Signor Presidente del Consiglio, il prossimo Consiglio europeo ha un’agenda molto fitta, importante per l’Europa e per l’Italia. Il fatto che l’attuale Presidente del Consiglio goda di un prestigio personale superiore a quello dei suoi predecessori degli ultimi anni è certamente un fatto positivo. Fratelli d’Italia le chiede di far pesare detto prestigio a favore degli italiani nelle varie questioni che verranno trattate, anche quando ciò potrà dispiacere a qualcuno dei nostri partner europei.
Sulla questione pandemia e vaccini, ha parlato con la consueta competenza ed eloquenza il senatore Zaffini; voglio solo aggiungere l’esortazione ad evitare, nella corsa ad essere i primi nelle limitazioni, nei divieti e negli obblighi, di arrivare al punto di farci bacchettare dal vice Presidente della Commissione europea, come è successo oggi, quando Vera Jourova ha praticamente detto che siamo andati talmente avanti che rischiamo addirittura la morte del certificato verde, il cosiddetto green pass, nel proposito per il quale era nato, ovvero semplificare gli spostamenti all’interno dell’Unione europea e non per gli usi che invece ne sono stati fatti nel nostro Paese.
Venendo al punto molto importante dell’agenda del Consiglio europeo, cioè la questione economica, il patto di stabilità è stato sospeso – sembra – fino al 2022. Questo vuol dire che fra un anno staremo discutendo – speriamo in modo più rispettoso del ruolo del Parlamento di quanto accade in questi giorni, in cui il Parlamento è praticamente escluso da una reale possibilità di incidere – una legge di bilancio per il 2023 sulla quale graverà il rischio di nuove misure di austerità, che potrebbero azzerare i risultati ottenuti finora, che comunque ci vedono ancora ben al di sotto del livello di prodotto interno lordo del 2019 e con un debito del 150 per cento, cioè 300 miliardi più di due anni fa, che graverà su di noi e sulle prossime generazioni; sempre che ci siano le prossime generazioni, perché questa è un’emergenza che non viene mai menzionata. Arriveremo quindi al totale del 150 per cento del rapporto-debito PIL, tenendo presente che dieci anni fa fu fatto cadere l’ultimo Governo del centrodestra guidato da Silvio Berlusconi perché eravamo arrivati all’insostenibile livello del 119 per cento, per cui c’è il rischio che molto presto si chieda conto di questo.
Le chiediamo pertanto, signor Presidente del Consiglio, un impegno a livello europeo perché il superamento di queste politiche di austerità sia a lungo termine. Sappiamo infatti che queste politiche di austerità a suo tempo hanno fatto addirittura aumentare il debito, sappiamo che ci saranno delle resistenze da parte di Paesi che hanno, per un verso, un livello di debito più basso di quello italiano e, per un altro, la convenienza a tenere l’Italia in posizione di svantaggio, perché temono la concorrenza dell’Italia, delle sue aziende e dei suoi lavoratori.
Le chiediamo – a proposito di economia – di difendere la specificità italiana sulla questione delle concessioni demaniali marittime, che oggi vede in pericolo centinaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro. (Applausi).
Strettamente connessa alla questione economica generale è la questione dell’energia, un altro punto dell’agenda del Consiglio europeo. È un punto particolarmente delicato, in un momento in cui il prezzo del petrolio è salito del 200 per cento e quello del gas del 30 per cento rispetto a due anni fa. Questo è un effetto del mercato. Ci sono, però, anche le politiche di transizione ecologica, che hanno dato un notevole contributo: il prezzo dei certificati, i cosiddetti permessi di emissione dell’anidride carbonica, che era sotto i 10 euro fino al 2018, a settembre di quest’anno era di 60 euro e oggi è di 80 euro, quindi c’è stato un aumento del 700 per cento. L’aumento del prezzo delle materie prime e dei certificati pesa tutto non chissà dove, ma sulle bollette delle famiglie e delle aziende. Diventiamo così meno concorrenziali rispetto a chi, come la Cina e altri Paesi cosiddetti emergenti, non ha bisogno di alcun permesso per emettere anidride carbonica. Le ambiziosissime mete poste a livello europeo, anche con l’accordo dell’Italia, tra l’altro consentono al nostro Paese una quantità di emissioni pro capite che è del 28 per cento inferiore a quella della Germania, che pure ha le centrali nucleari, e forse anche su questo bisognerebbe lavorare. Il divario è soprattutto con la Cina e con gli altri Paesi cosiddetti emergenti. Il risultato sembra essere che le produzioni italiane si sposteranno in Cina, dalla quale compreremo prodotti, come i pannelli fotovoltaici, per ridurre le emissioni, ma quei pannelli saranno prodotti senza limiti di emissione. Pertanto il saldo rischia di essere: meno posti di lavoro e meno ricchezza prodotta in Italia, più posti di lavoro e più ricchezza prodotta in Cina e addirittura aumento delle emissioni. (Applausi).
