Sul DDL Zan si è seguita la strada sbagliata, per Fratelli d’Italia è meglio chiuderla qui.

Signor Presidente, Fratelli d’Italia voterà convintamente a favore della richiesta di non passaggio agli articoli, presentata dal senatore La Russa perché siamo convinti che le questioni vadano discusse in altro modo. Si è partiti con questo disegno di legge approvato alla Camera in modo dimostrativo che è stato approvato affrettatamente, probabilmente pensando che si sarebbe arenato in qualche modo.

E poi c’è stata la volontà da parte di qualcuno di ritenerlo immutabile e incorreggibile, di non voler apportare alcuna modificazione, nonostante tante, tante voci si siano alzate non soltanto da esponenti politici del centrodestra e da persone che sono considerate probabilmente conservatrici, ma anche dal mondo della sinistra; anche mondo del femminismo si sono alzate tante voci per dire che questo testo è sbagliato. Dopodiché, questa intransigenza mal riposta si è ritorta e si sta ritorcendo contro chi l’ha messa in atto. Non voler modificare delle cose palesemente modificabili, che sarebbe desiderabile modificare in qualunque modo la si pensi, certamente non aiuta neanche lo svolgimento di un dibattito sereno.

Ricordo tra l’altro che in Commissione si stava facendo un lavoro molto interessante e le audizioni sono state di alto contenuto; sono state audite delle personalità sia contrarie all’impostazione di questo disegno di legge, sia favorevoli. Ebbene, si stava lavorando in Commissione, ma si è avuta la fretta di portare il provvedimento in Assemblea. Il risultato non è stato che in Assemblea si è potuto andare avanti con la discussione (c’è stata solo la discussione generale), ma è stato di impedire il lavoro in Commissione. Questo, già in partenza dal punto di vista anche procedurale, rende impossibile o comunque molto più difficile qualunque tipo di lavoro nel merito.

Fratelli d’Italia ha sempre dato la disponibilità a discutere delle misure che, ove lo si ritenga, possono essere prese per tutelare in modo ancora più efficace da atti di violenza, di aggressione e di molestie le persone in ragione del loro orientamento sessuale. Ma in questo disegno di legge c’è molto, molto altro; si è voluto mettere altro; si sono volute mettere delle definizioni, fin dall’articolo 1, totalmente ideologiche e peraltro anche formulate in modo assurdo, persino sposando la teoria gender, che è una teoria fondatissima, esiste ed è nata negli Stati Uniti. La professoressa Judith Butler è stata una dei suoi principali esponenti, nonostante qualcuno addirittura si sbracci per dire che questa teoria non esiste.

Tale teoria, che è molto complessa, in sostanza dice che non esiste alcun tipo di collegamento fra il sesso a cui si appartiene e l’orientamento sessuale. Pertanto, come c’è scritto anche nei documenti e in quella strategia nazionale contro le discriminazioni LGBT elaborata dall’UNAR (che l’articolo 8 di questo disegno di legge eleverebbe quasi a livello di legge), il fatto che un maschio ad esempio provi attrazione verso persone di sesso femminile e viceversa è solo una delle possibilità. E questo andrebbe insegnato nelle scuole. Andrebbe detto ai bambini: guardate, non fatevi chiudere negli stereotipi che vi hanno insegnato; forse siete nati maschi, ma magari vi sentite femmine; l’attrazione sessuale è ancora un’altra cosa.

Ebbene, se si vuole fare un’operazione ideologica, per di più di ideologie di questo genere, noi non ci stiamo. Ecco perché votiamo contro questo disegno di legge scritto male. Si poteva fare qualcosa di utile. Ricordo che già oggi evidentemente è punito ogni tipo di violenza, di aggressione, di molestia, di discriminazione nei confronti delle persone in ragione del loro orientamento sessuale. Ribadiamo che eravamo e siamo disposti a discutere qualcosa che vada in questo senso, ma diciamo no a un provvedimento che limita la libertà di espressione di tutti. L’ha dichiarato persino il suo presentatore: l’onorevole Zan ha detto che bisogna che la gente ci pensi due volte prima di parlare. Prima di parlare e offendere è una cosa, ma prima di parlare ed esprimere le proprie convinzioni è un’altra cosa; la gente deve essere libera di poterle esprimere.

Ricordo a titolo di esempio una sola cosa. Quando fu eletto papa Benedetto XVI l’onorevole Zan, l’eponimo di questo disegno di legge, fece un comunicato stampa con cui commentò in modo negativo l’elezione del cardinale Ratzinger a Sommo Pontefice, dicendo che sarebbe continuata la linea omofobica tenuta dal suo predecessore. Pertanto, a giudizio dell’onorevole Zan, sono ad esempio omofobi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Questa mi sembra già un’indicazione su come potrebbe essere interpretata questa legge. Come è stato detto da chi mi ha preceduto, si andrà davanti al giudice per ogni cosa. Ebbene, di fronte a questo non abbiamo dubbi nel votare a favore del non passaggio all’esame degli articoli perché si è seguita la strada sbagliata ed è meglio chiuderla qui. (Applausi).

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