ApItalia: Intervista a Lucio Malan sulle azioni della politica a difesa dell’apicoltura

Malan: “La politica ha fatto il suo dovere”

“La politica ha fatto il suo dovere, in favore del mondo dell’apicoltura, contrariamente a quanto si dice di solito. L’attenzione per questo settore non deve però terminare perché i problemi sono molteplici. Per esempio si dovranno dare risposte a medio termine riguardo ai farmaci da utilizzare per la cura delle malattie dell’alveare, si dovrà decidere in maniera inequivocabile se gli antibiotici potranno essere usati e quale quantità di residuo potremo permetterci nel miele. Per centrare l’obiettivo, politica e associazioni di settore dovranno lavorare insieme. La ricerca in materia d’api, poi, andrà incentivata”.

Ecco il pensiero del senatore Lucio Malan, convinto paladino dell’ape e dell’ambiente, che abbiamo sentito per i nostri lettori.

Onorevole, le api stanno morendo. Che cosa può fare la politica per venire incontro al mondo dell’apicoltura?

“Ho sempre avuto sensibilità alle tematiche ambientali, tanto che a dieci anni mi iscrissi di mia iniziativa al WWF – di cui non sempre ora condivido le singole posizioni, ma certamente la difesa della natura. Ho imparato a conoscere le api e l’apicoltura come realtà produttiva solo recentemente. Tutti conoscono e apprezzano il miele, ma pochi conoscono chi opera per renderlo disponibile sulle nostre tavole: un mondo straordinario di gente che lavora con orari incredibili, spesso spostandosi per l’Italia ad inseguire le fioriture. Elementi che suonano quasi magici o fiabeschi, ma – certamente – è una vita dura.

Durante la mia partecipazione ai lavori della commissione Ambiente del Senato, dal mese di maggio al dicembre del 2008, ho potuto audire i rappresentanti delle associazioni di apicoltori, in merito alla famosa questione dell’uso dei neonicotinoidi per la concia delle sementi. Contemporaneamente, ho scoperto che l’unico terreno che possiedo, recentemente ereditato da mio padre, era ed è condotto da un apicoltore con cui ho avuto qualche interessante chiacchierata. Ho così potuto riscontrare la gravità del problema non solo in Senato e attraverso i rappresentanti delle associazioni, e gli appelli al Governo per agire in questo settore sono stati da parte mia particolarmente convinti e consapevoli.

Sono perciò specialmente soddisfatto della prontezza con cui il Ministero delle Risorse Agricole e il Ministero del Welfare – che comprende fino ad oggi le competenze della Salute – hanno agito. Sia le notizie riportate dai mezzi di informazione, sia ciò che ho appreso da contatti diretti, sono molto positive: la politica ha fatto il suo dovere, contrariamente a quanto si dice di solito.

L’attenzione per questo settore non deve però terminare perché i problemi sono molteplici: per esempio si dovranno dare risposte a medio termine riguardo ai farmaci da utilizzare per la cura delle malattie dell’alveare, si dovrà decidere in maniera inequivocabile se gli antibiotici potranno essere usati e quale quantità di residuo potremo permetterci nel miele. Politica e associazioni di settore dovranno lavorare insieme. La ricerca in materia d’api andrà incentivata. In questa direzione vanno già le azioni di monitoraggio proposte dal Ministro Zaia ed i lavori per l’istituzione dell’anagrafe degli apicoltori, in discussione al Ministero della salute. Insomma, vogliamo chiaramente dare una mano agli apicoltori per giungere alle migliori soluzioni”.

Dunque alle Istituzioni è noto che mortalità e malattie delle api sono un problema da non sottovalutare. Non a caso le api non muiono solo per pesticidi ma anche per patologie: nosema, varroa, peste e virus – solo per fare qualche esempio. Non si potrebbe a tal proposito intervenire in modo più efficace?

“Al termine della fase di monitoraggio nazionale si dovranno delineare i principi guida per l’azione delle Autorità Sanitarie di controllo. A quel punto avremo non solo organi di verifica, ma anche di supporto all’attività degli apicoltori. Non dobbiamo lasciare che si sentano criminalizzati o abbandonati a se stessi, con lo spauracchio di organismi di controllo che sembrano loro solamente atti a reprimere. I controlli devono essere a favore di tutti coloro che lavorano seriamente e bisogna fare in modo che chi è in regola non abbia nulla da temere. Ci vorranno regole certe e meno burocratiche ed azioni di controllo omogenee per tutte le Regioni italiane, il tutto dovrà essere fatto presto e senza sprechi”.

Si parla tanto di agricoltura pulita e si fa tanto sensazionalismo sulla moria delle api e poi in concreto difettano provvedimenti ad hoc. Quali le ragioni che impediscono l’attuazione di una politica omogenea per l’intero settore?

