Finanziaria 1996: se non riusciamo a tagliare 5mila miliardi quest’anno, vorrà dire che la manovra di 60mila miliardi dell’anno prossimo sarà tutta basata su nuove tasse

Intervento in Aula nella discussione sulla formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato

Signor Presidente,

il problema di questa manovra di fine anno è che essa, a seguito dell’emendamento approvato da una legittima maggioranza parlamentare, dovrebbe essere realizzata solo con i tagli di spesa. Vorrei rilevare che noi abbiamo indicato i criteri con i quali operare tali tagli. Lo abbiamo fatto nella cosiddetta clausola di salvaguardia e potremmo scendere in maggiore dettaglio, con proposte che abbiamo avanzato in occasione dell’esame di questa legge finanziaria o in altre sedi.

Se è impossibile tagliare 5 mila miliardi quest’anno, come sarà possibile fare una manovra da 60-70 mila miliardi il prossimo? Sarà forse una manovra solo di nuove tasse su sigarette e benzina? Se non riusciamo a tagliare 5 mila miliardi quest’anno, vorrà dire che la manovra di 60 mila miliardi dell’anno prossimo sarà tutta basata su nuove tasse. Io non credo che gli Italiani vogliano questo, né che l’economia del nostro Paese possa sopportare una tale situazione.

Sono sempre più convinto che il Polo e la Lega Nord abbiano fatto bene ad approvare l’emendamento che consentirà di evitare la stangata di fine anno e di procedere, finalmente, a dei tagli di spesa!

I deputati del Gruppo Federalisti e Liberal-democratici sono, peraltro, indignati per l’atteggiamento del Ragioniere Generale dello Stato, il quale ha diffuso un documento di contenuto prettamente politico, volto ad affossare la validità dell’emendamento approvato. In esso si prevedono lacrime e sangue! Crediamo che le strutture di supporto, come la Ragioneria Generale dello Stato, dovrebbero solo fornire la propria collaborazione al Governo e non prestarsi a strumentalizzazioni politiche al servizio dell’Esecutivo o, piuttosto, di una parte politica che lo sostiene. Abbiamo anche ipotizzato la richiesta di dimissioni del Ragioniere Generale dello Stato perché egli è andato al di là dei suoi compiti, svolgendo un ruolo politico.

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