Imposto con la fiducia, in espropriazione del diritto costituzionale del Parlamento, l’emendamento moltiplica per cento le anomalie che il Presidente Ciampi rilevava nel 2004
Intervento in Aula nella discussione della questione di fiducia sulla Legge Finanziaria 2007
Signor Presidente,
è difficile sintetizzare i danni che questa finanziaria farà al nostro Paese. I tanti interventi hanno toccato in modo molto interessante parecchi aspetti. Io vorrei toccarne un numero molto ristretto.
Intanto, dal punto di vista economico, che dovrebbe essere – ed è- il punto principale di questa manovra, si potrebbe sintetizzare in questo modo: noi, il Governo Berlusconi, riducendo le aliquote delle imposte siamo riusciti a far salire il gettito; in questa manovra abbiamo sicuramente un ampio aumento delle aliquote e delle imposte, quanto al gettito vedremo i risultati: sicuramente ci saranno coloro che pagheranno di più, ma il gettito bisognerà vedere come andrà perché, purtroppo, le attività di molti subiranno un netto peggioramento con conseguente riduzione dell’imponibile, e quindi, anche aumentando le aliquote, c’è il rischio di una riduzione del gettito: un danno allo Stato, un danno ai cittadini, una riduzione della libertà dei cittadini.
Questa Finanziaria, però, non si accontenta di toccare l’ambito economico, ma spazia su ogni ramo dello scibile e della legislazione. Dalla coalizione che si batté con tanto impegno nella campagna referendaria, opponendosi a qualunque modificazione della Costituzione in nome della salvaguardia del ruolo del Parlamento, ci saremmo aspettati un maggiore rispetto; anzi: un rispetto – perché qui non ve n’è traccia – per le istituzioni e per il Parlamento, in particolare.
Osserviamo che in questa legislatura, ormai iniziata sette mesi fa, la maggior parte dei provvedimenti viene approvata con un voto di fiducia; con pochi voti, per di più vincolati dalla fiducia, si fa la maggior parte della legislazione. Questa è, di fatto, un’espropriazione del diritto riconosciuto al Parlamento dall’articolo 70 della Costituzione, che prevede che la formazione delle leggi spetti alle Camere; mentre le Camere, in realtà, sono ridotte a mera ratifica di decisioni prese altrove, a volte all’ultimo momento, spesso raffazzonate anche dal punto di vista formale e molto spesso rovinose per il Paese. Su questa Finanziaria è stata posta la fiducia. È sicuramente legittimo porre la fiducia sulla Finanziaria, ma la Finanziaria dovrebbe limitarsi al compito che la legge le affida, e cioè effettuare gli aggiustamenti dei conti e assumere provvedimenti di carattere finanziario necessari al buon andamento dello Stato per l’anno seguente. Inserire nel disegno di legge finanziaria ogni sorta di argomento, i provvedimenti più vari, farne un documento di dimensioni mostruose e poi porre la fiducia, questo è un vulnus alla prerogativa riconosciuta alle Camere di formare le leggi.
Questo emendamento unico che sostituisce interamente il testo della Finanziaria è 5 volte più lungo della «Divina Commedia», 33 volte più lungo della Costituzione italiana, 52 volte più lungo della Costituzione degli Stati Uniti emendamenti compresi (mentre, se consideriamo il solo testo originale, è 92 volte più lungo). Infine, scritto con i caratteri utilizzati per redigere il resoconto del Senato, costituirebbe una riga lunga 1.650 metri, ampiamente sufficiente a raggiungere da qui il Colle del Quirinale dove, credo, avranno i loro dovuti dubbi e problemi a firmare questo testo quando avrà terminato il suo passaggio parlamentare.
Dico ciò anche perché vi è un messaggio dell’ex Capo dello Stato, il Presidente Ciampi, ora nostro Collega, che affronta questo problema. Il Presidente Ciampi, nel suo messaggio sull’Ordinamento giudiziario del 16 dicembre 2004, scrisse: «Con l’occasione, ritengo opportuno rilevare quanto l’analisi del testo sia resa difficile dal fatto che le disposizioni in esso contenute sono condensate in due soli articoli, il secondo dei quali consta di 49 commi ed occupa 38 delle 40 pagine di cui si compone il messaggio legislativo. A tale proposito» – aggiunge il Presidente nel suo messaggio con valore costituzionale – «ritengo che questa possa essere la sede propria per richiamare l’attenzione del Parlamento su un modo di legiferare – invalso da tempo – che non appare coerente con la ratio delle norme costituzionali che disciplinano il procedimento legislativo e, segnatamente, con l’articolo 72 della Costituzione, secondo cui ogni legge deve essere approvata “articolo per articolo e con votazione finale”».
L’insieme di quanto ho detto spingerà con assoluta certezza me a votare contro questa legge Finanziaria. Spero che il Presidente Ciampi, alla luce di quanto scrisse al Parlamento, vorrà quanto meno astenersi dal votare, seguendo in questo una prassi di posizione super partes assunta generalmente dai senatori a vita e dagli ex Presidenti della Repubblica, soprattutto su questo provvedimento che moltiplica per cento le anomalie che egli segnalò due anni fa