Bisogna tutelare tutti gli orfani privati dei genitori a seguito di un reato violento

Non si può fare differenza tra i soggetti che hanno ucciso per stabilire se l’orfano è meritevole di attenzione da parte della legge. Rischiamo di approvare una legge monca, in nome della quale un atto di giustizia diventa di ingiustizia nei confronti dei bambini che si trovano nelle stesse situazioni

Intervento in Aula nella discussione del disegno di legge sugli orfani di crimini domestici

Signor Presidente,

il provvedimento che stiamo esaminando è nato da una riflessione molto condivisibile. Si parla spesso delle donne che vengono uccise dai loro mariti, compagni, ex mariti ed ex compagni – provocando non soltanto una evidente tragedia in sé, per la donna che viene uccisa, ma lasciando anche degli orfani in condizioni particolarmente difficili in quanto hanno perso la madre in un modo e il padre in un altro.

Di conseguenza, si è deciso di istituire delle misure, tutte condivisibili, per i bambini che si trovano in questa situazione. L’esigenza che ho descritto ha la sua piena giustificazione. Quante volte una legge, del tutto giusta e del tutto doverosa, è partita anche solo per un singolo caso che ha evidenziato qualche carenza nella legislazione o, comunque, l’esigenza di rinnovarla, di introdurre nuovi provvedimenti o di cancellarne di vecchi? Però il provvedimento, anche se nasce in questo modo, deve essere poi studiato in modo che abbia il suo equilibrio, il suo senso, i suoi criteri di costituzionalità, e non deve fermarsi al caso singolo. Certo, in questo caso non è singolo, perché si tratta di una serie di casi – lo sappiamo – che hanno fatto sentire questa esigenza, ma devono far percepire una serie di casi analoghi che possono presentare le stesse condizioni che hanno suscitato la necessità di approvare questa legge.

Noi abbiamo sostenuto che, certamente, la legge deve occuparsi del caso di quei bambini che si trovano ad aver perso, come ho detto, la madre in un modo e il padre in un altro – la madre, purtroppo, per sempre, mentre il padre non sempre è in vita. Perché sono frequenti i casi in cui, dopo avere perpetrato un uxoricidio (ci sono anche tanti casi in cui non si tratta di uxoricidio ma dell’uccisione della ex partner), queste persone si suicidano. Diversamente, costui va giustamente in carcere, anche a lungo, e spesso gli viene tolta la potestà genitoriale – per cui, questi bambini si trovano in una situazione particolare.

Tuttavia, non possiamo ritenere meno meritevoli di tutela tutti i bambini che vengono a trovarsi, a seguito di reati violenti, in una situazione analoga, improvvisamente, con la possibilità non infrequente – né per quanto riguarda il cosiddetto femminicidio, né per quanto riguarda altri tipi di reati violenti – che possano anche aver subìto essi stessi direttamente un trauma; quindi non solo la perdita del genitore o dei genitori, ma anche traumi per essere stati forse presenti o avere percepito in modo comunque diretto lo shock di questo atto violento.

Le nostre richieste sono state molto semplici. C’è, addirittura, chi ha parlato di ostruzionismo: no, noi abbiamo semplicemente difeso un criterio che ci sembra incontrovertibile – e cioè che, se si dà una particolare tutela ai bambini che hanno perso i genitori in questo modo, bisogna dare la tutela a tutti gli orfani che sono stati privati dei genitori a seguito di reato violento. Al momento in cui un bambino perde il padre e la madre, che l’uccisore sia stato l’ex partner della madre o un rapinatore o un terrorista, davvero non riusciamo a percepirne la differenza ed è davvero difficile sostenerla. L’unica spiegazione purtroppo residuale a questa – ahimè – ostinazione nel mantenere la legge riservata a quel particolare gruppo di bambini, è che si voglia fare una norma che va dietro alla cronaca. Noi sappiamo che molti fenomeni, in particolare di crimine, sono ritenuti particolarmente urgenti e pressanti non sempre in relazione alla effettiva frequenza, ma in relazione alla frequenza con la quale ne viene data notizia con grande rilievo dai mezzi di informazione. Noi sappiamo che qualunque omicidio è un fatto gravissimo, particolarmente esecrabile; è particolarmente esecrabile quello di una donna, per di più a opera della persona che ha o ha avuto il suo affetto. Anche se si parla molto di questo – che è un fenomeno certamente grave e che va prevenuto, combattuto e si deve andare incontro alle esigenze dei bambini che ne subiscono per primi e in modo gravissimo le conseguenze – non possiamo però dire, per il fatto che questo fenomeno suscita in modo particolare l’attenzione dei mezzi di informazione (i quali per vari motivi danno più rilievo a questo che ad altri fenomeni), che i bambini i quali si trovano nell’identica situazione – quella, cioè, di avere perso i genitori a seguito di reati violenti – non c’entrano perché la notizia che li riguarda non ha avuto la prima pagina ma, magari, la quinta o la settima o la cronaca locale.

Ricordiamoci anche che la Costituzione afferma che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, quindi non possiamo adottare lo stesso criterio con cui i giornalisti compongono i loro strumenti informativi. Naturalmente, ci sono notizie che colpiscono di più e altre di meno – al di là dei dati statistici: si può benissimo fare un telegiornale o un quotidiano in questo modo ma non una legge. La legge deve tutelare tutti.

Noi siamo pienamente d’accordo. Anzi: quest’idea nasce da un’iniziativa di Forza Italia. Siamo pienamente d’accordo, siamo sostenitori e iniziatori di norme che diano adeguato sostegno e prendano le misure opportune per proteggere i bambini che si sono trovati privati dei genitori a causa di donne che vengono uccise dal partner o dall’ex partner. Non possiamo, però, per questo chiudere gli occhi; anzi: deve essere l’occasione per prenderci cura anche di situazioni che hanno una conseguenza del tutto uguale, sia pure con cause diverse. Come si può fare differenza tra l’orfano la cui madre è stata uccisa dall’ex partner e quello la cui madre è stata uccisa da un rapinatore? Non si capisce come si possa sostenere ciò – e noi sosteniamo proprio questo, perché riteniamo che i bambini debbano avere sempre la massima attenzione.

Il problema è stato sollevato proprio da deputate di Forza Italia: facciamo una norma che funzioni e sia adeguata. Visto che il problema è stato suscitato, non possiamo lasciare che, un domani, degli orfani diventati tali a seguito di crimini violenti – ma che non rientrano negli stretti parametri previsti dalla norma che stiamo discutendo – debbano fare ricorso alla Corte Costituzionale. La quale dovrà affermare ciò che è assolutamente ovvio – cioè, che non si può fare differenza tra i soggetti che hanno ucciso per stabilire se l’orfano è meritevole di attenzione da parte della legge. Questo non deve affermarlo la Corte Costituzionale: lo capiamo facilmente noi. Basta avere la buona volontà.

Noi siamo per fare tutto il possibile perché ciò venga fatto. C’è lo spazio per approvare il provvedimento anche alla Camera. Certo che, però, bisogna farlo. Bisogna volerlo – altrimenti, approviamo una legge monca, in nome della quale un atto di giustizia diventa un atto di ingiustizia nei confronti dei bambini che si trovano nelle stesse situazioni, sia pur non con i parametri che in quel momento sono stati decisi.

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