Il Tempo: “Malan: Troppe insidie nel modello tedesco”

di Pietro De Leo

Lucio Malan mette in guardia dalle insidie del modello tedesco per le unioni civili. Senatore piemontese, azzurro della primissima ora, ha più di un dubbio che, con quel modello rilanciato da Silvio Berlusconi, l’istituzione della famiglia sia davvero al riparo.

Perché?

«Le unioni contemplate dal modello tedesco non si chiamano matrimoni. Questo però può trarre in inganno perché, in realtà, del matrimonio hanno tutte le caratteristiche – a partire dalla reversibilità della pensione. Il nome, quindi, è poco importante. Sarebbe più giusto pensare a un modello che del matrimonio non abbia nemmeno le peculiarità».

E per quanto riguarda le adozioni dei figli?

«Anche qui c’è un inganno. È vero, il modello tedesco non le prevede – a meno che non siano figli di uno dei due componenti della coppia. Però solo in qualche rarissimo caso ci sarà, ad esempio, un padre vedovo che cambia orientamento sessuale, contrae unione civile e, insieme all’altro componente della coppia, adotta il proprio figlio. Gli altri casi riguarderanno, temo, bambini “concepiti” appositamente per essere orfani di madre. Ecco, questo mi lascia molto perplesso».

Quindi Lei creUnioni civili_Troppe insidie nel modello tedescode che il modello tedesco si possa rivelare una specie di «cavallo di Troia» per legittimare l’omogenitorialità?

«Esatto. Il rischio è questo. Voglio precisare: la famiglia non viene minata dal riconoscimento dell’esistenza di altri tipi di unione, fintanto che si riesce a distinguere le due cose. Ma, se si dà modo a questi altri tipi di unione di avere tutte le caratteristiche della famiglia – figli compresi – si “fabbricano” con il consenso dello Stato dei bambini “programmati” per essere orfani di madre o di padre».

E i sindaci?

«I sindaci non possono farsi le leggi da sé. Se legittimassimo questa forzatura, allora un domani un sindaco potrebbe registrare matrimoni poligami, oppure addirittura matrimoni incestuosi o di chissà quale altro genere. Le leggi vanno rispettate».

C’è rischio di divisioni in FI?

«Berlusconi ha spiegato che il modello tedesco è solo una base di partenza. Il neonato dipartimento sui diritti civili di Forza Italia è un ambiente che deve servire non a creare uno scontro, ma a elaborare un’idea nostra. Il Presidente, di questa idea, ha proposto il punto iniziale. È quindi un percorso, e mi auguro si arrivi a una posizione di sintesi che raccolga possibilmente il consenso di tutti. Data l’importanza dell’argomento, sono certo che in Forza Italia ci sarà l’esplicita libertà di voto personale».

Se Lei dovesse avanzare una proposta alternativa?

«Mi vengono in mente, ad esempio, i Di.Do.Re (Diritti e Doveri di Reciprocità dei conviventi – n.d.r) che furono proposti nella scorsa legislatura – Governo Berlusconi – dai ministri Brunetta e Rotondi. Si può partire da lì. Ovviamente, poi, vanno fatte tutte le considerazioni del caso e apportate tutte le modifiche che servono. Sempre ragionando per il bene degli Italiani, ascoltando i nostri elettori con quello spirito liberale che deve guidarci ad analizzare tutte le proposte senza pregiudizi».

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