Avvenire: “Malan: Le colpe non solo di Guidi. Il Premier mise la fiducia, è faccia di bronzo”

di Alessia Guerrieri

Renzi prima “dice di metterci la faccia, ponendo la fiducia su quell’emendamento, ma poi sacrifica la faccia degli altri, stavolta del Ministro Guidi. Ha una bella faccia di bronzo”. Non basterà alcuna legge sul conflitto di interessi “se non c’è trasparenza e assunzione di responsabilità da parte del Governo”. Il senatore Lucio Malan (FI) ne è convinto: “Più che la telefonata del Ministro, fa scandalo che si vada avanti a suon di decreti e fiducie e che il Governo non risponda a più dell’80% delle interrogazioni parlamentari”.

Le dimissioni del ministro Guidi non sono state troppo affrettate?

È stata una scelta personale, anche perché solo lei è a conoscenza dell’intera vicenda. Ma potrebbe essere anche un gesto per ammorbidire le vicende giudiziarie. Telefonata o meno, le dimissioni dovrebbero essere dell’intero Governo.

Perché?

È stato il Governo a porre la fiducia sull’emendamento a favore di Tempa Rossa, quindi non ci sono responsabilità individuali ma collettive. Mettere la fiducia significa dire “Fidatevi di me”. Se la fiducia è mal riposta, non è colpa solo di un singolo ministro che fa le telefonate. Se poi, invece, è solo uno strumento per impedire la discussione, che non implica alcuna assunzione di responsabilità, allora ne dobbiamo riparlare. Senza la fiducia, sicuramente ci sarebbe stato un emendamento soppressivo o, quanto meno, una discussione franca.

Una legge sul conflitto di interessi poteva evitare tutto questo polverone?

La legge nel nostro Paese c’è, e l’ha fatta Berlusconi. Ma, nella vicenda Guidi, nessuna legge sarebbe bastata visto che è dalle carte delle indagini che si è saputo del convivente Federico Gemelli. Certo, non possiamo mica mettere dei marziani a governare e non possiamo, dunque, controllare ogni telefonata di ciascuno. Il punto, invece, è la trasparenza negli atti.

Sareste disposti a dialogare per scrivere insieme una nuova norma sull’argomento?

Ben venga, a patto che non sia qualcosa di elefantiaco che appesantisca la burocrazia senza tirar fuori molto, come è successo per l’anticorruzione. Ma lo si faccia in Parlamento. Anche perché non è possibile usare sempre la bomba atomica, cioè la fiducia o il referendum, quando basterebbe usare il cacciavite.

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