi di almeno un quarto rispetto a oggi, cioè un risparmio per l’automobilista di circa euro 2,90 per ogni viaggio Venezia-Trieste; ma il Ministro ha più volte sostenuto la convenienza della concessione in house;
al contrario, con decreto interministeriale, è stato stabilito l’aumento dei pedaggi sull’autostrada Autovie Venete nella misura dello 0,86 per cento, a fronte di un’inflazione dello 0,4 per cento, il che consentirà un margine ulteriore per la società di circa ottocentomila euro nel 2017, aggiunti agli altri 93 milioni, tutti a carico degli utenti;
chi paga le conseguenze, oltre alla competizione nel settore, sono gli utenti e il sistema economico, che potrebbe godere di tariffe assai più basse;
dal sito ufficiale risulta che Autovie Venete S.p.a. ha tutt’ora numerosi e consistenti soci privati – Friulia SpA per il 72%, Infrastrutture CIS srl per il 4,83%, Banca Popolare Friuladria spa (controllata da Crédit Agricole) per 1,96%, Generali Italia spa per 1,64%, Serenissima spa per lo 0,92%, Banca Nazionale del Lavoro spa per 1,01%, Intesa San Paolo spa per lo 0,76%, A4 Holding spa per lo 0,41% – cosa che pare escludere l’affidamento in house;
si chiede di sapere:
dove si nasconde la convenienza della concessione in house considerato che gli utenti delle Autovie Venete (Venezia-Trieste) sborseranno attraverso i pedaggi nel 2017 circa 94 milioni oltre a quelli necessari a coprire i costi;
quale sia il senso di un ulteriore aumento dei pedaggi in misura doppia all’inflazione, quando la concessione con l’attuale concessionario è ormai in scadenza e il margine operativo lordo è del 48,8 per cento dei ricavi;
come sia possibile l’affidamento in house in presenza di numerosi soci privati;
quali ulteriori passi siano stati dopo la firma del protocollo d’intesa del 14 gennaio 2016.