INTERROGAZIONE
Al ministro della salute – Sen. Malan
Premesso – per sapere:
nell’aggiornamento tecnico sulle varianti del Sars-CoV-2 del 23 dicembre 2021 dell’agenzia del Regno Unito per la Sicurezza della Salute emerge, a pagina 26, che, rispetto alla variante omicron del Sars-CoV-2, il preparato ChAdOx1, noto come Astrazeneca ha una efficacia massima del 36% tra le 5 e le 9 settimane dopo la somministrazione, che diventa negativa, circa -16%, dopo le 20 settimane, e che in caso di somministrazione di una terza dose, già dopo 10 settimane l’efficacia scende al 36% con il BNT162b2 (Pfizer) o al 44% dopo sole 5 settimane con mRNA-1273 (Moderna);
lo stesso documento mostra che, rispetto alla stessa variante, l’efficacia della doppia dose di BNT162b2 (Pfizer) scende al 2% dopo le 20 settimane, e che, dopo una terza dose dello stesso preparato l’efficacia non supera il 70% dopo una settimana per poi scendere rapidamente al 45% dopo sole 10 settimane; ovviamente non si può ancora sapere nulla su quanto avviene dopo;
alla pagina 27 del medesimo documento, si legge che per il preparato mRNA-1273 (Moderna), l’efficacia della doppia dose sulla variante omicron raggiunge il suo massimo, del 55% tra le 5 e le 9 settimane, e diventa negativa, circa -5%, dopo 20 settimane;
uno studio appena uscito, Vaccine effectiveness against SARS-CoV-2 infection with the Omicron or Delta variants following a two-dose or booster BNT162b2 or mRNA-1273 vaccination series: A Danish cohort study, dei dottori Christian Holm Hansen , Astrid Blicher Schelde , Rask Moustsen-Helm , Hanne-Dorthe Emborg , Palle Valentiner Branth, del Dipartimento per l’Epidemiologia e la prevenzione delle malattie infettive dello Statens Serum Institut – Ministero danese della Salute, e dei dottori Tyra Grove Krause e Kåre Mølbak di altro settore dello stesso istituto, studio basato su un’analisi dell’intera popolazione danese, evidenzia che l’efficacia della doppia dose di BNT162b2 (Pfizer) contro la variante omicron raggiunge al massimo il 55,2% tra i 15 e i 44 giorni dopo la seconda somministrazione, scende al 16.1% fra i 45 e i 74 giorni, al 9,8% tra i 75 e i 104 giorni e diventa fortemente negativa tra i 105 e i 164 giorni con un -76,5%; gli stessi valori per il preparato mRNA-1273 (Moderna) sono rispettivamente 36,7, 30, 4,2 e -39,3%;
i valori di efficacia negativa sopra citati (-5%, -76,5% e -39,3%) indicano che i vaccinati hanno il 5%, il 76,5% e il 39,3% di probabilità in più di ammalarsi di Covid rispetto ai non vaccinati, cosa che indicherebbe un peggioramento dell’efficienza del loro sistema immunitario a seguito della somministrazione dei preparati citati, le cui conseguenze riguardano verosimilmente non solo la resistenza all’infezione da Covid, ma anche quella rispetto ad altre malattie;
per sapere:
quali approfondimenti abbia disposto o intenda disporre in merito il ministro;
quale senso abbia l’estensione dell’obbligo di somministrazione di preparati rispetto ai quali emergono elementi che, oltre agli effetti avversi, fanno supporre che siano dannosi anche per la finalità specifica alla quale sono destinati.