Con Meloni Presidente del Consiglio, Italia protagonista in Europa

Signora Presidente del Consiglio, colleghi senatori, abbiamo una certezza sul prossimo Consiglio europeo e questa certezza è che l’Italia vi andrà da protagonista e non da comprimaria. (Applausi). Chi ci rappresenterà, presidente Meloni, non andrà alla ricerca di photo opportunity o di pacche sulle spalle da parte dei presunti leader che contano, perché sarà un leader che conta (Applausi) e conterà perché rappresenta l’Italia, Stato fondatore dell’Unione europea, terza economia oggi in Europa e tra le prime 10 nel mondo. Ci sarà poi anche qualcosa di più degli ultimi mesi: conterà perché ha l’appoggio di una coalizione coesa, ha una prospettiva di lungo periodo e non i soliti nove-quindici mesi che abbiamo quasi sempre visto in passato ed è espressione diretta del voto degli italiani, cosa che è apprezzata nei Paesi democratici. (Applausi). Conterà poi ancora di più perché conosciamo bene la sua determinazione e la preparazione accurata con la quale arriva a tutti gli incontri, cosa che le ha fatto guadagnare, insieme al sostegno di cui gode, il rispetto e il prestigio internazionali anche in questi pochi mesi.

Sulla questione dei migranti, ha già spiegato accuratamente la posizione: si vogliono evitare ulteriori sciagure come quella cui abbiamo assistito con dolore nelle scorse settimane e riportare anche il fenomeno migratorio al controllo della legge e non dei trafficanti di esseri umani. Questo è molto chiaro e la politica del Governo in ciò è stata lineare e coerente. Siamo dunque davvero sconcertati di fronte ad alcune posizioni, che abbiamo visto replicate anche in Aula.

Per esempio, abbiamo letto con sgomento e con sdegno le dichiarazioni del presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, Iratxe García Pérez, che ha detto che il nostro Presidente del Consiglio ha le mani sporche di sangue, un’affermazione veramente riprovevole per la sua disonestà e truculenza. Potremmo chiederci se non sia stata imbeccata da qualche membro italiano del suo gruppo, cioè del Partito Democratico. Penso di no, altrimenti sarebbe stata informata che, negli anni dal 2014 al 2017, con Presidenti del Consiglio del Partito Democratico, i morti nelle acque intorno all’Italia sono stati 13.700. (Applausi). Pensiamo dunque che non sia stato un esponente del Partito Democratico a informare la capogruppo spagnola del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo.

C’è dell’altro, però: non si tratta solo di gestire l’emergenza migranti, con gli arrivi, gli sbarchi e le partenze; meno partenze è uguale a meno morti, questo è chiarissimo e questa equazione è assolutamente innegabile, ma si tratta anche di avere una politica più ampia, come in quello piano che lei ha coraggiosamente ipotizzato e chiamato “piano Mattei”, cioè un piano nei confronti dell’Africa che supplisca a decenni di assenza da parte dell’Unione europea, anche perché negli ultimi dieci anni sembrava, a livello internazionale, che l’Unione europea partisse a nord delle Alpi. A sud delle Alpi non c’era nulla e dunque perché interessarsi dell’Africa? Sappiamo molto bene che l’Africa è un versante importantissimo per l’intera Europa e naturalmente per l’Italia, che è la Nazione più vicina all’Africa.

Con lei, presidente Meloni, l’Italia ha una posizione ben chiara sulla questione ucraina e nel supporto all’Ucraina, cosa che non si può dire, evidentemente, dell’attuale opposizione. Faccio presente che il partito Alleanza Verdi e Sinistra, alleato principale del Partito Democratico nelle elezioni di pochi mesi fa, ha scritto nella sua risoluzione di voler interrompere completamente qualsiasi supporto di carattere militare. La stessa cosa è scritta nella risoluzione del MoVimento 5 Stelle, auspicando una pace, però io chiedo: senza aiuti di carattere militare, come farebbe l’Ucraina ad esistere, aprire e portare a termine qualunque tipo di negoziato di pace (com’è nell’auspicio di tutti)? A meno che si pensi di non mandare le armi, contando però che lo faccia qualcun altro; direi che questa non è una posizione responsabile, che anzi metterebbe l’Italia in uno stato di isolamento grave e dannoso a livello internazionale, non soltanto dal punto di vista politico.

