Malan: “Soltanto nel nostro Paese le inchieste sui rapporti con il KGB vengono oscurate”
“Sulle accuse a Litvinenko, Prodi avrebbe molte cose da spiegare; invece, dal suo portavoce Sircana viene solo una risposta rabbiosa, di accuse e quasi di insulti alle TV inglesi, ITV e BBC, che le hanno rilanciate”. Lucio Malan, già membro della commissione parlamentare Mitrokhin, non dimostra però sorpresa alla reazione del Premier.
Perché, senatore?
“Che di tutta questa vicenda Prodi non abbia nessuna voglia di parlarne è noto da tempo. Anche sulla storia della seduta spiritica e la rivelazione dell’indirizzo dei rapitori di Moro ha dato solo spiegazioni parapsicologiche, che mi lasciano molto scettico. Eppure qui si tratta dei rapporti tra BR e URSS, tra politici italiani e KGB e c’è tanto da chiarire”.
Il fatto che le televisioni inglesi abbiano diffuso le accuse fatte a viva voce in un’intervista dall’ex spia russa contro Prodi è stato liquidato dal portavoce del Premier come ‘montatura di avventurieri della notizia’.
“La BBC è, probabilmente, il più autorevole organo d’informazione del mondo, e forse sarebbe stata utile un’intervista con il Presidente del Consiglio perchè rispondesse ad alcune domande. Che un uomo molto addentro nelle cose del KGB abbia detto che Prodi è legato ai servizi sovietici rimane comunque un fatto interessante. E poi è stato ucciso – anche se non penso per questo motivo, visto che ha fermato molte altre cose. E’ vero che non ci sono prove, ma il fatto assume rilevanza anche perchè ci sono stati questi due morti”.
Per Sircana, Stampa e Magistratura hanno già chiarito che non c’era nulla di vero.
“La Magistratura romana ha insabbiato, ha chiuso tutto con grande zelo, mentre da quasi un mese tiene in prigione una persona da ritenere finora innocente come Mario Scaramella – accusato di calunnia nei confronti di un agente sovietico. Strano questo zelo della Procura, che non ritiene ci sia niente da approfondire su quanto emerso – non solo dal dossier Mitrokhin ma anche da altri documenti – sui rapporti tra politici e KGB, tra PCI e URSS che lo finanziava. Molte delle più alte cariche istituzionali di oggi facevano parte di quel PCI e da noi si tace, mentre negli altri Paesi certe accuse sono al centro dell’attenzione. Purtroppo, nel nostro Paese l’agenda politica dell’informazione è dettata dalla Sinistra, per via della sua capacità di dominare i mezzi”.
Anche dopo i servizi delle due televisioni inglesi, in Italia quasi non ci sono state reazioni.
“Speriamo che comunque si riapra il dibattito. Adesso sappiamo con certezza che quelle cose Litvinenko le ha dette, non solo che sono state riferite da altri. E, ripeto, Litvinenko è morto”.
Crede che all’estero notizie del genere vengono affrontate diversamente che da noi?
“Basta pensare all’ultimo fatto, quello delle dimissioni di monsignor Stanislaw Wielgus – uno scandalo che ha avuto grande rilievo. Il Vaticano ha revocato la sua nomina ad Arcivescovo di Varsavia a seguito dalle accuse di avere collaborato con i Servizi durante il passato regime comunista. Qui si accusa un Presidente del Consiglio di aver fatto qualcosa di ben più pesante, di essere addirittura organico al KGB, eppure non succede niente. Andrebbe quantomeno chiarita la gestione del dossier Mitrokhin da parte dei Servizi Segreti italiani sotto il primo Governo Prodi”.