IntelligoNews: “Governo, Malan (FI): Conflitto di interessi, la Legacoop conta più di Mediaset…”

“Renzi non ha avuto una partenza trionfale. Si è limitato ai titoli e non ha detto come e dove troverà le risorse che servono per le riforme”. Lucio Malan, senatore di FI, sospende il giudizio sul Premier al debutto in Parlamento e con Intelligonews si sofferma sul “peccato originale”. Poi svela un retroscena sulle cene di Arcore col Cav…

Senatore Malan: Renzi, alla prova della prima fiducia, ha ottenuto 4 voti in meno di Letta. Che segnale è? Primi scricchiolii nella Maggioranza?

«Indubbiamente non è una partenza trionfale. Se poi andassimo a vedere la convinzione con cui sono stati dati questi voti, il bilancio sarebbe molto più preoccupante».

Si riferisce alla convinzione dei senatori PD?

«Mi riferisco anzitutto a loro: ci sono state dichiarazioni pubbliche, oltre a quelle dette a mezza bocca, che per alcuni aspetti erano molto più critiche delle posizioni di Forza Italia, con la differenza che finivano con la frase di rito: nonostante tutto voterò la fiducia. Per Renzi non è una buona partenza ed è il frutto di un discorso da parte del premier pieno di buoni propositi, ma estremamente vago sia nel cosa che nel come».

Parliamo del come, cioè delle coperture finanziarie alle riforme che il Premier ha indicato. Dove lo trova i soldi?

«Mi domando la stessa cosa: qualcosa può venire dalla spending review, qualcosa dalla Cassa Depositi e Prestiti – anche se poi quelle risorse vanno restituite. Noi avevamo proposto il ricorso alla CDP per trovare i soldi necessari a restituire l’Imu del 2012 che ammontava a 4 miliardi, ma qui parliamo di somme ben più superiori».

Ad esempio il taglio del cuneo fiscale “a due cifre”, dice Renzi. E’ una proposta credibile dal punto di vista della fattibilità?

«Due cifre, tanta roba… forse intendeva le cifre dopo lo zero… (sorride)… E’ un’indicazione generica, il che è particolarmente preoccupante alla luce del fatto che il discorso di Renzi non viene da una legittimazione popolare, che a sua volta legittima un programma di Governo. Qui è Renzi che ha voluto fortemente andare a Palazzo Chigi al posto di Letta».

Almeno sulla Giustizia e lo stop allo scontro ideologico tra centrodestra e centrosinistra, giocato sull’antiberlusconismo, sarà d’accordo. Sarà la volta buona?

«Giudico molto positiva la disponibilità di Renzi sulla Giustizia e, nel caso specifico, è anche comprensibile che si sia fermato al titolo. Verrà verificato poi sul campo, quando ci sarà una proposta articolata – che, a mio avviso, sarebbe bene comprendesse anche alcune modifiche costituzionali, a cominciare dalla composizione del CSM che, finora, è stato il garante senza se e senza ma dei soli magistrati; invece dovrebbe essere il garante di tutti i cittadini, inclusi i magistrati».

Da Sinistra bollano il discorso di Renzi come ‘berlusconiano’, una mossa per assicurarsi i voti di FI non solo sulle riforme. E’ davvero così?

«Sui provvedimenti che riterremo utili agli Italiani, sicuramente non faremo mancare i nostri voti. In queste critiche c’è una retorica dell’antiberlusconismo come ideologia; si dice: siccome Renzi assomiglia a Berlusconi, allora è cattivo. Occorre andare un po’ più nello specifico. Eppoi, tutta questa similitudine io non la vedo perché noi, e in primis Berlusconi, siamo sempre stati molto precisi nelle nostre proposte elettorali, a dispetto di quello che sostengono a sinistra del PD».

Dica la verità: in Parlamento ci sarà o no il soccorso azzurro a Renzi?

«Se ci sono cose positive per il Paese sicuramente non mancherà, ma non sarà un sostegno tout court. Ad esempio, se qualcuno su una vera riforma della Giustizia dovesse sfilarsi, i nostri voti ci saranno».

Il Ministro Guidi bollata come ‘berlusconiana’ con tanto di cena ad Arcore. Cosa risponde?

«Il Ministro ha smentito, ma il punto è ciò che saprà realizzare per il Paese. Quanto ad Arcore, beh… ho visto persone che mi querelerebbero se dicessi di averle viste lì, eppure lo ho viste…».

I detrattori del Governo Renzi puntano l’indice sul presunto conflitto di interessi, ma con maggiore insistenza sulla Guidi piuttosto che su Poletti. Che ne pensa?

«Ieri un quotidiano ha pubblicato due numeri molto eloquenti: 700 e 15mila. Settecento sono i dipendenti della Ducati, e questo è un bel numero nel senso che, da imprenditrice, la Guidi dà lavoro a settecento persone. Quindicimila è il numero che indica le aziende che stanno nella Lega delle Cooperative – tra le quali, accanto a quelle composte da badanti e collaboratrici domestiche, ci sono le imprese che costruiscono la TAV, ovvero colossi. Al di là della carica che Poletti ha lasciato, lì c’è un mondo che è molto più di un’azienda, è una sorta di società nella società rispetto alla quale è difficile immaginare che Poletti si distacchi completamente. Con tutto il rispetto, la stessa Mediaset, rispetto alla Lega delle Cooperative, è poca cosa – soprattutto in termini di fatturato…».

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