Il Secolo d’Italia: “Cifre sballate sugli stipendi dei parlamentari”

Riceviamo e volentieri diamo spazio alla lettera inviata da Lucio Malan a Il Giornale, chiedendone la pubblicazione ai sensi e con le modalità di cui all’articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47

Al Direttore di Il Giornale

Lunedì 12 dicembre è stata pubblicata a pagina 5 una tabella intitolata “Il raffronto con l’Europa che fingono di ignorare”, dalla quale emergerebbe che i nostri “compensi annui netti” sono molto al di sopra di quelli dei nostri colleghi del resto d’Europa.

Ciò è del tutto falso. La tabella, infatti, include per gli italiani tutti le voci, inclusi i rimborsi spese, mentre per gli stranieri si riporta solo l’indennità.

Ad esempio, per la Francia si riporta la cifra di 62.779 euro annui, mentre la sola indennità netta di un senatore transalpino è 64.860, come si scopre facilmente moltiplicando per 12 la cifra della busta paga riprodotta nel sito del Senato di Parigi.

Ma, soprattutto, si ignorano i 74.882 euro annui di spese di mandato e i 90.557 per il personale, cui vanno aggiunti gli oneri che, a differenza dell’Italia, sono a carico dell’Istituzione (voci ancora più alte per i deputati: rispettivamente 77mila e 109mila euro). Il totale raggiunge perciò i 229mila per i senatori francesi e i 249mila per i deputati: il quadruplo di quanto riporta la vostra tabella, il cinquanta per cento più degli italiani.

Stesso discorso per la Germania, dove avete riportato come totale la cifra di 84.108 euro annui – l’indennità – ignorando i 47.808 euro di diaria, i 12mila per le spese d’ufficio e i 176.544 per il personale (anche qui, con gli oneri a carci dell’Istituzione). Quest’ultima voce, da sola, è più alta del totale percepito dagli italiani. In totale, si arriva così a 310mila euro all’anno per ogni deputato tedesco: più del doppio degli italiani.

Evito di andare avanti sugli altri Paesi.

 

Gentile Direttore,

noi, negli ultimi sette anni, abbiamo ridotto in termini reali il nostro trattamento economico di oltre il 23 per cento e stiamo per fare un’altra riduzione. Non chiediamo plausi: ci interessa solo la verità, verificabile sui siti Internet delle varie Istituzioni.

Lucio Malan

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