Noi del Gruppo Fratelli d’Italia, come conservatori, non possiamo che essere a favore della conservazione dell’ambiente: questo tema ci sta molto a cuore. Proprio per questo chiediamo di fare quanto serve all’ambiente e non quanto ci frutta magari una passeggera pacca sulla spalla nelle sedi internazionali e poi le spese le pagano le imprese, i lavoratori e le loro famiglie. Di certo siamo e saremo fermamente e duramente contrari a provvedimenti come la direttiva dell’Unione europea di cui si è parlato in questi giorni, che vieta la compravendita di case e anche il loro affitto, se sono di classe energetica inferiore alla classe E. (Applausi). Si tratta sostanzialmente di un esproprio, perché non è tuo quello che non puoi vendere, comprare o affittare. Abbiamo ottenuto – così sembra – una vittoria per il fatto che l’Unione europea ha fatto un passo indietro, ma le chiediamo, signor Presidente del Consiglio, non soltanto di battersi contro questo provvedimento – chiedo attenzione, anche se capisco che la Ministra sia un’ottima fonte di distrazione – ma anche, in generale, di evitare che queste cose saltino fuori dal nulla. Provvedimenti come questo vengono infatti architettati in totale segreto – contiamo però che almeno i Capi del Governo siano informati – e vengono fuori dopo. Una misura di questo genere deve essere discussa, ragionata, si devono poter ascoltare tutte le voci e non può venir fuori improvvisamente dagli uffici di Bruxelles.
Sottolineiamo poi l’importanza della collaborazione internazionale, specialmente sulla sicurezza informatica e anche sulla questione dell’immigrazione. Su 104.000 immigrati arrivati via mare nell’Unione europea, senza alcun controllo, ovvero senza permessi e senza sapere chi siano queste persone, 62.000 sono arrivati in Italia. A noi la cosa pare preoccupante. Lei stesso ha detto che queste persone, se non le trattiamo abbastanza bene, diventeranno nostri nemici. La cosa ci preoccupa un tantino, anche perché si è pure verificato qualche caso di terroristi che sono arrivati in questo modo. L’Italia non ha firmato quella lettera di 12 Paesi dell’Unione europea che chiedeva aiuto all’Unione per gestire l’immigrazione, eventualmente anche con la disposizione di barriere di vario tipo. Lei stesso però, qualche giorno fa, ha detto che l’immigrazione è fuori controllo. Credo dunque che un ragionamento tra le due considerazioni vada fatto: non possiamo solo parlare di accoglienza e solidarietà, perché naturalmente chi arriva e ha diritto a stare qua deve essere trattato bene, ma non possiamo accogliere chiunque.
Infine, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha detto negli scorsi giorni che auspica un’Europa che sia un gigante politico e non un gigante burocratico. Un gigante però deve avere un cuore, dei principi e dei fondamenti, altrimenti è un gigante pericoloso. In questo senso chiediamo che l’Europa rispetti i principi e le convinzioni dei suoi abitanti. Pensiamo a quando l’Europa architetta, sempre in gran segreto, la normativa che voleva vietare di usare i riferimenti al Natale, a Maria e ad altri nomi. C’è poi quel cosiddetto influencer, che si faceva passare per ambasciatore dell’Unione europea – pare non sia ambasciatore, ma è comunque un consulente del Parlamento europeo – che fa quelle foto vergognose, atteggiandosi a Vergine Maria con la barba. Dopo certe cose non stupiamoci se poi qualcuno non ha un sentimento immediatamente positivo nei confronti dell’Europa.
Lei, signor Presidente, ha firmato la lettera durissima fatta da alcuni Capi di Governo contro la legge passata in Ungheria che vietava la distribuzione di materiale omosessuale o pornografico ai minori. Ebbene, ormai è fatta; ho parecchi dubbi però che quella legge sia contro i principi europei, dell’Europa di Adenauer, De Gasperi e Schumann. Ma allora, se questo è il problema, parliamo anche dei Paesi che consentono l’utero in affitto, che è una vergogna e una barbarie, in cui i bambini sono una merce e le donne un mezzo di produzione. (Applausi).
Detto questo, ricambiamo gli auguri di buon Natale, nella speranza di un operoso lavoro in sede europea. (Applausi).