IntelligoNews: “Antimafia, Malan (PdL): Villari e la Santanché dividevano. Perché, la Bindi unisce?”

«Vorrei fare un parallelo con quello che accadde nella scorsa legislatura in Commissione Vigilanza Rai, quando eleggemmo un senatore PD che, però, non era gradito al PD. Lei ricorda quello che accadde?». Lucio Malan, intervistato da IntelligoNews all’indomani della nomina di Rosy Bindi alla Commissione Antimafia, manifesta il suo disappunto nei confronti di una figura così divisiva.

Cosa successe all’epoca in Commissione Vigilanza, senatore Malan?

«Si scatenò una canea generale e noi del PdL venimmo accusati della più turpe scorrettezza. Risultato: si azzerò l’intera Commissione. Ieri è accaduta una cosa ancora più grave: hanno eletto uno di loro senza consultare noi, che abbiamo il solo “torto” di non avere la maggioranza. Ora non penseranno mica che andremo lì a batter le mani alla Bindi?».

Però diserterete i lavori in Commissione. Anche il Governo è a rischio?

«Per adesso si parla solo di disertare i lavori in Commissione. Ma mi sembra chiaro che questa mossa rappresenta l’ennesimo attacco del PD alla tenuta dell’Esecutivo. Per garantire al Governo una stabilità è necessario avere almeno un minimo di civiltà nei rapporti reciproci. Mi sembra che qui siamo ben molto al di sotto della soglia minima, anzi: i nostri rapporti sono ben peggiori rispetto a quelli che ci dovrebbe essere tra Maggioranza e Opposizione. Con la differenza che noi non siamo Opposizione, ma la forza determinante del Governo».

Considerate Rosy Bindi un personaggio particolarmente divisivo?

«Molto divisivo. Tra l’altro a Daniela Santanché, poco prima dell’estate, venne posto un veto per la Vice Presidenza della Camera proprio perché era considerata una figura troppo divisiva. La Sinistra è nota per fare cose come queste: utilizzano due pesi e due misure per ogni questione e si sentono legittimati a far qualunque cosa».

Lei disse, proprio a IntelligoNews, che il Governo resterà al suo posto fin quando farà ciò per cui è stato incaricato; in caso contrario, non sarebbe più legittimato a lavorare. In questo momento cosa sta facendo l’Esecutivo?

«Va analizzata per bene la Legge di Stabilità per vedere le possibilità di modifica al suo interno».

Così com’è non le piace?

«Vanno apportate delle modifiche assolutamente necessarie».

Come guarda agli smottamenti dentro Scelta civica e all’aut aut di Quagliariello circa la possibilità di formare un nuovo gruppo? Prove tecniche di nuova Maggioranza in Senato?

Invocare scissioni nel gruppo PdL non indica un particolare attaccamento al partito. Le ha espresse un Ministro e ciò mi dispiace moltissimo».

La Santanché dalle colonne di Repubblica è tornata a invocare le dimissioni della truppa di Governo e a parlare di “Partito tradito”. Lo trova giusto?

«Ciascuno si assume le responsabilità delle sue azioni. E, comunque, le dimissioni dei Ministri sono state già date per ben tre volte, quindi…».

Scissione PdL: fino a qualche giorno fa lei diceva che non era all’orizzonte. Ora è cambiato qualcosa? Siamo vicini al redde rationem o avete trovato una sorta di “pacificazione” interna?

«Chi viene dalla missione storico-politica del PdL – che è quella di essere un’alternativa vincente all’arretrata Sinistra anticapitalista – vuole un Partito unito. Chi fa scelte diverse… (lascia la frase in sospeso, ndr). E comunque mi sembra eccessivo parlare di scissione».

Chi viene accusato di essere un traditore si difende rispendendo la palla nel campo di chi con la nuova FI tradirebbe il mandato elettorale assegnato al PdL. Cosa risponde?

«Fa parte del PdL – che mantenga questo nome o che diventi Forza Italia – chi sta con i nostri elettori. È questo ciò che distingue i fuoriusciti da chi resta».

In pratica chi resta nella “Casa del padre”, quindi con Berlusconi.

«Ho la netta impressione che gli elettori stiano dalla parte di chi sta con Berlusconi».

Anche se la nuova Forza Italia non è ancora passata dal vaglio delle urne?

«Gli elettori hanno le idee chiare su questo e sono convinti – come lo sono anche io – che il centrodestra sia con Berlusconi. Chi fa scelte diverse ha tutto il diritto di farlo, ma tenendo ben presente che si separerà dagli elettori».

Chi guiderà il PdL (o Forza Italia) dopo Berlusconi?

«Dopo Berlusconi… Silvio Berlusconi. Che a quanto pare non andrà né in carcere né ai domiciliari ma sarà impegnato solo ai servizi sociali. Che non sono più impegnativi di quanto lo sia amministrare una grande città come Firenze. Guardi Renzi: fa l’uomo immagine in tv a tempo pieno pur essendo il sindaco del capoluogo toscano. Perché Berlusconi non dovrebbe riuscire a guidare il suo Partito?».

E con l’incandidabilità come la mettiamo?

«Non si candiderà, ma continuerà ad essere il leader del Partito. Come accade, ed è accaduto, per altri leader in passato e nel presente».

Quindi Berlusconi presidente e Alfano segretario?

«Berlusconi leader: è questo il nostro punto focale».

Non ha risposto sul ruolo di Alfano.

«Lei sa meglio di me che, con il ritorno a Forza Italia, la figura del segretario non ci sarebbe più, quindi…»

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