Bisogna liberarsi dalla schiavitù del petrolio, ma senza massacrare il Contribuente e la competitività della nostra Nazione e di tutto il continente europeo

Oltre 700 scienziati in tutto il mondo affermano che la teoria del riscaldamento globale causato dalle attività umane non è dimostrata scientificamente

Intervento in Aula nella discussione di mozioni riguardanti le fonti energetiche rinnovabili

Signor Presidente,

non avevo chiesto di intervenire in questo dibattito ma ho sentito di doverlo fare dopo l’intervento del senatore Della Seta, il quale ha citato, travisandone totalmente il contenuto, alcuni documenti che sono stati presentati negli anni scorsi.

Punto primo: chi ha presentato questi documenti? Per quanto riguarda me e altri Colleghi qui presenti, e credo tutti quelli che hanno firmato quei documenti, nessuno se ne è pentito, nessuno è tornato indietro, non c’è stata alcuna resipiscenza.

Per quanto riguarda il contenuto dei documenti, è semplicemente falso che questi negassero la teoria del riscaldamento globale generato dall’uomo ma è vero che ne disputavano il dogmatismo, e non per introdurne un altro. Siccome, a tutt’oggi, non ci sono dimostrazioni serie che questo riscaldamento (che c’è) sia causato dall’uomo, poiché su questo punto vengono investiti a livello europeo centinaia di miliardi dei Contribuenti, che vengono dalle bollette che paghiamo tutti i mesi, senza che neppure questo finisca nella pressione fiscale, auspichiamo che ci sia un dibattito scientifico aperto e un confronto tra le varie posizioni. Con buona pace degli scienziati improvvisati e dogmatici, ci sono oltre 700 scienziati in tutto il mondo i quali affermano che la teoria del riscaldamento globale causato dalle attività umane non è dimostrata scientificamente. A chi ha firmato e a chi ha votato e ha approvato quei documenti – ricordo che il Senato li ha approvati – andrebbe riconosciuto questo, anziché attribuire loro false opinioni.

Facciamo un esempio: vi siete accorti del riscaldamento climatico negli ultimi mesi, nell’inverno più freddo degli ultimi quarant’anni? Dov’è il riscaldamento climatico? E dov’è il riscaldamento climatico nel mese di maggio più freddo degli ultimi anni? Naturalmente, so bene che non è significativo un anno o un mese rispetto alle grandi statistiche, ma non sono significativi neanche dieci anni. Come mai la temperatura, pur essendo parecchio aumentate le emissioni in atmosfera, non ha continuato ad aumentare secondo le previsioni catastrofiste che ci ammanniscono, ormai da quindici anni, i dogmatici del riscaldamento globale causato dall’uomo? Come mai questo aumento non c’è? Evidentemente non c’è una connessione, a mio parere.

Quello che, però, abbiamo affermato in quei documenti è che non si può partire da dogmi e spendere centinaia di miliardi del Contribuente per rendere il nostro Continente ulteriormente meno competitivo rispetto agli altri.

A molti è sfuggito un fatto: in omaggio a questo dogma del riscaldamento globale causato dalle emissioni nell’atmosfera, l’Unione europea intende applicare la carbon tax sui voli che arrivano e partono dall’Europa. Ebbene, la Cina ha protestato al riguardo ma, oltre a protestare, minaccia di revocare gli ordini per molti aerei che voleva acquistare dall’Europa. L’alternativa per la Cina esiste perché l’America del Nord e l’America del Sud distano esattamente quanto l’Europa ma non fanno pagare questa tassa. Di questo bisognerebbe rendere conto quando ci si erge a paladini dell’unica verità scientifica, e l’unica verità scientifica è un dogma antiscientifico: i paladini della saggezza contro coloro che vengono tacciati di essere degli oscurantisti. I non oscurantisti dovrebbero dimostrare queste teorie anziché accusare gli avversari di non farlo.

Nella fattispecie, parlando delle mozioni che abbiamo oggi al voto, condivido sicuramente un aspetto: quello di dare un minimo di certezza a coloro che hanno investito in questo settore. Questo sì. Ma ciò non vuol dire accettare tutto quello che questo implica.

Ricordo quanto affermato dal Ministro dell’Energia della Turchia – un Paese che tuttora, in questo periodo di crisi, cresce dell’8-10 per cento all’anno (quindi non è un Paese da trascurare, considerata la saggezza della sua gestione economica). Dunque, il Ministro dell’Energia, sollecitato a intervenire sull’uso degli incentivi per il fotovoltaico, ha affermato che gli incentivi devono essere investimenti e, in quanto tali, devono essere prestiti che possono rientrare; se tali prestiti non possono rientrare, vuol dire che si finanza un’attività antieconomica e, quindi, si utilizzano i soldi dei Contribuenti per finanziare attività che altrimenti nessuno farebbe. Mi sembra che questa definizione degli incentivi sia corretta.

Spero, dunque, che si proceda in tale direzione. Bisogna liberarsi dalla schiavitù del petrolio, ma bisogna farlo attraverso mezzi realistici, senza massacrare il Contribuente e la competitività della nostra Nazione e di tutto il continente europeo.

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