Chiediamo al Governo di difendere con determinazione gli interessi italiani e di tenere fede agli impegni che assume

Intervento in Aula per dichiarazione di voto sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 22 e 23 giugno 2017

Signor Presidente,

noi ringraziamo il Governo per il parere favorevole sulle nostre proposte, ma chiediamo al Governo di prendere sul serio gli impegni assunti in quest’Aula perché si tratta di impegni già assunti in altre circostanze.

In particolare, ricordiamo il cambiamento dell’ordinamento internazionale sul salvataggio in mare, le norme del Trattato di Dublino e il trattamento e il luogo dove devono stare le persone che arrivano in Europa (in questo caso, purtroppo, in grandissima parte nel nostro Paese). Ricordo che l’84 per cento di coloro che giungono in Europa arrivano in Italia. Chiediamo un particolare impegno sulla questione dei ricollocamenti – sapendo, però, che non è il ricollocamento a risolvere i problemi. L’anno scorso, sono giunte in Italia 181.000 persone con gli sbarchi ed era previsto il ricollocamento per 39.600 di queste. Se anche fossero state tutte ricollocate, i numeri sarebbero comunque schiaccianti. Bisogna, peraltro, tenere presente il fatto che i numeri ci dicono che quest’anno ci sarà un forte aumento degli sbarchi. In realtà, di quei 39.600 ricollocamenti solo 6.500 hanno avuto luogo. Non credo che manchino all’appello soltanto la Polonia e l’Ungheria. Pertanto, il problema vero è quello di fare davvero una politica di contenimento alla base.

Nella nostra proposta di risoluzione abbiamo citato un documento che non è solo del Gruppo Forza Italia, ma approvato dalla Commissione difesa del Senato, con cui si chiedono una serie di impegni precisi – dai corridoi umanitari fatti soltanto dagli Stati alla modifica della normativa internazionale, alla necessità che il coordinamento del salvataggio in mare coinvolga tutti quanti e non, come accade oggi, sempre e soltanto l’Italia. Come già detto in precedenza, il Presidente del Consiglio ha chiesto una politica comune sull’immigrazione, ma questo implicherebbe che il Governo italiano non voglia fare il primo della classe su una serie di aspetti. A parere di alcuni, infatti, in alcuni ambiti siamo arrivati a essere i primi della classe mentre, ad avviso di altri, a essere andati troppo in là e non creare alcun interesse ad avere una politica comune. Si approvano delle normative sui minori non accompagnati che la stessa maggioranza ha definito all’avanguardia e si vuole modificare la legge sulla cittadinanza, mettendoci – anche qui – al primo o al secondo posto in Europa in termini di generosità nell’elargire il diritto di cittadinanza (posto, peraltro, che già oggi la normativa italiana vigente concede tale diritto di gran lunga di più rispetto agli altri Paesi). Se si fa questo, non si può poi essere credibili o accettabili quando si va in sede internazionale a chiedere una politica europea comune.

Noi sosteniamo parecchi degli sforzi che il Governo sta facendo, in particolare per portare in Italia l’Agenzia Europea del Farmaco e l’Autorità Bancaria Europea. Oltre a noi, che diamo sostegno in Parlamento, la Regione Lombardia, nella cui giunta Forza Italia è tra i protagonisti, sta lavorando concretamente per dare soluzione a questi problemi. Siamo favorevoli anche alla politica europea di difesa comune. Prendo atto di quanto il Presidente del Consiglio ha dichiarato, cioè che si prevede un risparmio addirittura di parecchie decine di miliardi a livello europeo (c’è chi parla di 100 miliardi). Però, attenzione: quando dico che il Governo deve prendere sul serio gli impegni, mi riferisco anche agli impegni che esso stesso ha assunto. Ricordo che, il 4 settembre 2014, il Presidente del Consiglio Renzi parlò di portare le spese per la Difesa italiana a una cifra pari al 2 per cento del PIL. L’impegno fu preso dal Presidente del Consiglio Renzi. Quella del 2 per cento non è un’invenzione di Trump, ma una cosa molto vecchia che chiede la NATO e che, se fosse stata rispettata anche solo dal 2014, avrebbe richiesto molti miliardi di spesa in più.

In sintesi, ribadiamo la nostra richiesta al Governo di difendere con determinazione gli interessi italiani in sede internazionale e, in particolare, di tenere fede agli impegni che assume accettando le nostre richieste – in particolare sulla politica migratoria, sulla sicurezza, sulle questioni economiche e sulle sanzioni alla Federazione russa, che parecchio danneggiano la nostra economia.

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