AUTOSTRADE, DAL MIT ANCORA UN REGALO A ATLANTIA

“Il Ministero delle Infrastrutture ha garantito nel 2020 altri 3 miliardi di ricavi a Atlantia sull’Autostrada Brescia-Padova (A4), basandosi su una deliberazione annullata dal Consiglio di Stato. In merito, è stata pubblicata la mia interrogazione al neo-ministro Enrico Giovannini, che ovviamente al momento non può sapere nulla di questi fatti accaduti negli scorsi anni, ma conto ora intervenga con decisione. Dopo l’apertura di una procedura di infrazione della UE sul tentativo di prorogare la concessione A4 senza alcuna specifica necessità, nel 2007 fu stipulata, con tanto di parere di Senato e Camera, una proroga della concessione, questa volta ‘in funzione della realizzazione della tratta Valdastico Nord’, a condizione che il completo progetto definitivo fosse approvato entro il 30 giugno 2013, poiché a UE può ammettere tale procedura per ‘la tempestiva realizzazione di opere considerate urgenti e improcastinabili’. Il 18 marzo 2013, il CIPE approvò, in linea tecnica, il solo progetto preliminare del solo 1° lotto Piovene Rocchette-Valle dell’Astico, a esclusione di vari tratti di cui non era stabilita neppure il tracciato, in sé del tutto inutile, tant’è vero che lo stesso CIPE disponeva anche che il progetto definitivo fosse consegnato entro i successivo 30 giugno, cosa che non è mai avvenuta. Incredibilmente, il 6 aprile 2020, la Direzione generale per la vigilanza sulla concessioni autostradali del Ministero convalidava la scadenza al 2026 della concessione, ritenendo che il progetto parziale della sola parte meno costosa dell’opera soddisfacesse la condizione di avere il progetto definitivo dell’intera autostrada Valdastico Nord. Già questo è un fatto del tutto inaccettabile, tanto più che, a 14 anni dalla proroga giustificata dalla ‘tempestiva’ realizzazione della ‘urgente e improcrastinabile’ nuova tratta, non ne è stato né costruito, né progettato in via definitiva neppure un centimetro e non lo sarà neppure negli anni che ci separano dalla scadenza del 2026. Ma c’è un fatto addirittura inconcepibile: al momento in cui quella Direzione del MIT approvava la proroga, la deliberazione del CIPE, sulla quale la proroga stessa si basava, era stata annullata in via definitiva dal Consiglio di Stato da più di un anno, e cioè il 21 gennaio 2019. Il ricorso in Cassazione contro quell’annullamento è poi stato ritenuto addirittura inammissibile. Insomma, il MIT non solo ha ritenuto che il progetto definitivo completo potesse essere sostituito da un parziale progetto preliminare, totalmente inapplicabile, ma ha ignorato, se non nascosto, che questo progetto preliminare di fatto non esiste essendo stato annullato dal Consiglio di Stato. Come se non bastasse, è stato anche ignorato che è in corso un’azione ingiuntiva della Corte dei Conti per danno erariale nei confronti dei vertici dell’ANAS del 2007 proprio per aver  il fatto che anche quella proroga è stata approvata senza i presupposti della fattibilità dell’Autostrada Valdastico Nord, stante la contrarietà della provincia di Trento. Ogni anno la A4 riceve oltre 430 milioni di euro di pedaggi, lucrando utili altissimi, che – in mancanza dei requisiti per la proroga della concessione – dovrebbero essere incassati dallo Stato, proprietario dell’autostrada.

Nel 2013 la maggioranza della società A4 era nelle mani di Banca Intesa, che nel 2016 l’ha ceduta alla società spagnola Abertis, a sua volta acquisita da Atlantia nel 2018. Insomma, in piena prima ondata della pandemia Covid, al MIT si pensava a ben altro, con l’ennesimo regalo al gruppo sul quale pesava il crollo del Ponte Morandi.”

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