“Occorre innanzitutto che gli apicoltori e le loro associazioni di rappresentanza si diano una linea omogenea che dia loro maggiore credibilità e dunque maggior peso. Altro punto fondamentale è l’informazione a tutte le autorità, a cominciare da quelle amministrative e sanitarie locali in quanto maggiormente vicine alla realtà del territorio. Anche il livello nazionale è importante, come si è visto nella vicenda dei neonicotinoidi”

Quello che Apitalia sta facendo con queste interviste è molto utile per fornire informazione e coinvolgere molti parlamentari su questo settore. Ho incontrato la vostra rivista sui banchi della Commissione ambiente e l’ho trovata un valido strumento di conoscenza su una realtà poco conosciuta. Spero che molti altri miei colleghi del Governo e dell’opposizione ne facciano uso come una sorta di terrazza affacciata sul mondo delle api e dell’apicoltura”.

Questione antibiotici. Gli apicoltori, i più, chiedono a gran voce una standardizzazione degli strumenti di analisi del miele. Che cosa pensate di fare?

“Per me e per la mia famiglia, che consumiamo una notevole quantità di miele, preferirei avere un prodotto senza residui farmacologici; ma bisogna anche consentire agli apicoltori metodi di cura efficaci. L’alternativa potrebbe essere quella di importare anche il miele dalla Cina, senza però avere più alcuna garanzia e danneggiando le economie degli apicoltori di casa nostra. Il miele deve restare quella meraviglia della natura che è sempre stato, ma i metodi che Virgilio insegnava nelle Georgiche duemila anni fa vanno aggiornati. La ricerca è fondamentale per dare le risposte migliori. Poi bisogna trovare metodi e parametri omogenei, applicati i quali non si devono più temere i controlli. La vita dell’apicoltore è abbastanza dura senza creare dei nuovi nemici pagati dallo Stato. Ai tempi di Virgilio questo non succedeva! Non sarà facile mettere tutti d’accordo ma è indispensabile affrontare il problema”.

Come incentivare la presenza dei giovani in apicoltura?

“Questo tema mi sta particolarmente a cuore: per anni mi sono occupato di educare i giovani nella scuola e nello sport, e pensare che qualcuno dei miei allievi possa trovare la sua strada in questo settore mi piace molto. I miei figli sembrano indirizzati su altre strade, ma anche loro potrebbero essere affascinati da questa attività.

Io sono nato e torno quasi tutte le settimane in Piemonte, nel verde intenso della Val Pellice che accompagna lo sguardo sino ai piedi delle Alpi, un territorio a radicata vocazione agricola che lo accomuna a tante altre aree geografiche del nostro bel Paese da nord a sud. Credo che l’apicoltura possa davvero rappresentare un settore economico da non trascurare e le amministrazioni locali dovrebbero agevolare questa attività che può rappresentare per i ragazzi un meraviglioso mestiere da imparare e per i Comuni un modo per riqualificare gli incolti.

Non c’è dubbio che la spinta per avvicinare i ragazzi al mondo delle api debba provenire dal territorio in cui vivono, dalla consapevolezza che diventare apicoltori oggi significa salvaguardare la salubrità dell’ambiente in cui si vive, contribuendo in maniera concreta a renderlo migliore”.

Non crede che sia giunto il momento di finanziamenti diretti agli apicoltori, facendo in modo che i soldi finiscano senza strani giri nello loro tasche senza transitare per le Associazioni di riferimento? L’attore dell’apicoltura è l’apicoltore, perché è così ignorato?

“Dovremmo chiedere agli apicoltori se sono soddisfatti dell’operato delle associazioni che li rappresentano e se si sentono tutelati da esse. Mi risulta che le Regioni erogano anche direttamente i finanziamenti a chi subisce morie; per il resto dipende molto dalla validità delle azioni intraprese sul territorio, la cui efficacia e correttezza è fondamentale. I fondi andrebbero veicolati sui progetti maggiormente condivisi, senza creare rigagnoli che arrivano ad iniziative la cui validità e discutibile. Gli apicoltori dovrebbero sempre pretendere che i fondi a loro destinati siano utilizzati per qualcosa che li interessa veramente.

Per ciò che è di competenza dello Stato, il Senato non si tirerà indietro. Sono importanti però le competenze regionali: i PSR sono uno strumento valido con cui le Regioni veicolano i finanziamenti verso coloro che ne fanno documentata richiesta. Andrebbe forse richiesto un dettagliato resoconto sul modo in cui il denaro viene speso”.

Non ritiene che sia giunto il momento di rivedere il Regolamento di polizia veterinaria?

“Capisco l’assoluta esigenza di avere uno strumento giuridico valido, che detti linee comuni a cui possano fare riferimento certo gli apicoltori di tutta Italia. Occorre rivedere il Regolamento di Polizia veterinaria. Torno a dire che i controlli devono essere una tutela, non una vessazione. Chi li fa deve intendersene innanzitutto di api e apicoltura e non essere un burocrate per cui il lavoro della gente è uno spiacevole imprevisto. Questo vale in tutti i settori, figurarsi in uno così peculiare”.

La rivista Apitalia ha lanciato una campagna per salvare le api dal pericolo estinzione. Perché la politica non l’appoggia?

“Una campagna di grande successo, visto il risalto mediatico soprattutto nei mesi scorsi. Una grande fascia dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale ha potuto apprendere la gravità di ciò che sta accadendo, certo è che spesso si tenta di chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. Speriamo non accadano più simili emergenze, ma intanto si è maggiormente diffusa la consapevolezza dell’importanza della presenza e dell’opera delle api.

Su di me potrete sempre contare”.

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