Chi ha autorizzato il Ministro Chiti a porre la fiducia, se il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e gli altri Ministri non ne erano a conoscenza?

Interrogazione dei senatori Malan e Pastore al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri per i Rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali e della Solidarietà sociale
Premesso che:

nella seduta del Senato di martedì 25 luglio 2006, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, On. Chiti, “a nome del Governo, a ciò espressamente autorizzato dal Consiglio dei Ministri”, ha posto la questione di fiducia sull’approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell’emendamento 1.1000, interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge n. 741, di conversione in legge del decreto-legge n. 223 del 2006;

risulta inequivocabilmente che il precedente Consiglio dei Ministri si è tenuto venerdì 21 luglio, dalle ore 10,40 alle ore 13,20, come riportato dal Comunicato stampa della Presidenza dello stesso Consiglio;

nel suddetto Comunicato stampa non viene menzionata l’autorizzazione all’apposizione della questione di fiducia su alcun provvedimento;

nella Conferenza stampa immediatamente seguente al Consiglio stesso, il Sottosegretario per la Presidenza del Consiglio, nonché segretario del Consiglio dei Ministri, On. Enrico Letta, chiestogli da un giornalista se il Consiglio avesse trattato la questione della fiducia sulle missioni all’estero e sulla cosiddetta manovra, rispondeva testualmente: “Il Governo ha chiesto l’autorizzazione a porre la fiducia ma non ha deciso ancora se usare o no questa autorizzazione. Assumeremo nei prossimi giorni la decisione se questa autorizzazione verrà utilizzata”; quando un giornalista ha chiesto se tale richiesta fosse stata fatta sulla cosiddetta manovra, il sottosegretario rispondeva: “No, sulle missioni”; veniva allora chiesto: “E sulla manovra? Sul decreto Bersani?”, e la risposta era: “Decideremo”; tali parole, verificabili nel video della conferenza stessa reperibile nel sito Internet di Palazzo Chigi, sono state anche univocamente riportate da diversi giornalisti presenti;

non solo l’inequivocabile affermazione del segretario del Consiglio dei Ministri, depositario in quanto tale delle decisioni di quell’Organo, non veniva smentita dai Ministri presenti alla conferenza, Amato, Gentiloni, Melandri e Ferrero, né seduta stante né in seguito, ma quest’ultimo, secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos alle 14,21 dello stesso giorno, “a margine della Conferenza stampa” dichiarava “Il Consiglio dei Ministri non ha autorizzato a porre la sulla manovra bis”; lo stesso lancio d’agenzia precisava che il Ministro della Solidarietà sociale aveva “confermato che la fiducia non è stata posta nemmeno sul pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni, ma solo sul rifinanziamento delle nostre missioni all’estero”; anche le parole del Ministro Ferrero non venivano smentite da alcuno;

la Costituzione stabilisce, inequivocabilmente, che il Consiglio dei Ministri ha carattere collegiale e che nessuno dei suoi membri può sostituirvisi,

si chiede di sapere:

se, quando e come il Consiglio dei Ministri abbia autorizzato il ministro Chiti a porre la questione di fiducia in merito al disegno di legge n. 741, di conversione in legge del decreto-legge 223 del 2006;

qualora ciò risulti vero, come sia possibile che il Sottosegretario e segretario del Consiglio dei Ministri non ne fosse a conoscenza;

come sia possibile che il Ministro Paolo Ferrero si trovasse nella medesima condizione;

per quale motivo la Presidenza del Consiglio dei Ministri non abbia ritenuto di chiarire la situazione;

se la notizia secondo cui la fiducia non era stata autorizzata abbia avuto riflessi sulle quotazioni delle società già turbate dai precedenti passi del tormentato iter del decreto in oggetto.

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