Doppia iniziativa sul fronte dell’utero in affitto per contrastare questa pratica, anche se commessa all’estero, e modificare le norme sull’adozione in modo da escludere la stepchild adoption. A mettere in campo entrambi i passi è stato il senatore Lucio Malan di Forza Italia, che da un lato si è rivolto al Ministro della Giustizia Andrea Orlando con una interrogazione e, dall’altra, ha annunciato la presentazione di un ddl al Senato.
Nell’interrogazione al Guardasigilli, Malan chiede di attivare un’ispezione giudiziaria alla Procura di Milano, dove oltre un anno fa era stato presentato un esposto contro l’associazione “Prepara” con l’accusa di promuovere pratiche di maternità surrogata – un passo che, però, non aveva prodotto alcuna iniziativa di verifica, con una “evidente inerzia rispetto alle notizie di reato ampiamente documentate”.
Per quanto riguarda la proposta di legge a prima firma Malan, questa modifica le norme sull’adozione stabilendo che i minori senza genitori possono essere adottati solo da coppie composte da un uomo e da una donna ovvero da singoli; il minore con un solo genitore può essere adottato solo da una persona di sesso diverso da quello esistente. La proposta di legge esclude soprattutto che i bambini fatti nascere all’estero con la pratica dell’utero in affitto possano essere riconosciuti in Italia come figli dai genitori e che questi ultimi siano punibili con una sanzione, salvo che il fatto non costituisca reato più grave. Il testo del ddl prevede che se un genitore priva il figlio dell’altro genitore naturale o l’abbia “in qualunque modo sottratto alla donna che l’ha partorito, il minore non può essere in nessun caso adottato dal coniuge”. Chiunque registri nell’archivio dello stato civile istituti anagrafici, familiari o parafamiliari non previsti dalla legge italiana sarà punibile con una multa da 5 mila a 10 mila euro.
“Le recenti sentenze dei tribunali, contrastanti tra di loro, confermano che sull’argomento è necessaria una legge chiara e univoca che non possa essere scavalcata da una legislazione creativa che tanti danni produce, e che dica chiaramente ‘no’ all’utero in affitto anche quando questa pratica avviene all’estero”, ha sottolineato Malan in una Conferenza Stampa a Palazzo Madama. In particolare, l’art.3 della proposta di legge Malan prevede che la pratica dell’utero in affitto sia punibile in Italia anche se commessa all’estero “nel caso i responsabili risiedano, anche dopo i fatti stessi, in Italia”.