Sulle questioni economiche, il nostro Governo va a Bruxelles con dati estremamente positivi. Contrariamente alle previsioni dei catastrofisti di casa nostra, le cose sono andate all’opposto. Altro che tracollo: la borsa è salita del 26 per cento dalle scorse elezioni, lo spread è sceso di 37 punti, il prezzo del gas, da quando si è insediato il Governo, è sceso del 58 per cento, non certo solo per l’azione italiana, ma anche grazie all’azione dell’Italia a livello internazionale. Addirittura il debito è sceso di 15 miliardi. Ho sentito poc’anzi la collega Floridia del MoVimento 5 Stelle dire che il debito pubblico negli scorsi due anni sarebbe sceso dell’11 per cento, forse facendo qualche acrobazia con la percentuale sul PIL, basandosi sul fatto che nel 2020 il prodotto interno lordo è sceso del 9 per cento. Con questi giochini, scendendo, se uno si abbassa, ma riduce e accorcia il metro, facendolo diventare di 60 centimetri, allora è cresciuto. Il fatto è che, da gennaio 2021 a ottobre 2022, il debito pubblico è aumentato di 199 miliardi: questi sono i dati della Banca d’Italia. (Applausi).

Il nostro Governo difenderà gli interessi degli italiani e condivide gli obiettivi di difendere l’ambiente (chi è più attaccato alla difesa dell’ambiente dei conservatori?), ma bisogna farlo in modo razionale, possibile e socialmente ed economicamente sostenibile.

Rispetto alla direttiva sulle case green, rivendichiamo con orgoglio di esserci opposti, sia come Governo, sia come Gruppi parlamentari di tutto il centrodestra al Parlamento europeo. (Applausi).

Tante volte avete parlato, anche adesso, del carovita che è aumentato e dell’inflazione, che non è un fenomeno che si è verificato solo da ottobre scorso, quando si è insediato il nuovo Governo, ma era già ampiamente presente nei mesi precedenti. Vi chiedo se abbiate letto i dati secondo i quali la direttiva sulle case green prevedrebbe interventi sul 70 per cento delle unità abitative italiane, se non l’80-85 per cento, che costano ciascuno non meno di 45.000 euro, salvo ulteriori aumenti dovuti all’accumularsi in tutta l’Europa di persone che userebbero le stesse materie prime e gli stessi materiali, magari anche le stesse imprese; 45.000 euro che graverebbero su ogni proprietario di unità abitativa e che per gli inquilini, che ovviamente non li sosterrebbero direttamente, rappresenterebbe (basta fare alcuni semplici calcoli) un aumento dell’affitto di non meno di 200 euro al mese. (Applausi). Se questo è un modo per aiutare i cittadini di fronte all’aumento del costo della vita, direi che è il modo sbagliato. (Applausi).

Sulle auto, anche qui si dovrebbero aiutare i lavoratori, coloro che cercano un lavoro e l’economia italiana in generale; le tempistiche sbagliate di questa direttiva farebbero perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro e moltissime persone dovrebbero rinunciare ad avere l’auto. Ricordo una cosa: il senatore Misiani ha detto che l’alternativa dell’elettrico è irrinunciabile ed importantissima; anche noi siamo d’accordo che è importantissima, ma allora come mai negli scorsi anni nessuno ha pensato di fare anche solo un impianto per lo smaltimento delle batterie al litio? (Applausi). Le auto elettriche hanno le batterie, che alla fine devono essere in qualche modo smaltite e in Italia non c’è neppure un impianto. Penseremo anche a questo, ma non è facile riuscire a fare tutto subito. Lo faremo, abbiamo una prospettiva davanti.

Presidente Meloni, lei va al Consiglio europeo di Bruxelles con il sostegno convinto della maggioranza del Parlamento e dei tantissimi cittadini che fermano ciascuno di noi parlamentari, quando ci incontrano mentre andiamo in giro nella vita di tutti i giorni, e ci dicono di andare avanti così e di tenere duro. (Applausi). Noi sappiamo che con lei siamo in buonissime mani e che la sua forza viene anche dal fatto che tra poco più di un anno si voterà per il Parlamento europeo e l’Italia potrà avere ancora più forza. (Applausi).

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