Per un Governo, rispondere alle interrogazioni dei senatori non è facoltativo bensì necessario

Regali miliardari a una società privata, spesa e prevenzione per l’endocardite, indottrinamento gender nelle scuole, voto dell’Italia contro la famiglia in sede ONU e consulenti del Governo che promuovo la pedofilia: dopo anni, ancora silenzio

Intervento in Aula per sollecitare le risposte del Governo alle interrogazioni e alle interpellanze presentate in Senato

Signor Presidente,

conto che la Presidenza – certamente Lei, ma soprattutto il vertice di quest’istituzione – si faccia portatrice presso il Governo della necessità di rispondere alle interrogazioni, perché non si tratta di un aspetto facoltativo o secondario – specialmente dato che alle opposizioni, ma in generale al Senato, vengono tolte le altre facoltà.

In quest’ottica, sollecito la risposta all’interrogazione 3-02216, firmata da me e dal senatore Gasparri, che chiede al Governo un intervento tempestivo per evitare che atti già fatti dall’Esecutivo regalino un miliardo e mezzo del contribuente ad una società privata senza che questa abbia fatto alcunché di utile per il Paese, né abbia altri titoli preferenziali, se non quello di aver già incassato soldi in passato.

Sollecito la risposta all’interrogazione 4-02972 dell’11 novembre dell’anno scorso, sul problema della gravissima malattia dell’endocardite, per capire quale sia l’approccio del Governo circa le spese e la prevenzione.

Sollecito la risposta all’interrogazione 2-00166 dell’11 giugno del 2014, più di un anno fa, sottoscritta in primo luogo dal senatore Giovanardi e da altri diciannove, fra cui io stesso, sul mancato invito dei parlamentari a tutte le cerimonie dei Carabinieri.

Sollecito, più delle altre, ma non per ultima, la risposta all’interpellanza 2-00252, a prima firma del senatore Amidei e con altre 56 firme, tra le quali naturalmente quella del sottoscritto, del 5 marzo 2015, che chiede al Governo che cosa intenda fare per rispondere alle interrogazioni.

Infine, sollecito la risposta ad una serie di interrogazioni e interpellanze riguardanti la questione dell’educazione nelle scuole e i problemi cosiddetti “del genere”: in altre parole, l’indottrinamento che, secondo alcuni, tra cui il sottoscritto, viene fatto nelle scuole, e sul quale il Governo fa dinieghi pubblici, ma non risponde alle interrogazioni. In particolare, mi riferisco: all’interrogazione 3-01418 del lontano 13 novembre, relativa al fatto che l’Italia ha votato contro la famiglia in una risoluzione al Consiglio dei diritti umani presso le Nazioni Unite, il 25 giugno del 2014, e sul quale il Governo ancora non ha dato spiegazioni; a due interpellanze del 23 dicembre 2013 e del 2 gennaio 2014, rispettivamente le 2-00106 e 2-00107, sull’irruzione delle organizzazioni LGBT nelle scuole; infine, all’interpellanza 2-00299 del 5 agosto 2015, a prima firma del senatore Giovanardi, cui seguono quelle dei senatori Gasparri, Malan e Formigoni, su una di dette associazioni, accreditata presso la Presidenza del Consiglio e che l’UNAR chiede sia accreditata presso le scuole, intitolata ad un personaggio la cui unica opera intellettuale è stata una sinfonia in onore della pedofilia e della pederastia, oltre che di alcune altre secondarie e meno dannose perversioni.

A tutti questi atti il Governo non ha mai risposto, benché sollecitato, salvo poi spingere perché vadano avanti determinati provvedimenti.

Infine, ultima davvero, vi è l’interpellanza 2-00306, del 2 ottobre, su un episodio in cui uno studente, che ha pubblicato foto pedopornografiche su Internet, è stato difeso a spada tratta anche da autorità scolastiche, e chi ha avuto dei problemi sono stati la scuola e l’insegnante.

Questo direi che è sufficiente. E spero davvero che il Presidente del Senato si faccia carico non delle questioni qui contenute, ma del fatto in sé: che il Governo deve rispondere alle interrogazioni. Non è facoltativo.

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