Questionario di 70 domande per 15-18enni: c’è correlazione tra far di conto e omofobia?
Il nome dell’iniziativa incute rispetto e invita ad approfondire la proposta: “Progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea teso a studiare le differenze nel rendimento scolastico di ragazzi e ragazze in Matematica”. […] La email da cui il progetto è stato diffuso – secondo il senatore Lucio Malan, che sulla vicenda ha già presentato un’interrogazione – risulterebbe del MIUR, anche se il Ministero non sarebbe direttamente coinvolto nell’iniziativa. […]
Nel successivo paragrafo però si cominciano a confondere un po’ i piani e le domande cominciano ad apparire appena appena stravaganti: «Vado d’accordo con i miei genitori» (cosa mai potrà interessare ai ricercatori?), «Ho difficoltà a fare amicizia con le persone del mio stesso sesso?» (altro mistero), «Gli altri pensano che io sia di bell’aspetto?». Davvero strano. Alla domanda 56, il progetto finalmente svela i suoi reali obiettivi. […] «L’omosessualità maschile è solo un diverso stile di vita che non dovrebbe essere condannato». Altra affermazione, ancora più subdola: «Come in altre specie, l’omosessualità maschile è espressione naturale della sessualità negli uomini». Ma non è ancora abbastanza. Leggiamo: «L’omosessualità maschile è una perversione». E ancora: «L’omosessualità femminile è un peccato». […] C’è da inorridire. Sia per la complessità di questioni sottoposte a ragazzi che non hanno né le informazioni né la maturità per avventurarsi su terreni tanto scivolosi, sia perché tutto questo interrogatorio in salsa gender è infilato a sorpresa in un test finalizzato a scoprire le «differenze nel rendimento scolastico di ragazzi e ragazze in Matematica».
L’aspetto scandaloso dell’iniziativa è che – se questo obiettivo fosse confermato – per dimostrare una tesi perlomeno strampalata si stanno usando i ragazzi di mezza Europa. Ma anche che alla UE, cioè a tutti noi, questo progetto (come si legge nell’originale) sia costato 183.454,80 euro.