Proroga delle concessioni autostradali: 250 milioni di euro estorti ai Cittadini, a beneficio di un solo gruppo imprenditoriale

Intervento in Aula in Aula nella discussione sul decreto legge “proroga termini”

Signor Presidente,

appena ieri abbiamo votato la proroga del termine affinché il Governo si decida ad attuare la riforma fiscale, approvata nell’ormai lontano febbraio dell’anno scorso. È il Governo del cambiamento di passo, il Governo che, di fatto, vuole sopprimere il Parlamento per fare più in fretta ma, guarda caso, quando tocca a lui fare le cose, non riesce a farle: in questo caso ci ha messo un anno per non farle. In un anno è riuscito solo a produrre la richiesta di prorogare, per qualche altro mese, il tempo per poter agire.

Nel provvedimento in esame è sempre il Governo che chiede la proroga di diverse norme. Sappiamo bene che il decreto mille proroghe contiene quasi sempre dei provvedimenti che danno tempo al Governo per fare ciò che doveva. Per cui il Parlamento deve, in tempi di solito ristretti, questa volta assolutamente indecenti, approvare le cose perché il Governo possa prendere tempo per i suoi «comodacci» e fare come gli pare. Voglio soffermarmi su una proroga in particolare, contenuta nel comma 10 dell’articolo 8. Fin dall’inizio di agosto, abbiamo cominciato a essere tempestati dalle meravigliose sorti che sarebbero toccate al nostro Paese con il varo del provvedimento ‘Sblocca Italia’ che, naturalmente, si è dovuto fare per decreto – perché di approvarlo con un disegno di legge non se ne parla neppure. Poi però ci sono voluti 45 giorni perché il decreto venisse fuori: in quei 45 giorni non è che il decreto ha dormito, ma è stato fatto vedere agli interessati. E quando si parla di interessati, ci si riferisce non ai rappresentanti del Popolo, ma a coloro che poi guadagnano con le regalie del decreto. Essi hanno avuto modo di vederlo, di chiedere le modifiche ed è stato detto esplicitamente da fior di rappresentanti governativi che, in particolare, i beneficiari della proroga delle concessioni autostradali hanno potuto dialogare col Governo perché la norma fosse ritagliata sulle loro simpatiche esigenze.

L’articolo 5 del decreto ‘Sblocca Italia’ rappresentava infatti la possibilità, esplicitamente annunciata come tale anche dal Presidente del Consiglio, di poter prorogare le concessioni autostradali per chi ne ha più di una, o unificandole con altri soggetti, in modo da poter unificarle tutte alla scadenza più lontana. Parliamo di proroghe anche di 28 o 30 anni, molto più del periodo che è durato il fascismo. Qui si vuol fare un’occupazione di determinate fonti di reddito, che duri molto di più. Un prestigioso centro studi legato al sito Internet «La voce» – di cui fa parte, tanto per fare un esempio, Tito Boeri, che è stato nominato da questo Governo a capo dell’INPS, per cui si suppone che lo stesso Governo abbia stima – ha valutato i benefici di questo articolo per un solo gruppo imprenditoriale in 9 miliardi e 600 milioni di euro. Sono 9 miliardi e 600 milioni di euro non di fatturato, ma di margine operativo lordo, a favore di questo gruppo, i cui capi – guarda caso – sono tra i primi partecipanti alle cene di finanziamento del Partito Democratico e più che altro del suo leader Matteo Renzi.

Cosa avviene, dunque, con il decreto proroghe? La norma c’era stata presentata nello ‘Sblocca Italia’ come una cosa che avrebbe sbloccato 12 miliardi di euro di investimento – anche se, più che di investimenti, si tratta di incassi. Si trattava di 12 miliardi di investimento dall’oggi all’indomani. Ecco perché dobbiamo fare il decreto, perché il Parlamento è lento! Allora il Governo, in «soli» 45 giorni riesce a scrivere un provvedimento, che prevedeva determinate tempistiche per presentare i progetti e fare questi fantomatici lavori. Poi però scadono i mesi e adesso hanno inserito nel ‘milleproroghe’ la proroga di altri sei mesi per presentare i progetti – si noti bene: per presentare i progetti! – su un norma fatta a gentile richiesta e al servizio di imprenditori privati. Essi meritano tutto il rispetto se sono in un regime di concorrenza, ma si tratta di imprenditori che avranno la possibilità di vedere prorogate le proprie concessioni, che neppure per 100 metri hanno vinto con una gara regolare, ma tutto per avere ereditato una situazione di concessionari precedenti.

Con questa norma, si ritarda di altri sei mesi. Io conto sul fatto che l’Unione Europea, oltre l’Autorità Nazionale Anticorruzione, boccerà sonoramente questa norma. Nel frattempo perdiamo sei mesi, durante i quali i concessionari continueranno a fruire delle vecchie condizioni; in altre parole, continueranno a percepire dagli utenti automobilistici quel pagamento a rate che ormai è scaduto, per cui l’autostrada è pagata, senza assumere nuovi impegni: una perdita che si può stimare, anche solo per questi sei mesi, nella misura più ottimistica, in 250 milioni estorti agli automobilisti, agli imprenditori trasportatori italiani a beneficio di un gruppo imprenditoriale. Complimenti.

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