Il Mattino: “Malan: L’attività di lobbying va regolata, si è fatto poco”

Il Questore del Senato: “Con le denunce anonime non si va da nessuna parte”

di Ettore Colombo

Il senatore questore (uno dei tre potentissimi questori del Senato della Repubblica, con Laura Bottici e Antonio De Poli) Lucio Malan (PdL) ha diverse caratteristiche che ne fanno una figura integerrima e discreta all’interno della classe politica che frequenta da decenni Palazzo Madama, ma una prevale su tutte: è di fede valdese. Ergo, si tratta per definizione di insospettabile: i valdesi, si sa, sono incorruttibili.

Senatori a libro paga di multinazionali e lobbisti, denunciano Le Iene. Questore, il Senato è un suk?

“Ho una lunga frequentazione del Senato e delle due l’una: o si tratta di ricostruzioni fantasiose, o chi è stato generoso con altri non mi ha mai avvicinato. Del resto, se l’avessero fatto con me, li avrei subito denunciati. Mi permetto di dire, però, che le denunce anonime non portano da nessuna parte. Bisognerebbe fare almeno i nomi dei denunciati”.

Prendiamola dall’inizio. Chi può entrare in Senato?

“I senatori, gli ex senatori, i deputati e gli ex deputati, i collaboratori dei senatori ma solo se possono esibire un contratto di lavoro, i dipendenti dei Gruppi parlamentari, i commessi e i funzionari del Senato e, naturalmente, i giornalisti accreditati. Infine, vi sono i permessi rilasciati ad alcuni gruppi d’interesse e ad alcuni organi istituzionali (Quirinale, Corte Costituzionale). Infine, vi sono le visite dei singoli cittadini degli uffici dei singoli senatori. Tutti gli accessi vengono valutati e vistati dal Comitato per la Sicurezza. I criteri sono molto selettivi e i controlli stringenti. Alcune categorie, come i lobbisti o anche i semplici visitatori, non possono affatto stazionare davanti alle commissioni, né tantomeno entrare in Transatlantico. Una considerazione: se volessi corrompere, lo farei lontano dal Palazzo, è molto più comodo e facile”.

Problemi, però, ce ne sono stati anche in passato…

“Sì. Per esempio, nella scorsa legislatura, il Presidente della commissione Bilancio Azzollini lamentò l’affollamento di lobbisti davanti alla porta della sua commissione. Schifani intervenne, e lo stesso fece per i collaboratori “in nero”. Dal 2009, è obbligatorio avere un contratto di lavoro depositato presso consulenti di lavoro per avere diritto al tesserino di collaboratore di un senatore. Si è parlato anche, nella passata legislatura, di regolare maglio l’attività delle lobby, ma riconosco che non si è ancora fatto nulla. Ci riproveremo, ma non è facile. Del resto, non c’è nulla di male nel sentire le ragioni dei gruppi di interesse. Né serve inasprire le norme. Se c’è un reato, come quello sollevato da Le Iene, vuol dire che c’è corruzione. La norma c’è: basta applicarla”.

Il risultato, però, è che, con simili denunce, il discredito della classe politica aumenta.

“Certo, e il discredito tocca e ferisce tutti, anche gli onesti. Poi, c’è chi partecipa al tiro al bersaglio alla politica per sport e chi lo fa perché ne trae i suoi buoni motivi”.

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