Gli abitanti dell’Italia sono passati dai 22 milioni del 1861, quando i deputati erano più di seicento!, ai 60 di oggi, quando Grillo e Casaleggio vogliono ridurli a 400.
Ma il numero degli elettori è aumentato molto di più!
Dal 1861 al 1882 erano escluse tutte le donne, e fra gli uomini non poteva votare chi aveva meno di 25 anni, gli analfabeti e chi non avesse una elevata posizione sociale. In sostanza, avevano diritto di voto solo 600mila italiani: c’erano dunque 29 deputati ogni milione di abitanti, ma addirittura più di mille per un teorico milione di elettori.
Nel 1882 fu abbassata a 21 anni l’età minima per il voto, furono ammessi alle urne anche tutti coloro che avessero conseguito l’equivalente della licenza elementare, o fossero impiegati pubblici (tranne uscieri e operai), ufficiali e sottufficiali, nonché chi fosse stato per almeno un anno consigliere comunale o provinciale. Questo portò l’elettorato a un po’ più 2 milioni di aventi diritto.
Nel 1912-13 ci fu un grande balzo nell’elettorato: la nuova legge estese il voto a tutti i maschi sopra i 30 anni di età e ai 21enni alfabetizzati, purché maschi, per un totale di 8,4 milioni di elettori.
Nel 1929 vi fu l’unico grande taglio del numero dei deputati, voluto da Mussolini. Il loro numero scese infatti a 400, ma certamente molto rappresentativi… dell’unico partito consentito: il Partito Nazionale Fascista.
Ma formalmente i 14 milioni di aventi diritto erano ancora chiamati a votare, per approvare la lista dei 400 stilata dal Gran Consiglio del Fascismo, composto da una quarantina di membri (quadrumviri della Marcia su Roma, ministri, presidente di Camera e Senato, vertici delle organizzazioni fasciste, presieduti dal capo del partito e del governo, Mussolini. Nel 1939, invece, lo stesso Mussolini ritenne che quelle modalità di elezione e quel numero non andassero bene. Fece cambiare il nome della Camera dei Deputati in Camera dei Fasci e delle Corporazioni, composta da dignitari di partito e delle istituzioni, non più sottoposta al voto popolare (un “superamento della democrazia rappresentativa”, si dice oggi), ma forte di ben 949 membri. Insomma: persino il Duce trovò che, per un paese di 40 milioni di abitanti, 400 deputati fossero pochi, pur essendo comunque scelti da lui o dai suoi uomini più fidati.
La Costituzione entrata in vigore nel 1948 stabilì che i deputati, fossero eletti da tutti i maggiorenni, donne incluse, e fossero in numero di uno ogni 80mila abitanti, 613 in quell’anno. Dunque 21 ogni milione di elettori.
Una modifica costituzionale approvata nel 1963 ha poi stabilito il numero fisso di 630 deputati, indipendente dal numero di abitanti. Siamo così arrivati, nelle ultime elezioni tenute nel 2018, a 12,4 deputati ogni milione di elettori nel 2018, contro i 30 ogni milione dell’era mussoliniana. Con il taglio che ci sarà in caso di vittoria del Sì scenderemo addirittura a 8,1 deputati ogni milionie di elettori.