Siamo alla completa esautorazione del ruolo del Parlamento e, quindi, della sovranità popolare

Norme mai discusse o votate in Commissione inserite in maxiemendamenti imposti con la fiducia, meno di 15 ore per esaminare una Legge di Stabilità, provvedimenti sottoposti all’approvazione degli amici e negati ai rappresentanti del Popolo

Intervento in Aula sui rapporti tra il Governo e il Parlamento

Signora Presidente,

prendo la parola a seguito dell’intervento del senatore Volpi, che ha sollevato problematiche che certo non possono essere lasciate cadere. Il continuo spingere avanti il traguardo di determinate procedure innovative sta progressivamente delegittimando il Parlamento del suo ruolo, tanto più nel momento in cui queste procedure innovative vengono esplicitamente illustrate come sistema per fare il bene del Paese o, com’è stato detto, per superare l’ostruzionismo.

Sarebbe interessante sapere che tipo di ostruzionismo si intende quando, sulla Legge di Stabilità, lo scorso autunno in Aula abbiamo avuto meno di una giornata di trattazione e in Commissione pochissime ore inframmezzate da lunghe attese che il Governo risolvesse i suoi problemi, del tutto interni o forse addirittura interni al Partito della maggioranza di Governo. L’ostruzionismo, se si può definire così, era fatto dalla maggioranza. Una Legge di Stabilità che passa con un totale di ore effettive di esame in Commissione non superiore a dieci o a quindici rappresenta un primato di velocità che non si era mai visto in precedenza. Mi chiedo quale sia l’ostruzionismo che i senatori pensano di porre in essere sul decreto-legge milleproroghe – che, verosimilmente, avrà un passaggio del tutto formale, finto, in Commissione (alla faccia del Regolamento e della Costituzione) per, poi, venire in Aula con la fiducia dopo che anche alla Camera si è avuto un procedimento di questo genere perché si dovevano portare avanti le famose riforme che, secondo il Governo, avranno efficacia nel 2018. Ebbene, quando si dicono cose spudoratamente false per giustificare procedure estremamente discutibili, c’è davvero di che preoccuparsi.

E non basta. Oltre a quanto è stato detto dal senatore Volpi, ricordiamo un’altra innovazione: il ripristino della possibilità di inserire negli emendamenti sui quali viene posta la fiducia, di solito un maxiemendamento, norme che in Commissione non sono state discusse, non sono state approvate e non sono state convalidate dal mandato al relatore. Pratica che un tempo veniva seguita ma poi, guarda caso, per una ventina di anni non si è potuta seguire – proprio la ventina d’anni che ha coinciso con un periodo in parte del quale c’è stata una maggioranza di centrodestra. Guarda caso, i Governi di centrodestra non hanno potuto seguire questa pratica e ora, invece, improvvisamente si può. Questo stravolge completamente le dinamiche di approvazione dei provvedimenti, perché vuol dire che la maggioranza è padrona grazie a quel voto in più e, se fossero 50 voti in più, la questione non cambierebbe (voti, per inciso, originati da premi di maggioranza che la Corte Costituzionale ha detto essere incostituzionali).

Dunque cessa l’effettivo rapporto con il Parlamento. È il Governo che presenta decreti-legge immediatamente in vigore e poi presenta alcune correzioni. Basta vedere gli emendamenti passati sul decreto-legge milleproroghe: noi che abbiamo un minimo di esperienza sappiamo che la gran parte è di matrice governativa e fatta firmare dal relatore o da qualche senatore che presta la propria firma.

Ebbene, siamo alla completa esautorazione del ruolo del Parlamento, ma questo non è un problema di corporazione, non è il problema di un potere che sconfina nell’altro. «Contano le cose da fare», dicono i sostanzialisti, dimenticando che la nostra Costituzione è proprio la forma nella quale, come prevede l’articolo 1 della Costituzione, si esercita la sovranità popolare. Il problema è che il Governo, ben sapendo di avere questi strumenti a disposizione (il decreto-legge, la fiducia, il passaggio finto in Commissione), nei decreti-legge infila di tutto – e sappiamo bene cos’è questo di tutto che, peraltro, è conosciuto settimane prima e, quindi, qualcuno magari fa delle manovre in banca o delle operazioni finanziarie sapendo che cosa il decreto-legge conterrà.

Abbiamo visto come, con il decreto-legge “Sblocca Italia”, per un mese e mezzo il testo è girato per gli ambienti del Governo, per gli ambienti degli amici del Governo, per gli ambienti degli imprenditori e dei finanziatori amici del Governo, mentre i rappresentanti del Popolo non hanno visto niente. Ebbene, a questo va posto un freno.

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