Famiglie: la più bassa natalità in tutta l’Europa, il regime di tassazione peggiore al mondo e due anni di leggi che le disgregano

Il Governo allarga il bonus bebé a extracomunitari già prolifici e trascura le famiglie italiane

Interrogazione a risposta immediata del senatore Malan al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie con delega alla Famiglia, Enrico Costa

Signor Presidente, signor Ministro, l’Italia è il Paese europeo a più bassa natalità; l’indice di natalità è tale da coprire appena la metà del numero dei morti che ci sono nel nostro Paese. In altre parole, o la nostra popolazione è destinata a decrescere fortemente oppure – come alcuni teorizzano e come, in ogni caso, sta succedendo – si tratta di sostituire gli Italiani con persone che vengono da fuori nei modi che ben sappiamo. Questo non è dovuto alla pigrizia degli Italiani o alla sfortuna ma al fatto che l’Italia ha, nei confronti della famiglia, uno dei regimi di tassazione peggiori al mondo o forse, secondo alcuni studi, il peggiore. Una famiglia che abbia un bambino riceve una detrazione – sempre che sia a reddito basso (altrimenti non riceve neppure quella) – che neppure ripaga della maggiore IVA che si trova a pagare per le necessità di questo bambino.

Vorrei, dunque, chiedere al Ministro che cosa concretamente intende fare il Governo visto che, nei primi due anni – ormai quasi due anni e mezzo di attività – per la famiglia ha ottenuto i risultati che ho descritto, oltre a spingere per tutte quelle leggi che tendono a disgregare la famiglia e a rendere più facile il divorzio che non il cambiamento di gestore telefonico.

Risposta de Ministro Costa (estratto)

Tutti gli interroganti hanno centrato il tema della denatalità, che è il vero problema che affligge il nostro Paese. Lo indicano le statistiche ma il dibattito parlamentare, quello tra i cittadini, i problemi dei cittadini ce lo fanno percepire al di là di ogni numero statistico. Il fatto che, come ha evidenziato il senatore Malan, il tasso di fecondità si avvicini sempre più al numero 1 piuttosto che al numero 2 è preoccupante, in quanto indica un dimezzamento delle generazioni. Pensiamo altresì all’età media delle mamme che aumenta e alle preoccupazioni evidenziate dal senatore Barani sugli indici di povertà che sono direttamente proporzionali al numero dei figli.

Oggi è, quindi, necessaria una politica aggressiva proprio per sostenere le famiglie con i figli e anche quelle con un figlio, atteso che il problema e la prospettiva di tante giovani coppie è anche finalizzata a far nascere e crescere un figlio. Se andiamo ad analizzare i costi medi per educare un figlio fino alla maggiore età, vediamo che sono molto pesanti e che, normalmente, il 35-40 per cento della spesa della famiglia è orientata all’educazione e al mantenimento del figlio. È necessaria un’attenzione particolare ma bisogna dire che sono stati posti in essere diversi atti; ho detto che sono frammentari e, forse proprio per questo, non c’è una capacità di focalizzazione.

Risposta integrale

Replica del senatore Malan

Signor Ministro, riconosco che Lei riveste questa carica – e, in particolare, ha avuto la delega per la famiglia – da pochissimo tempo ma, francamente, non credo che dalle sue parole le famiglie italiane abbiano tratto il proposito di ingrandire il loro numero; perché il testo unico è un’ottima cosa ma non credo che sia quello che ci si aspetta, specialmente se rimane da solo.

Resta il fatto che il Governo ha trovato i soldi per estendere il bonus bebè anche agli extracomunitari che di figli ne fanno già tantissimi, tant’è vero che nei loro Paesi sono troppi e vengono qui, e ha trovato i soldi per dare 60.000 euro per ogni nuovo posto di lavoro alle aziende. Se si desse un terzo di quello che costa ogni immigrato all’Italia alle famiglie che fanno bambini, avremmo un boom demografico e dovremmo fronteggiare una bella emergenza: quella di avere nuovi asili nido e nuove scuole.

Purtroppo, la politica del Governo, fino a oggi, ha totalmente trascurato la famiglia. Il Suo vantaggio rispetto al Capo del Governo è che almeno Lei non ha fatto promesse che poi non manterrà, però Lei non ha fatto neppure le promesse.

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