Il vero oggetto del referendum sulla riforma costituzionale sarà il diritto del più forte. Votare “No” per salvare lo Stato di diritto e la Costituzione

Intervento in Aula nella discussione sulla riforma costituzionale (illustrazione degli emendamenti presentati all’articolo 6)

Signora Presidente, anche su questo articolo il punto è lo stesso, ma anticipo che non intendo intervenire su tutti. Vorrei sviluppare l’argomento. Ho riletto ancora il Resoconto dove dice specificamente che ad aver determinato la scelta di dichiararli irricevibili non è il fatto che questi emendamenti siano stati presentati su supporto informatico, ma è il loro enorme numero. Questo vuol dire che, se su supporto informatico ne fossero state presentati 500 e su supporto cartaceo ne fosse stato presentato un numero eccessivo, sarebbero stati ammessi quelli su supporti informatico e non quelli su supporto cartaceo – ad arbitrio di Vostra Eccellenza, come riportato nelle gride pregevolmente riportate nel primo capitolo de «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni. Per cui abbiamo ancora una volta l’arbitrio.

La Costituzione, le leggi – almeno in questa Città fin dai tempi delle 12 tavole – hanno il pregio che sono scritte e che dovrebbero valere per tutti. È normale, non è commendevole ma sta nelle cose cercare di stiracchiarle un po’ più di qua e un po’ più di la, ma ignorarle totalmente è spazzare via lo Stato di diritto, la certezza del diritto sotto ogni punto di vista perché, se si viola il diritto del Senato di discutere un provvedimento secondo le modalità previste dalla Costituzione e dal suo Regolamento, mi spiegate quale altro diritto dovrebbe tenere? Forse il populismo becero di questi tempi ci dice: «Chi se importa del Senato? È la casta», e cose di questo genere. Ma se non è in grado di difendersi la presunta casta, che ne è del cittadino e del singolo imprenditore? Se anche al Senato viene portata via la certezza del diritto in modo spettacolare, aperto, certificato, davanti alle telecamere che trasmettono a qualche appassionato che ci sta a sentire o a qualcuno che ci ascolta per radio, mi spiegate con quale modo e criterio il diritto di qualunque cittadino può ancora tenere? Mi riferisco al diritto di qualunque tipo: a un giusto processo, alla proprietà privata, a non vedersi rifiutata una domanda uguale ad altre domande accettate per un permesso edilizio, per un’iscrizione ad un asilo nido. Eppure lo si fa, credo, addirittura con voluta evidenza, per rendere chiaro a tutti chi comanda. Se lo si facesse di nascosto, almeno le forme bisognerebbe rispettarle. Invece no! Lo si fa apertamente.

E, un domani, chi fa appello a un giudice, al Sindaco, al Presidente della Repubblica o al Presidente del Consiglio non potrà dire che la legge dice questo e che egli ha un diritto. Riporto l’aneddoto di quel contadino di un sobborgo di Berlino che fece causa al Re, il quale aveva chiuso il suo mulino (che era preesistente) perché disturbava la pace del suo castello. Questo contadino andò a Berlino, sostenendo che «C’è un giudice a Berlino». E il giudice a Berlino giudicava sulla base della forza, cioè se un mugnaio era più forte del Re? O sulla base del diritto? Questo mugnaio contava sul fatto che il giudice giudicasse sulla base della legge e, dunque, che anche un umile mugnaio potesse avere la meglio sul Re. E, infatti, egli ebbe la meglio. Qui, invece, la legge non c’è più; per cui, se anche c’è il giudice, non c’è più la legge, perché la legge non conta più nulla ma conta il diritto del più forte. Questo sarà l’oggetto del referendum. Questo dovrà essere l’oggetto del referendum. Ormai, qualunque cosa succeda, io penso che questa riforma passerà perché, tutt’al più, in qualche punto il Governo potrà andare in minoranza nelle votazioni.

Ma dove è scritto nel Regolamento che si può annullare una votazione se va male per la Maggioranza? Da nessuna parte. Ma da nessuna parte è scritto che si può saltare il passaggio in Commissione e che si può saltare anche l’esame di un solo emendamento da parte dell’Assemblea. Pertanto, se qualche votazione va male la si ripeterà, perché evidentemente il Senato si è sbagliato. Il Senato non ha votato secondo i voleri del Capo? Evidentemente si è sbagliato. Già è importante che non si facciano ricoverare i senatori per un Trattamento sanitario obbligatorio, come si faceva in Unione Sovietica per i dissidenti.

Supponendo di poter tenere il referendum, prevedo con certezza che durante la campagna referendaria, e prima, ci sarà ogni forma di forzatura per tentare di vincerlo, perché la posta diventa sempre più grande – come anche la tentazione del Governo di mettere in atto le più mostruose e impensabili delle forzature e delle procedure antidemocratiche. Comunque, nell’ambito della libertà che ci sarà ancora di votare per quel referendum, il voto sarà per lo Stato di diritto e una Costituzione che possibilmente valga per tutti, e non soltanto per i poveracci. Una legge che difenda tutti e non soltanto qualcuno. Una legge che valga per tutti e non soltanto per qualcuno. Questo sarà il tema del referendum. Ecco perché io non vedo alcuna difficoltà nel sostenere, per questo referendum, le stesse ragioni per un ‘No’ grande quanto l’Italia – pur essendo in compagnia reciproca di forze politiche che la pensano in modo enormemente diverso su tantissimi punti. Tutto il vero centrodestra è contrario a questa norma ma, inevitabilmente, noi saremo alleati con le altre forze che stanno votando contro questa norma.
Come direbbe il potentissimo e attuale consigliere del Presidente del Consiglio, ciò è normale perché, quando si tratta di battersi perché qualche regola ci sia e venga rispettata (e poi stabiliremo quali sono le regole), ogni persona, anche i signori della Maggioranza, avrebbero il più profondo dei doveri di esserci in quella battaglia. Anche se si tratta di mettersi contro il proprio Capo Partito, cosa può succedere? Tutt’al più non verrete ricandidati! O credete di essere ricandidati se piegate tutti il capo al nuovo aspirante di questo Paese? Anzi, egli ha già finito di aspirare, perché ha già aspirato tutto.

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