AUTOSTRADE. MALAN (FI): GOVERNO CONTRO TORINO, SCIPPA L’ATIVA E FA PAGARE 5 VOLTE LA ASTI-CUNEO

“Ben venga il completamento dell’Asti-Cuneo, già in ritardo di molti anni, ma attenzione a cosa qualcuno cerca di far passare con questa operazione. Dopo il via libera dell’Unione Europea, vediamo cosa conviene e cosa è giusto fare per gli Italiani e per i piemontesi. Gli automobilisti e le imprese piemontesi non devono pagare cinque volte per la stessa cosa. Ed è inaccettabile che, con una mossa parallela, si distrugga una società come l’Ativa, che per il 18% è patrimonio degli abitanti della Città Metropolitana di Torino, nelle cui casse ha portato diversi milioni all’anno.

Tutti vogliamo che si completi l’Asti-Cuneo ma, per ottenere questo, dagli anni ’90 abbiamo pedaggi maggiorati sulla Torino-Piacenza (saliti del 71% dal 2007 a fronte di un’inflazione del 15%), dove degli 8,40€ che paghiamo da Torino ad Alessandria solo 3,36€ pagano le spese mentre il resto è margine per il concessionario, che ha il ‘merito’ di non avere realizzato la celebre incompiuta nonostante ne abbia avuto l’incarico sia nel 1990 sia nel 2003 – oltre, naturalmente, a pagare i pedaggi sulle tratte già operative, in gran parte realizzate dall’ANAS a spese del Contribuente. E continuiamo ancora oggi a strapagare, nonostante la concessione sia scaduta da un anno e il Governo non si decida a fare la gara per quella nuova, nonostante la legge lo obblighi a farlo. Ora, sempre per completare l’Asti-Cuneo, pagheremo anche sulla Torino-Milano, che verrà lasciata all’attuale concessionario per altri 4 anni: qui, dei 18,10€ che paghiamo per percorrerla tutta, meno di 6 euro coprono le spese – mentre gli altri sono di margine per il concessionario che, dal 2008, ha goduto di aumenti tariffari del 114% con un’inflazione al 12%.

Insomma: abbiamo pagato i lotti costruiti dall’ANAS, paghiamo sull’Asti-Cuneo, paghiamo due volte sulla Torino-Piacenza e, ora, pagheremo sulla Torino-Milano, sulla base della terza promessa di completare un’autostrada che avrà un percorso meno vantaggioso per l’automobilista e meno costoso per il costruttore rispetto a quanto previsto nella gara del 2003.

Più raffinato il gioco a danno dell’Ativa: il Ministero vuole fare – con molta calma, mentre concessionari incassano soldi che dovrebbero andare allo Stato, proprietario delle autostrade – una gara unica per Ativa e Torino-Piacenza, e forse anche altre tratte. Risultato: la società Ativa non potrà concorrere perché il suo oggetto sociale si limita alla rete attualmente gestita. Un fastidioso concorrente in meno per il Gruppo Gavio, che ora può sperare – anche grazie alle dimensioni accresciute – di essere l’unico concorrente. E intanto l’Ativa, che per il 18% è proprietà della Città Metropolitana di Torino, svanisce nel nulla. Quando si è trattato dell’autostrada del Brennero, il Ministro Delrio non si è fatto problemi e ha regalato senza alcuna gara per 30 anni la lucrosa infrastruttura agli enti locali – soprattutto Regione e Province di Trento e Bolzano. Evidentemente, gli oltre 2 milioni di residenti della Città Metropolitana di Torino contano assai meno per il Ministro Delrio del milione di trentino-altoatesini.

Spero che Chiara Appendino, Sindaco anche della Città Metropolitana, difenda il patrimonio di tutti noi e protesti con il Governo – che, peraltro, ha agito senza informare il Parlamento, senza essere dotato di pieni poteri dato che dovrebbe svolgere gli affari correnti, e in violazione della legge che vieta la proroga delle concessioni autostradali”.

Torna in alto