CONTE RISPONDA ANCHE IN SENATO SU ‘QUESTIONI DI FAMIGLIA’

Nella conferenza stampa di ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha prontamente risposto alla domanda di una giornalista sulle presunte cene al ristorante con la sua compagna. Almeno ora che ha ufficializzato in televisione questo suo legame, dovrebbe rispondere all’interrogazione firmata dal senatore Ferro, da me e altri 23 colleghi sulla norma “salva-suocero” inserita nel decreto da lui firmato, che trasforma il mancato versamento di 2 milioni di euro di tassa di
soggiorno da parte del padre della sua compagna da reato punibile fino a dieci anni e sei mesi in una evasione fiscale sanabile pagando una semplice sanzione.
Le domande sono semplici: conosceva la situazione del suocero, sapeva che tra le norme urgenti anti-Covid da lui firmate nel maggio scorso c’era anche questa che non c’entra per nulla? Visto che per il regolamento del Senato avrebbe dovuto rispondere entro venti giorni dalla pubblicazione dell’interrogazione avvenuta il 18 agosto, conto che almeno mercoledì 9 in Senato colga l’occasione come ha fatto nella conferenza stampa di ieri sera. Purtroppo l’attenzione per il Parlamento non è il punto forte del Presidente del consiglio che ieri sera ha illustrato un Dpcm alla stampa anziché depositarle alla Camera o al Senato nella forma prevista dalla Costituzione, cioè il decreto-legge.

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