Legge di Stabilità 2016: una manovra in deficit che solo in apparenza taglia alcune tasse, mentre il risultato dei Governi “risanatori” è di 5.000 euro di debito in più a testa

Il Governo ha già aumentato le tasse sui fondi pensioni, sui fondi del TFR e sulle casse previdenziali dei professionisti e continua a non restituire il dovuto ai pensionati

Intervento in Aula nella discussione della questione di fiducia sulla Legge di Stabilità 2016

Signora Presidente,

il Governo ha posto la questione di fiducia. Ci chiede, quindi, se abbiamo fiducia nel Governo, in questa manovra e in questa legge di stabilità.

Ci chiede: avete fiducia in una manovra in deficit che, per tentare di raccogliere consenso elettorale per i Comuni importanti che andranno a votare in primavera e per le elezioni politiche, in apparenza taglia alcune tasse? Il taglio avviene con una manovra che mette la polvere sotto il tappeto – anzi, aggiunge polvere sotto il tappeto – e rinvia una serie di scelte e si becca le bacchettate di commissari europei come Moscovici e Dombrovskis che dicono che l’Italia dovrà correggere la sua manovra per renderla coerente con le indicazioni della Commissione europea. In altre parole, adesso si concede e poi, in primavera – credo che il tentativo sia quello di rinviare le scelte a subito dopo il voto nei grandi Comuni – si dovrà fare una manovra straordinaria, dando la colpa a chissà chi per recuperare.

Abbiamo fiducia in queste cose? No, non abbiamo fiducia. Questo Governo ci propone una manovra in deficit quando quattro anni fa pretendeva che fossimo sull’orlo del baratro. Effettivamente, quattro anni fa avevamo 1.906 miliardi di debito pubblico e un PIL di un certo tipo. Ce ne erano certamente di più alti in Europa: penso a quelli della Germania, della Francia e della Gran Bretagna; c’era una situazione effettivamente di una certa difficoltà. Eravamo al disastro nel 2011; adesso, dopo quattro anni di Governi che hanno risanato tutto, i miliardi non sono più 1.906, ma 2.192. Ci sono 285 miliardi di debito in più; ovvero oltre 5.000 euro in più a persona, inclusi coloro che non hanno reddito. Il prodotto interno lordo si è ridotto del 4,3 per cento. Gli Italiani guadagnano mediamente oltre 100 euro in meno al mese, anche quelli che non guadagnavano nulla (di conseguenza, per quelli che guadagnavano qualcosa la riduzione è stata maggiore), e hanno un debito a testa di 5.000 euro in più. Quattro anni fa eravamo sull’orlo del baratro e oggi dove siamo? Allora, che si fa? Si fa una manovra in deficit. Se avessimo tentato di farla noi quattro anni fa, ci avrebbero accusato di voler distruggere l’Italia e di essere irresponsabili. Dicevate: dateci Monti e vedrete come si raddrizzano le cose. Si vede come si raddrizzano: il debito è aumentato di 285 miliardi e la ricchezza dell’Italia prodotta annualmente è scesa del 4,3 per cento.

Abbiamo fiducia in una manovra di questo genere? No, non abbiamo fiducia e non avranno fiducia gli Italiani, perché sanno che queste riduzioni d’imposta non possono essere affidabili perché saranno rimangiate ben presto. Bisogna dare prospettive. Gli Italiani non sono stupidi: non aspettano il regalino, ma una prospettiva migliore. Una manovra di questo genere non dà alcuna prospettiva; fa qualche regalino e qualcuno ci cascherà. Però, come disse il grande Abraham Lincoln, si può imbrogliare qualcuno qualche volta, ma non tutti tutte le volte. Probabilmente al Governo Renzi basta imbrogliare qualcuno qualche volta: magari quel 25 per cento, in modo che con la legge elettorale e la riforma costituzionale riuscirà a prendere in mano tutte le istituzioni. Purtroppo, non riesce a prendere in mano le sorti dell’Italia per renderle migliori; anzi, i problemi aumentano.

