Intervento in Aula nella discussione dell’articolo 4 della delega al Governo in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro
Signor Presidente,
volevo osservare che il testo attuale dell’articolo 4, così come proposto dalla Commissione, già assegna poteri molto ampi al personale ispettivo del Ministero del Lavoro. L’emendamento 4.800, presentato dal relatore, sul quale naturalmente esprimerà parere favorevole avendolo scritto lui, assegna gli stessi poteri anche alle Aziende Sanitarie Locali per le materie di propria specifica competenza.
Stiamo parlando di una questione molto seria: la sospensione di un’attività imprenditoriale. Ricordo che la nostra Repubblica, secondo l’articolo 1 della Costituzione, è fondata sul lavoro. A parte il testo costituzionale, dovrebbe essere ben chiaro a tutti (forse questo andrebbe chiarito nelle scuole assieme alle mille cose che si vuole che nelle scuole si insegni) che tutto quello che noi abbiamo, tutto ciò che costituisce una risorsa per i cittadini viene dal lavoro e non dà garanzie di legge, perché queste ultime, senza il lavoro effettivo, non ci sarebbe, non avrebbe modo di sussistere.
Chiudere un’attività imprenditoriale, anche una sospensione provvisoria, può voler dire un colpo mortale. Ricordo che, se si ferma un’attività imprenditoriale, non è solo un danno per l’imprenditore – e non si capisce per quale motivo questo non dovrebbe meritare particolare cautela – ma anche per i lavoratori. Infatti, possiamo immaginare che il lavoratore venga pagato ugualmente anche se c’è un fermo imprenditoriale, ma può essere un fatto del tutto transitorio; in alcuni casi, un fatto talmente transitorio da non poter sussistere perché, evidentemente, un’azienda che è in queste condizioni può facilmente arrivare alla chiusura.
Allora, siamo sicuri che sia sensato attribuire poteri così ampi agli ispettori del Ministero del Lavoro e al personale dell’Azienda Sanitaria Locale, laddove le garanzie che generalmente vengono richieste per atti assai meno rilevanti assolutamente non ci sono?
Noi rischiamo di dare un colpo mortale alle aziende e consegnare questo potere non a magistrati – che, quantomeno, devono conoscere certe procedure legali – ma a persone che hanno competenza di un altro tipo: possono – e speriamo che la abbiano – avere competenza specifica per la tutela dei lavoratori e della loro salute.
Tra l’altro, parliamo di adempimenti anche formali – e sappiamo quanti e quali obblighi a volte del tutto formali ci sono per un’azienda – laddove si dice, in parte ragionevolmente con una definizione molto chiara, per di più in presenza di scarse garanzie, che una azienda può essere chiusa e riaperta; chissà se si riscontra un impiego di personale non risultante da scrittura o da altra documentazione obbligatoria se, in pratica, in uno dei tanti documenti, manca il 20 per cento dei dipendenti.
Credo che bisognerebbe essere molto attenti a questo, anche senza richiamarsi a un passato in cui vi era una furia ideologica di questo tipo, che portava a eccessi anche di applicazione della legge; credo che si dovrebbe usare prudenza nel decidere di mettere per iscritto che persone senza una adeguata preparazione giuridica possono sospendere attività imprenditoriali, rischiando di mettere sul lastrico del personale, di distruggere attività imprenditoriali.
Pertanto, è evidente che l’orientamento – mio e del mio Gruppo – sarà estremamente negativo nei confronti di queste misure.