“Tra le parlamentarie farsa e i proclami di Di Maio sulla Giustizia, assistiamo oggi a una celebrazione della voglia di Stato-padrone e di dittatura. Dal mitico computer di Casaleggio usciranno i risultati delle parlamentarie: insomma, una macchina prende il posto delle adunate oceaniche di un tempo. E poi, ecco la lotta alla corruzione prendere il posto delle emergenze, di quelle delle dittature del passato: in nome di esse, Di Maio annuncia la cancellazione dei diritti costituzionali alla libertà economica, alla segretezza della corrispondenza, alla libertà – se qualche inquisitore lo decide. Secondo Di Maio, allo Stato ogni arbitrio deve essere concesso, incluso quello di scegliere a priori il colpevole, mandandogli un agente provocatore per ‘indurlo in tentazione’ e giudicare, così, non un reato commesso ma la purezza di cuore dell’individuo. Insomma, lo Stato al posto di Dio, senza però la Sua misericordia e la Sua giustizia.
La corruzione va combattuta a fondo, per esempio facendo le gare per gli appalti anziché le proroghe per le concessioni autostradali come io denuncio da anni, a differenza del M5S. Ma, per loro, la lotta alla corruzione è solo una trovata elettorale e un pretesto per il potere assoluto dello Stato”.