Il Sole 24 Ore: “Legge elettorale, Malan (FI): Non stiamo temporeggiando, ma non possiamo dire sempre di sì”

di Valeria Grandi

“Non stiamo temporeggiando. Ma, arrivati alla nona modifica all’accordo, non possiamo dire sempre di sì e pure in fretta”. È netta la posizione di Lucio Malan sui ritardi nell’approvazione delle modifiche alla riforma elettorale. In un’intervista rilasciata ieri agli allievi del Master in giornalismo poltiico-economico del Sole 24 Ore, il senatore di Forza Italia spiega perché il Pato del Nazareno ‘scricchiola’ alla luce dei nuovi cambiamenti che Renzi vorrebbe apportare al testo dell’Italiacum approvato alla Camera. E in vista delle prossime, più che probabili, dimissioni di Napolitano.

Senatore, all’indomani dell’incontro poco risolutivo tra Renzi e Berlusconi, come si pone Forza Italia?

Il Partito è unito nel constatare che Renzi per la nona volta chiede di modificare gli accordi presi, sotto al minaccia di rompere i patti.

Si riferisce all’introduzione di un sistema elettorale bipartitico, che naturalmente non converebbe a Forza Italia?

Il testo approvato a marzo alla Camera manteneva intatto il bipolarismo – ed è chiaro che era una parte importante dell’accordo visto che noi, come coalizione, siamo decisamente sopra al Movimento 5 Stelle. Ora il premier si rimangia la parola e chiede un Italicum senza coalizioni: è questo comportamento spregiudicato a rallentare il processo di riforma.

Quindi, se il PD confermasse il premio di maggioranza alle liste anziché alle coalizioni, salterebbe il Patto del Nazareno? Eppure, in un primo momento, si era vista una certa disponibilità da parte vostra su questo punto…

Dovremo valutare l’intero quadro. Introducendo una modifica al testo, è necessario fare dei correttivi. Per esempio, andrebbe rivista la legge del ballottaggio: così com’è, unita a un sistema bipartitico, porterebbe a un premio di maggioranza abnorme, obbligando i cittadini a dare un voto che non li rispecchia. È naturale che cercheremo un compromesso; abbiamo speso molto in questo accordo, per cui uscirne non sarebbe responsabile né verso il Paese né verso il Partito. Ma, se quei corrispettivi non verranno trovati, avremo il dovere di dire di no. Non possiamo passare per quelli che dicono di sì a tutto.

Se il Patto del Nazareno vacillasse, appoggerete lo stesso la riforma del Senato?

Nonostante abbia già mancato di parola con Letta e più volte con Berlusconi, a Renzi non gioverebbe tradire anche le aspettative dei cittadini. Ad ogni modo, se salta il quadro, noi non potremo più garantire la compatezza del Partito sulla riforma costituzionale – che, peraltro, aveva svariati punti che non ci piacevano.

L’attuale Capo dello Stato ha sempre spinto per fare le riforme elettorale e costituzionale nel più breve tempo possibile. Viste le prossime dimissioni di Napolitano, verrà meno questa urgenza?

Al prossimo presidente della Repubblica innanzitutto andrà chiesto che intenzioni ha sullo scioglimento delle Camere. Sicuramente, senza Napolitano verrà a mancare un motivo di velocizzazione delle riforme. A meno che Renzi non voglia chiedere a Napolitano di sciogliere le Camere immediatamente. Ma, in questo caso, dovrà spiegare a tutti il perché.

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