A 78 giorni dalle elezioni e 41 giorni dal giuramento, il Governo non ha – fortunatamente – niente da proporre e convoca il Senato per il 27 giugno

Fino ad allora, vivremo con le buone leggi in materia di lavoro approvate negli scorsi cinque anni dal Governo Berlusconi

Intervento in Aula per dichiarazione di voto sulla proroga di termini in materia di ammortizzatori sociali

Signor Presidente,

il Gruppo Forza Italia voterà a favore di questo decreto. Il provvedimento viene incontro a esigenze specifiche di lavoratori che si trovano a dover usufruire degli ammortizzatori sociali. Abbiamo sempre agito sulla base del principio secondo cui il miglior ammortizzatore sociale è che le imprese possano, il più possibile, avere un’attività produttiva ordinaria e proficua e, dunque, aumentino l’occupazione anziché ridurla, e che si possa trovare facilmente un lavoro nel caso lo si sia perso. Tuttavia, coloro che si trovano in tale situazione devono essere sostenuti.

Il nostro Governo lo ha sempre fatto negli ultimi cinque anni. Quello oggi al nostro esame è solo un provvedimento di proroga, tutto sommato marginale, mentre i provvedimenti rilevanti sono stati, in realtà, molti altri: ricordo la riforma del mercato del lavoro nonché le misure che hanno favorito l’uscita dal lavoro nero. Lavoro nero, infatti, vuol dire non soltanto meno introiti per il Fisco e per la Previdenza, ma anche concorrenza sleale nei confronti dei lavoratori regolari e delle imprese che assumono lavoratori regolarmente e che si trovano, così, a subire una concorrenza sleale da parte di chi non paga contributi e imposte.

Grazie a tale politica, nei cinque anni della passata legislatura, la disoccupazione in Italia si è ridotta del 2,3 per cento e si è arrivati al numero massimo di occupati nella Storia del nostro Paese, il tutto in un periodo in cui in Europa la disoccupazione aumentava (è cresciuta del 3,6 per cento in Germania, con un milione e mezzo di nuovi disoccupati, del 4 per cento in Portogallo, del 2 per cento in Olanda, e così via). Solo la Spagna – che veniva indubbiamente da un livello di disoccupazione decisamente più alto – nell’ambito dei Paesi dell’euro è riuscita a ridurre la disoccupazione come abbiamo fatto in Italia.

Ricordo che, contrariamente a quanto è stato detto, negli scorsi cinque anni è stata aumentata l’indennità di disoccupazione: in precedenza corrispondeva al 40 per cento della retribuzione e veniva erogata per sei mesi, con una proroga fino a nove mesi per gli ultracinquantenni; ora, invece, è stata portata a sette mesi per chi ha meno di cinquant’anni e a dieci mesi per chi ha cinquant’anni o più; inoltre, è stata aumentata dal 40 al 50 per cento dell’ultima retribuzione per i primi sei mesi. Quindi, vi è stata un’attenzione continua, che ha raggiunto risultati concreti a beneficio dei lavoratori e di coloro che cercano un lavoro.

Ricordo, altresì, che la percentuale del lavoro precario, di cui si è molto parlato, è rimasta la stessa di quella registrata cinque anni prima, per cui si è trattato di un aumento di occupazione buona e piena e, dei nuovi posti di lavoro creati, la gran parte è stata a tempo indeterminato.

Staremo a vedere ora i mirabolanti provvedimenti che la nuova Maggioranza intende proporre. Evidentemente, tutto questo desiderio di presentare nuovi provvedimenti, di porre rimedio a situazioni, di cambiare la politica non esiste; tutta questa fretta non c’è – tant’è vero che l’Assemblea del Senato è convocata per il 27 giugno, in quanto il Governo non ha nulla da proporci. Ricordo che il 27 giugno saranno felicemente trascorsi i primi settantotto giorni dalle elezioni e i primi quarantuno giorni dal giuramento del Governo. È evidente, dunque, che il desiderio di varare nuovi provvedimenti non c’è.

Fortunatamente, fino ad allora vivremo con le buone leggi approvate negli scorsi cinque anni dal Governo Berlusconi.

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