Abbiamo dunque fiducia in queste manovre? No, non abbiamo fiducia. Possiamo avere fiducia in un Governo che, per continuare i suoi regalini elettorali, ha aumentato una serie di imposte? Anche questa volta le ha aumentate. Come ha detto ieri il senatore Amidei, ha aumentato l’imposta sul reddito agrario e dominicale dei terreni agricoli, per cui, con una mano si riprende quello che aveva dato con l’abolizione dell’IMU agricola. Non abbiamo fiducia in questo tipo di riduzione delle tasse. I pensionati hanno fiducia in questo Governo? L’Esecutivo, ai pensionati, ha dato forse un ottavo di quanto la Corte Costituzionale ha stabilito dovesse dare loro? Avremmo fiducia in una persona – un cittadino qualsiasi – che non restituisce i soldi che deve e, quando arriva la sentenza del tribunale che impone la restituzione, ad esempio di 8.000 euro, dice al creditore: «ti do 1.000 euro e va bene così, perché sono più forte anche del tribunale?» Bel comportamento. A me non pare che una situazione di questo tipo sia degna di un Governo, ma – semmai – di determinate organizzazioni non proprio legali che sono purtroppo presenti in alcune parti del nostro Paese. Questo è il comportamento di chi neanche applica le sentenze di un tribunale. Cosa si fa? Ai pensionati non si dà ciò che pure è previsto in sentenze della Corte Costituzionale. Mi riferisco ai famosi 80 euro, che solo qualcuno riceve e che sono pagati a caro prezzo e in deficit, perché ogni Italiano (anche colui che non riceve gli 80 euro) negli ultimi anni si è indebitato di 5.000 euro in più. Hai voglia quante quote di 80 euro occorrono per arrivare alla cifra di 5.000 euro! Tutti i cittadini si trovano più indebitati. Ad ogni modo, a scanso di equivoci, il pensionato, a parità di reddito con un lavoratore dipendente, non riceve gli 80 euro; anche un lavoratore autonomo, a parità di reddito con un lavoratore dipendente, non riceve gli 80 euro.

I Cittadini dovrebbero avere fiducia nel Governo? Direi proprio che non hanno fiducia nell’Esecutivo. Non hanno fiducia i pensionati di oggi, così come i pensionati di domani. Un giorno sì e un giorno no – anzi, un giorno sì e l’altro pure – il presidente dell’INPS, Tito Boeri, anziché badare all’efficienza dell’enorme ente di cui dovrebbe essere a capo e di cui dovrebbe curare la funzionalità, si mette a fare il Ministro dell’economia, il Ministro del lavoro o il Parlamento, dicendo che bisognerebbe tagliare praticamente tutte le pensioni (tranne la sua, si intende, perché privilegiata in forza di determinati trattati internazionali) e che si dovrebbero tagliare tutte le tasse. Pensate che i pensionati possano avere fiducia in questo Governo e in questo tipo di manovre? Mi riferisco ai pensionati di oggi e, dicevo, anche a quelli di domani, perché questo Governo (non i Governi precedenti) ha aumentato le tasse sui fondi pensioni, sui fondi del TFR e sulle casse previdenziali dei professionisti. Benissimo, questo è un bel modo di incoraggiare i lavoratori a ricorrere alla previdenza integrativa. Credo davvero che i pensionati non abbiano fiducia.

Il problema della mancanza di fiducia non è il problema del voto in quest’Assemblea; il problema è che se le persone non hanno fiducia non consumano e, se non si consuma, non c’è una ripresa. Non ci si venga a raccontare di una prodigiosa ripresa dello 0,5 per cento in condizioni che – credo – non si sono mai verificate negli ultimi trent’anni: mi riferisco ad un valore particolarmente alto del dollaro, al costo del petrolio ai minimi storici e al quantitative easing fatto dalla Banca Centrale Europea sotto la direzione di Mario Draghi. Ebbene, in questa situazione registriamo una ripresa dello 0,5 per cento, grazie alla quale abbiamo il 4,3 per cento di PIL in meno rispetto al 2011 quando al Governo vi era Berlusconi. Queste sarebbero le cose che dovrebbero dar fiducia agli Italiani? Direi proprio di no.

Dovrebbero aver fiducia gli amministratori locali, che non sanno che cosa faranno da un anno all’altro? La risposta data agli amministratori locali in Commissione è stata quella di accorparsi nel caso in cui non riescano a sostituire il personale e a erogare i servizi: un Comune che non ha personale si accorpa con altri Comuni che versano nella stessa situazione. I Comuni, inoltre, non possono assumere personale anche se hanno le risorse finanziarie perché si sono amministrati bene. Ciò dovrebbe dare fiducia? Dovrebbe dare fiducia alle popolazioni di questi Comuni, a cui viene proposto di accorparsi, in modo che, quando un cittadino deve recarsi in Municipio, deve percorrere magari 50 chilometri di strada di montagna? I Cittadini dovrebbero aver fiducia nella volontà di risparmiare nel momento in cui si impone ai Comuni di comprare attraverso le aste CONSIP anche quando siano in grado di trovare da soli prezzi inferiori del 9 per cento? Signora Presidente, i Comuni sono obbligati a comprare ad un prezzo superiore. Direi che si tratta di una logica estorsiva.

In queste logiche non abbiamo fiducia e ci comporteremo di conseguenza.

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