Energia: il prezzo è ancora troppo alto rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea – anche del 70 per cento sulla media

Un danno per le nostre aziende, già in difficoltà per una Giustizia che non funziona e per un Fisco e una burocrazia soffocanti

Interrogazioni a risposta immediata al Ministro dello Sviluppo economico sugli interventi per le crisi aziendali e il sostegno alle imprese e iniziative in materia di energia, con particolare riguardo alle fonti rinnovabili e alle attività estrattive

 

Interrogazione del senatore Malan

Gentile Ministro,

in Italia il settore delle energie rinnovabili copre il 16,7 per cento dei consumi finali di energia. Si rilevano però alcune criticità, in particolare per la scadenza degli incentivi per le fonti rinnovabili elettriche – a esclusione del fotovoltaico. In generale, il prezzo dell’energia è ancora troppo alto rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea – anche del 70 per cento sulla media – ed è gravato da imposte che rallentano i processi d’investimento e crescita e, naturalmente, danneggiano fortemente la competitività di tutte le nostre aziende. Appare strategicamente fondamentale per il nostro Paese la valorizzazione delle grandi fonti di approvvigionamento e la creazione di grandi reti di distribuzione energetica internazionali e intercontinentali.

Le chiediamo pertanto, Signor Ministro, quali azioni il Governo intenda intraprendere per promuovere a livello europeo lo sviluppo di reti transfrontaliere bidirezionali per il trasporto dell’energia, in considerazione di un surplus di produzione dell’energia elettrica che potrebbe essere ceduto ad altri Paesi. Quali misure e quali risorse il Governo intende adottare per continuare a sostenere nei prossimi anni il settore delle energie rinnovabili, anche allo scopo di migliorare la redditività degli incentivi? Quali sono i provvedimenti che il Governo intende adottare nel settore dei carburanti di origine biologica, che nel nostro Paese attualmente non possono essere utilizzati, contrariamente a quanto avviene in parecchi altri Paesi – anche in via di sviluppo? Quali misure, infine, sono state adottate e si intendono adottare per coniugare gli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra – peraltro presi contro il parere formulato da questo Senato in due diverse legislature – con gli obiettivi di crescita industriale e di ripresa economica?

 

Risposta del Ministro Guidi

Per quanto riguarda la promozione delle energie rinnovabili, queste ultime – insieme all’efficienza energetica – rientrano certamente tra le nostre priorità di azione, anche a lungo termine. Per questo, occorre rafforzare gli elementi di razionalità, coerenza e organicità nelle nostre politiche di incentivazione.

Per il fotovoltaico, il tetto di 6,7 miliardi di euro annui è stato raggiunto a giugno 2013 quindi, dal successivo luglio 2013, non sono più disponibili per questa tecnologia incentivi tariffari espliciti. Per le altre fonti – qui anticipo un prossimo decreto in procinto di essere emanato – il tetto, come è stato ricordato, è fissato in 5,8 miliardi di euro l’anno. Attualmente il contatore del GSE indica 5,7 miliardi di euro l’anno. […]

…con riferimento ai biocarburanti, l’Italia non solo è in linea con gli obiettivi europei ma, anche grazie ai decreti adottati tra la fine dell’anno scorso e l’inizio del 2015 dal Ministero dello Sviluppo economico, si è recentemente dotata di una disciplina addirittura all’avanguardia al livello europeo, che fissa target sfidanti e valorizza i biocarburanti avanzati.

Testo integrale

Replica del senatore Malan

Grazie Ministro, è indubbiamente difficile intervenire con il tempo a disposizione, che non consente di approfondire tutti gli argomenti.

Lei ci ha dato una risposta sui biocarburanti, per cui noi siamo all’avanguardia. Poi, magari, in un’altra fase, ci spiegherà come mai, però, in Italia non si possono usare.

In secondo luogo, il problema di fondo è un’energia elettrica che – ho visto gli ultimi dati che sono riuscito a trovare sui mercati elettrici europei – vede in Italia costare 45 centesimi quello che in Germania costa 30 e in Francia 20 centesimi al chilowatt/ora. Questo è indubbiamente esiziale per le nostre aziende, già in difficoltà per una Giustizia che non funziona e per un Fisco e una burocrazia soffocanti. Su questa strategia si pagano gli errori del passato, con chi ha voluto un referendum che priva l’Italia di una fonte di energia particolare – rendendo praticamente acefalo l’intero nostro piano energetico che, per altro, si è voluto anche abrogare con lo stesso referendum.

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